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L'Italia vista dalla luna

31 gennaio 2013
La storia italiana (in particolare quella dal secondo Dopoguerra in poi) è una storia che il cinema ha raccontato passo passo, testimoniandola, mettendola in prospettiva, talvolta anticipandone persino il corso, in modo intuitivamente confuso o, al contrario, assolutamente lucido.
Da qui, la lunga retrospettiva realizzata dalla Cineteca di Bologna (in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale), Da Ossessione a Cinico Tv. L’Italia vista dalla luna (in programma al Cinema Lumière dal 1° al 26 febbraio).

Un percorso attraverso il tempo e i luoghi del cinema e della società italiani, dai primi bagliori del neorealismo alla desolazione urbana e umana di Ciprì e Maresco, passando per gli anni Sessanta di Antonioni, Pasolini e Fellini, lungo il Po di Soldati e Celati, verso il sud di Rosi e De Seta. L’ispirazione è fornita dall’ultimo libro di Marco Antonio Bazzocchi, L’Italia vista dalla luna (Bruno Mondadori 2012), che attraverso l’incrocio tra le esperienze della letteratura, del cinema e dell’arte ricostruisce le trasformazioni sociali e culturali indotte dalla modernità nel nostro Paese.

Inaugurazione venerdì 1° febbraio, alle ore 18, con i cortometraggi realizzati negli anni Cinquanta da Vittorio De Seta, seguiti alle ore 20 da Ossessione, folgorante esordio di Luchino Visconti e anticipatore della grande stagione neorealista.


Da Ossessione a Cinico Tv. L’Italia vista dalla luna
promossa dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale
Dal 1° al 26 febbraio
Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b)


Venerdì 1° febbraio, ore 18
I CORTI DI VITTORIO DE SETA
Parabola d'oro, Isole di fuoco, Contadini del mare, Lu tempi di li pisci spata e gli altri documentari a colori degli anni Cinquanta dedicati da De Seta a un mondo fermo che nessuno poteva allora pensare che sarebbe cambiato così rapidamente, apocalitticamente, hanno fissato per sempre (gliene sia dato merito) un eterno che stava per perire” (Goffredo Fofi).
Lu tempu di li pisci spata (Italia/1954, 11') / Isole di fuoco (Italia/1954, 11') / Contadini del mare (Italia/1955, 9') / Surfarara (Italia/1955, 10') / Parabola d’oro (Italia/1955, 11') / Pescherecci (Italia/1958, 10') / Un giorno in Barbagia (Italia/1958, 9') / I dimenticati (Italia/1959, 20')
Introduce Andrea Meneghelli


Venerdì 1° febbraio, ore 20
OSSESSIONE (Italia/1943) di Luchino Visconti (135')
Libera trasposizione nella Bassa Padana del Postino suona sempre due volte di Cain, il folgorante esordio di Visconti racconta la genesi e la combustione di una torrida storia d’amore segnata dal complotto e dal delitto. Distrusse i quadretti idilliaci dei telefoni bianchi e fu uno dei film precursori del neorealismo. “Ossessione, tanto per il contenuto quanto per lo stile, aveva provocato una specie di choc” (Luchino Visconti).
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale

Sabato 2 febbraio, ore 18
LADRI DI BICICLETTE (Italia/1948) di Vittorio De Sica (92')
“Perché pescare avventure straordinarie quando ciò che passa sotto i nostri occhi e che succede ai più sprovveduti di noi è così pieno di una reale angoscia?” (Vittorio De Sica). Il quadro di miseria dell'Italia del dopoguerra condensato magistralmente nella storia di un attacchino cui viene rubata la bicicletta, unico mezzo di sostentamento per sé e la famiglia. Uno dei capolavori di De Sica e Zavattini che si ispira, con molte libertà, al romanzo omonimo di Luigi Bartolini. Oscar per il miglior film straniero.
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
precede
LA GENTE NON CI GUARDA (Italia/1948) di Glauco Pellegrini (14’)
Dopo la Seconda guerra mondiale, il comune di Bologna organizzò iniziative di assistenza a ragazzi disadattati, attraverso la loro educazione e il loro reinserimento nella vita sociale. Fanno da cornice molti scorci della città ancora martoriata dai bombardamenti: dalla statua del Nettuno alla collina di Casaglia, fino alla periferia già dominata da anonimi palazzoni.
Introduce Gian Luca Farinelli

Sabato 2 febbraio, ore 20.30
BOUDU SALVATO DALLE ACQUE (Boudu sauvé des eaux, Francia/1932)
di Jean Renoir (90')
Un film dominato da un corpo, quello massiccio e lieve del geniale Michel Simon, alias il clochard Boudu, che ha la catastrofica vitalità di un bambino unita ad appetiti sessuali senza inibizioni. Salvato dalla morte per annegamento dal libraio Lestingois, borghese bon vivant, e ospitato nella sua casa accogliente sul Lungosenna, lo ricambia sconvolgendo il tranquillo corso della sua vita. Il suo rapporto con le cose e il loro valore, con le regole dell’educazione e della creanza, è ispirato alla più beata e animalesca indifferenza; il suo ambiente naturale sono le strade di Parigi filmate dal vero. Di lì a due anni, sul set di Toni, Renoir avrebbe avuto come assistente il giovane Visconti.
Copia proveniente da Pathé restaurata presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna
Versione originale con sottotitoli italiani

Domenica 3 febbraio, ore 18.15
ROMA CITTÀ APERTA (Italia/1945) di Roberto Rossellini (100')
Pier Paolo Pasolini rievoca l'Anna Magnani di Roma città aperta nel testo poetico La ricchezza, che apre la raccolta La religione del mio tempo. “Rivede così ‘l’epico paesaggio neorealista’, quel paesaggio che ormai è cancellato dal presente, e che nei suoi film è stato sostituito dalle zone di confine tra periferia e campagna. E rivede ‘l’urlo della Magnani’, di cui coglie il volto concentrato nello sguardo: ‘nelle sue occhiaie vive e mute/ si addensa il senso della tragedia’” (Marco Antonio Bazzocchi).
Copia restaurata da CSC – Cineteca Nazionale
Introduce Giacomo Manzoli

Lunedì 4 febbraio, 21.30
LA TERRA TREMA (Italia/1948) di Luchino Visconti (157')
I Malavoglia di Verga nella rilettura politica di Visconti, girata con attori non professionisti e in dialetto siciliano: “A guardarle oggi molte inquadrature sembrano perfettamente in sintonia con le scelte visive di Strand e poi di Zavattini: i personaggi sono spesso colti frontalmente, la loro psicologia è ridotta al minimo, l’espressività resta tutta contenuta nell’intensità del volto [... ] personaggi e luoghi acquistano lentamente un valore mitico, arcaico e senza tempo” (Marco Antonio Bazzocchi).
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
Introduce Marco Antonio Bazzocchi

Martedì 5 febbraio, ore 18.30
REDES (Messico/1936) di Fred Zinnemann ed Emilio Gómez Muriel (61')
Prodotto e fotografato da Paul Strand, che per la regia si affiancò (non senza contrasti) all’ancora acerbo Zinnemann, un film che si impone per l’abbagliante forza visiva quanto per la durezza propositiva dello sguardo sociale. Le redes sono le reti dei pescatori della baia di Alvarado, Messico: una comunità in lotta contro la propria povertà e il sopruso dei signori della pesca. Un
racconto “teso, semplice, emozionante [...], un’impresa che, per il tema e il tipo di lavorazione, anticipava di quindici anni quella di Visconti con La terra trema” (Ugo Casiraghi).
Un restauro sostenuto dalla World Cinema Foundation e realizzato dalla Cineteca di Bologna.
Introducono Cecilia Cenciarelli e Claudio Marra
Versione originale con sottotitoli italiani

Martedì 5 febbraio, ore 20
LA NOTTE (Italia/1961) di Michelangelo Antonioni (122')
“Nella Notte l’angoscia di Giovanni, che è l’angoscia di tutta una classe sociale, può essere anche allusa dalla presenza di un pittore raffinato come Morandi. Portare a espressione formale raffinata l’angoscia è quanto accomuna il regista e il pittore.[...] Ecco perché c’è bisogno di un Morandi appeso alle spalle di Mastroianni, ecco perché uno scrittore come Moravia riuscirà subito con acume a cogliere la novità dei personaggi di Antonioni, che sono personaggi persi nel vuoto, asfissiati dal chiuso delle loro stanze e desiderosi di fuggire”(Marco Antonio Bazzocchi).
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
Introduce Marco Antonio Bazzocchi

Mercoledì 6 febbraio, ore 16.45
LA DOLCE VITA (Italia/1960) di Federico Fellini (180')
“Fellini si propone di realizzare la radiografia della mutazione di un'epoca. Di raccontare la vita così come la rappresentano i nuovi media e, nel costruire il racconto, si appropria, per molti episodi, degli scoop dei fotoreporter. La dolce vita è, programmaticamente, una lettura esatta della mediatizzazione del paese, quasi un saggio sulla manipolazione dell'informazione e dell'immagine... L'Italia non si è ancora liberata di nessuno dei suoi fantasmi, il cammino verso la modernità è ancora lungo e tortuoso”. (Gian Luca Farinelli)
Copia restaurata da Cineteca Bologna
Introduce Roberto Chiesi

Sabato 9 febbraio, ore 20
L’AVVENTURA (Italia/1960) di Michelangelo Antonioni (140')
“Antonioni è il regista che più di altri, in Italia, si è interrogato sul significato della presenza della natura intorno all’uomo, e su come la natura diventa paesaggio nell’epoca della modernizzazione. Nei suoi film (pensiamo all’Avventura, del 1960) viene rappresentato un mondo ostile [...] L’immagine di una natura aggressiva, violenta, arcaica potrebbe sembrare anomala in opere cinematografiche degli anni Sessanta [...]. Eppure proprio questa attenzione verso la natura permette ad Antonioni di realizzare modalità narrative assolutamente originali e imprevedibili”. (Marco Antonio Bazzocchi)

Domenica 10 febbraio, ore 21.30
MAMMA ROMA (Italia/1962) di Pier Paolo Pasolini (105')
LA RICOTTA (Italia/1963) di Pier Paolo Pasolini (35')
Dietro la tragedia di madre e figlio in Mamma Roma e il calvario della comparsa Stracci in La ricotta, la trasformazione di un paese che sta perdendo e corrompendo i suoi caratteri originari. “Accattone, Mamma Roma, La ricotta: questi tre primi film non sono solo tre racconti tragici di gente umile, destinata a incarnare con la morte la figura di un nuovo Cristo, ma sono anche l’esplorazione visiva di una città colta dal suo centro alle sue nuove periferie, dove le modalità di abitazione stanno modellando le abitudini di vita” (Marco Antonio Bazzocchi).
Copie provenienti da CSC – Cineteca Nazionale
Introduce Roberto Chiesi

Lunedì 11 febbraio, ore 18
LA RABBIA DI PASOLINI – Ipotesi di ricostruzione della versione originale (Italia/2008)
di Giuseppe Bertolucci (88’)
L’‘ipotesi di ricostruzione’ del progetto originario di Pasolini, curata da Giuseppe Bertolucci con la Cineteca di Bologna e il Fondo Pasolini, ha dimostrato che La rabbia (1963) avrebbe dovuto essere un lungometraggio autonomo pasoliniano, un ‘poema cinematografico’ in prosa e in versi, che evoca gli eventi più emblematici degli anni compresi fra il secondo dopoguerra e l’inizio del boom economico, come la decolonizzazione del terzo mondo, la guerra d’Algeria, l’incubo del nucleare. Un film basato esclusivamente sul montaggio di materiali di repertorio: cinegiornali, fotografie, riproduzioni di dipinti e disegni, frammenti di film.
Introduce Roberto Chiesi
precedono
STENDALÌ (SUONANO ANCORA) (Italia/1960) di Cecilia Mangini (11')
LA CANTA DELLE MARANE (Italia/1960) di Cecilia Mangini (11’)
IGNOTI ALLA CITTÀ (Italia/1958) di Cecilia Mangini (11’)
Guardando i documentari di Cecilia Mangini si ha l’impressione che ciò che davvero si vuole mostrare sia il futuro. Un futuro nel quale finalmente ci siamo sbarazzati di tutte le storture, le ipocrisie, gli sfruttamenti, le brutture del mondo in cui viviamo. O nel quale, perlomeno, la vita sia un poco migliore. “Il documentario – dice – è strumento di speranza”. I ragazzi di borgata sono i protagonisti di La canta delle marane e Ignoti alla città, alla cui realizzazione contribuisce Pier Paolo Pasolini. Completa il programma Stendalì (suonano ancora), documentazione unica dell’antichissimo pianto funebre in lingua grika del Salento.

Martedì 12 febbraio, ore 18.30
RITRATTI: ANDREA ZANZOTTO (Italia/1999) di Carlo Mazzacurati (50’)
È uno dei tre ritratti di scrittori veneti (insieme a Mario Rigoni Stern e Luigi Meneghello), ideati con l’attore-autore Marco Paolini e nati dal bisogno di raccontare uomini abitualmente appartati, non vicini ai media. Sullo sfondo di Pieve di Soligo e delle colline del Montello, Paolini incontra uno dei massimi poeti del secondo Novecento. In casa sua, parlando del vento, comincia un dialogo sulla natura, la storia, la lingua.

Lunedì 18 febbraio, ore 17.45
SALVATORE GIULIANO (Italia/1962) di Francesco Rosi (120')
Rosi usa il cinema per indagare i misteri italiani, di cui si pone come "interprete consapevole e divulgatore responsabile" (Anton Giulio Mancino). Vita e morte del brigante siciliano Salvatore Giuliano sono raccontate attraverso flashback, per frammenti. Il banditismo, la strage di Portella della Ginestra, la mafia, lo Stato. Rosi ricostruisce i fatti, fa i nomi, introduce nel cinema i meccanismi dell'inchiesta, sottraendosi a una narrazione lineare, lasciando aperte le contraddizioni.

Mercoledì 20 febbraio, 17.30
LA BELLE NIVERNAISE (Francia/1923) di Jean Epstein (90')
La Senna, l'acqua, le chiuse. È il paesaggio il vero protagonista di questo melodramma fluviale tratto dal romanzo omonimo di Daudet, protagonisti due ragazzi che condividono giochi e lavoro su una chiatta che naviga tra  Parigi e Rouen. Nelle parole di Langlois “Una delle opere più pure, più classiche, più squisite del cinema muto francese”.
Accompagnamento al pianoforte di Daniele Furlati
PORTO TOLLE (Episodio di Paisà) (Italia/1946) di Roberto Rossellini (20')
Ultimo episodio di Paisà, girato nel delta del Po: “Bazin nota che il filo dell'orizzonte creato dalle canne della palude e il rumore dell'acqua hanno la stessa importanza dei soggetti umani. Anzi, parla esplicitamente di 'partecipazione drammatica della palude' ottenuta da Rossellini” (Marco Antonio Bazzocchi).
GENTE DEL PO (Italia/1943-1947) di Michelangelo Antonioni (10')
“Eravamo nel ’43. Visconti girava Ossessione sulle rive del Po, e sempre sul Po, a pochi chilometri di distanza, io giravo il mio primo documentario [...] Fu così, soprattutto trovandomi un certo materiale documentario tra le mani, che cercai di fare un montaggio assolutamente libero, libero poeticamente”. (Michelangelo Antonioni)
QUANDO IL PO È DOLCE (Italia/1951) di Renzo Renzi (10')
Impostato secondo lo stile di un reportage televisivo ante-litteram (condotto da un giovanissimo Sergio Zavoli) il film si muove tra due estremi contrastanti: le misere condizioni della popolazione e la bellezza del paesaggio.

Lunedì 25 febbraio, ore 18.30
STRADA PROVINCIALE DELLE ANIME (Italia/1991) di Gianni Celati (58')
Lo scrittore Gianni Celati percorre il delta del Po a bordo di una corriera che trasporta parenti e amici. “Sembra quasi che l’autore voglia scavalcare il caos visivo del presente e l’ammassarsi di false immagini per recuperare una tradizione che si colloca tra Zavattini e il neorealismo, tra Antonioni e Fellini”. (Marco Antonio Bazzocchi)
Introduce Giulio Iacoli

Lunedì 25 febbraio, ore 20
LA VOCE DELLA LUNA (Italia-Francia/1990) di Federico Fellini (118')
"Un film sull'assenza di un sentimento, di un'ideologia; sulla frammentazione e sullo sbriciolamento contemporanei. [...] Ma sopra ogni altra cosa quello che mi ha spinto a fare il film era la voglia di viaggiare per le strade di campagna vere o ricostruite, di notte o di giorno, fermandomi dove più mi piaceva, insieme a due attori comici come Benigni e Villaggio, ubbidendo alla mia vera vocazione di capocomico teatrale. M'illudo d'aver fatto non un paese ma 'il paese', un superpaese italiano con la piazza sulla quale s'affacciano in un coacervo, la chiesa gotica, la rocca rinascimentale, il palazzetto umbertino, il palazzo razionalista del fascismo, la chiesa post-moderna fatta di plastica trasparente". (Federico Fellini)
Introduce Marco Antonio Bazzocchi

Lunedì 25 febbraio, ore 22.15
NOSTRA SIGNORA DEI TURCHI (Italia/1968) di Carmelo Bene (124')
Ricordi, visioni e ossessioni di uno scrittore pugliese, un’autobiografia barocca senza tempo, dove l’immagine sdoppia continuamente i corpi e la Storia.  Il cortocircuito culturale che il cinema di Bene provoca investe tutto, dalla religione alle regole della convivenza umana: tutto è da contraddire e sospendere, privando lo spettatore di ogni certezza, costringendolo a confrontarsi con la libertà dello sguardo, del racconto e del senso.
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale

Martedì 26 febbraio, ore 20
CINICO TV. 1993-1996
Presentazione del cofanetto Cinico Tv. Volume secondo 1993-1996 di Daniele Ciprì e Franco Maresco (Edizioni Cineteca di Bologna 2013).
Il ritorno del mitico programma di Raitre che ha rivoluzionato la televisione italiana. Volume secondo, metà anni Novanta: dalla loro Palermo in bianco e nero, remota e vicinissima, Ciprì e Maresco continuano a mettere in scena l’Italia, la sua umanità, il suo degrado. Mentre avanza la prima era Berlusconi. A seguire, montaggio delle stagioni 1993-1996 a cura di Franco Maresco.


Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
(+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa@cineteca.bologna.it

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