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Servi, dannati, esiliati: il cinema di Joseph Losey

7 dicembre 2012
L’amore per il teatro e per Galileo, l’amicizia con Bertolt Brecht, infine il cinema e Hollywood. Poi l’esilio e l’accusa di essere un sovversivo durante la psicosi maccartista. Quindi la fuga in Inghilterra, costretto a lavorare sotto pseudonimo.
La storia di Joseph Losey, la sua biografia, finirà col proiettarsi inevitabilmente sui personaggi, sulle figure che sfilano all’interno dei suoi film. Rapporti di potere, esilio, violenza, sfruttamento, ambiguità: un tetro defilé delle passioni umane, messo in scena con implacabile disincanto.
La Cineteca di Bologna promuove (in collaborazione con Torino Film Festival) da sabato 8 a martedì 18 dicembre, la retrospettiva Servi, dannati, esiliati. Il cinema di Joseph Losey, dedicata al cineasta americano con quindici titoli fra i più significativi della sua filmografia, quasi tutti in lingua originale con sottotitoli italiani.
Primo appuntamento, quindi, sabato 8 dicembre al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) con un triplice appuntamento: alle ore 16, Il ragazzo coi capelli verdi, folgorante opera prima girata nel 1948 sulle macerie del secondo conflitto mondiale, atto di accusa contro ogni forma di razzismo e di intolleranza; a seguire (ore 18), Sciacalli nell’ombra, torbido noir wellesiano sui falsi valori e sul potere, con un poliziotto assassino come protagonista. La prima giornata loseyana si concluderà alle ore 20.30 con L’alibi dell’ultima ora, terzo film “inglese” del regista e amarissima riflessione sulla giustizia e sulla pena di morte con un grande Micheal Redgrave.


Dalla quarta di copertina del volume Joseph Losey, a cura di Emanuela Martini, edito in occasione del Torino Film Festival:
“Andrea Forzano, Victor Hanbury, Joseph Walton: chi sono costoro? Tre registi che, tra il 1952 e il 1956, firmarono tre film. In realtà, tre registi falsi, inesistenti; tre nomi rubati da Joseph Losey (al figlio del padrone degli studi, a un produttore e alla bisnonna paterna) per firmare i propri film negli anni in cui, messo sotto inchiesta dalla Commissione per le attività antiamericane del senatore McCarthy, era stato bandito da Hollywood, dall’America e persino dal proprio lavoro. Esule in Inghilterra, senza un soldo, senza nome, Losey, che aveva lavorato con Brecht e iniziava ad affermarsi tra gli autori emergenti della Hollywood impegnata, riuscì a sopravvivere senza rinunciare al suo mestiere; e quando, a metà degli anni Cinquanta, riacquistò il proprio nome, firmò subito una serie di thriller di impressionante vigore: L’alibi dell’ultima ora, L’inchiesta dell’ispettore Morgan, Giungla di cemento. Come altri registi americani suoi contemporanei, Losey lavorava sui generi, amava il noir come specchio della società, usava la fantascienza per costruire favole profetiche (Hallucination) e il mélo per ritrarre rapporti senza speranza (Eva). E quando incontrò lo sceneggiatore ideale (Harold Pinter), realizzò tre capolavori del cinema moderno: Il servo, L’incidente e Messaggero d’amore. Negli anni Sessanta e Settanta veniva paragonato spesso ad Antonioni e a Bergman, per il malinconico disincanto e la lucidità con cui rappresentava il presente. Ma più che a loro, forse, andrebbe accostato a Orson Welles, per il girovagare inquieto, per i tanti (troppi) progetti non realizzati, per l’ossessione del tempo, dello spazio, degli specchi, dei doppi, che incombe sulle sue immagini e sulle sue storie. E l’ossessione dei nomi, nomi perduti o presi in prestito, come i suoi, o nomi disgraziatamente condivisi, come quello di Mr. Klein, uno dei suoi ultimi, giganteschi personaggi”.


Servi, dannati, esiliati. Il cinema di Joseph Losey
Dall’8 al 19 dicembre al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65)

Sabato 8 dicembre, ore 16, Cinema Lumière
IL RAGAZZO DAI CAPELLI VERDI (The Boy with Green Hair, USA/1948) di Joseph Losey (82’)
L’opera prima di Losey, realizzata per la RKO. Il piccolo Peter Frye, orfano di guerra, vive tra un parente e l’altro in seguito alla morte dei suoi genitori. Al risveglio, una mattina, si accorge di avere i capelli verdi. Questa anomalia gli fa prendere coscienza della sua condizione di diverso. Girato nel 1948 sulle macerie della Seconda guerra mondiale, il film è un atto di accusa al razzismo e un invito alla libertà e alla tolleranza, perché prime vittime degli errori (e degli orrori) degli adulti sono sempre i bambini.
Versione originale con sottotitoli italiani

Sabato 8 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
SCIACALLI NELL'OMBRA (The Prowler, USA/1951) di Joseph Losey (92’)
“Prowler” sta per predatore, malintenzionato. All’inizio del film qualcuno osserva dal giardino l’interno dell’abitazione dove Evelyn Keyes si sta asciugando, dopo un bagno. I bordi dello schermo, la cornice della finestra: un’inquadratura magnifica e insieme minacciosa. Sciacalli nell’ombra è il titolo italiano. Ma chi è nel film il vero sciacallo? Nel documentario The Cost of Living: Creating the Prowler, James Ellroy definisce questo film un “perv-noir” (dove “perv” sta per “pervertito”). L’atmosfera è torbida, i poliziotti poco raccomandabili.
Versione originale con sottotitoli italiani

Sabato 8 dicembre, ore 20.30, Cinema Lumière
L'ALIBI DELL'ULTIMA ORA (Time Without Pity, GB/1957) di Joseph Losey (88’)
Questo film è una lotta contro il tempo, e senza alcuna pietà. C'è un padre alcolizzato (Michael Redgrave, straordinario) che le prova tutte per scagionare il proprio figlio dall'accusa di omicidio e dall'esecuzione capitale. Una ragazza è stata assassinata. La tensione è palpabile. Il film è scandito da lancette, orologi. Losey torna a firmare un film con il suo nome, dopo essere finito nella lista nera dei rossi di Hollywood e aver lasciato gli Stati Uniti. Stessa sorte toccata allo sceneggiatore, Ben Barzman.
Versione originale con sottotitoli italiani

Domenica 9 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
IL SERVO (The Servant, GB/1963) di Joseph Losey (115’)
C’è un testo di Harold Pinter, The Servant. E c’è già pronta una sceneggiatura da cui Dirk Bogarde è particolarmente attratto. L’attore contatta Losey durante le riprese di Eva. Losey a sua volta contatta Pinter. I due stendono una nuova sceneggiatura. Oltre a Bogarde il cast è composto da James Fox e Sarah Miles. La fotografia è di Douglas Slocombe. Servi e padroni. I movimenti circolari della macchina da presa fanno eco a Eva. Gran gioco di attori. Grandangoli e profondità di campo.
Versione originale con sottotitoli italiani

Domenica 9 dicembre, ore 20.15 (replica mercoledì 12 dicembre, ore 18), Cinema Lumière
GIUNGLA DI CEMENTO (The Criminal, GB/1960) di Joseph Losey (97’)
Da questo film si evince che, negli anni Sessanta, la vita all’interno dei penitenziari inglesi non risultava particolarmente facile. All’epoca della sua uscita venne considerato “il film più violento mai realizzato in Inghilterra”. E la sua fama ha resistito per parecchio ancora. Torture, rapimenti, doppi giochi: come spesso capita nei film di Losey, quali sono i personaggi che appaiono interamente positivi?
Versione originale con sottotitoli italiani

Domenica 9 dicembre, ore 22.15 (replica lunedì 10 dicembre, ore 20), Cinema Lumière
EVA (Eve, GB/Francia/1962) di Joseph Losey (103’)
Durante le riprese di Hallucination i fratelli Hakim contattano Losey e gli propongono la regia di un film tratto da un romanzo di James Hadley Chase. Da buoni produttori hanno già previsto il cast: Stanley Backer e Jeanne Moreau. Losey legge il libro di notte, dopo la fine delle riprese. Vi trova accenti personali, come l’esilio, ad esempio. Ci sono una donna alto borghese e uno scrittore fallito. Sposta l'ambientazione da Hollywood a Venezia, durante il Festival. Come Greed di Stroheim, Eva è un capolavoro stravolto al montaggio dalla produzione.
Versione originale con sottotitoli italiani

Giovedì 13 dicembre, ore 20 (replica sabato 15 dicembre, ore 16), Cinema Lumière
L’INCIDENTE (The Accident, GB/1967) di Joseph Losey (105’)
Secondo episodio, dopo The Servant, della collaborazione tra Losey e Harold Pinter. La struttura è ancora una volta circolare: un incidente apre e chiude il film. Il cast è di prim’ordine: Dirk Bogarde, Stanley Backer, Jacqueline Sassard, Delphine Seyrig, Michael York. Ci sono dislivelli di classe, l’idea di poter per un istante cambiare il corso della propria vita, testarne una diversa da quella che ci spetta di vivere. Il tempo di un film, o di un incidente. Struttura frammentaria. Una delle opere più ardite e formalmente complesse del regista.
Versione originale con sottotitoli italiani

Giovedì 13 dicembre, ore 22.15 (replica venerdì 14 dicembre, ore 18), Cinema Lumière
IMBARCO A MEZZANOTTE (Stranger on the Prowl, Italia-USA/1952) di Joseph Losey (82')
Il film di una fuga. Se il ragazzo dai capelli verdi e i giovani indios di The Lawless venivano spinti alla fuga dall'intolleranza e dal razzismo, qui l'uomo si trova a dover fuggire dalla miseria del dopoguerra italiano. Il clandestino Losey, sbarcato sui set toscani della Tirrenia, viene a sua volta assalito dai paesaggi “prodigiosi e ingombranti” dell'Italia non ricostruita, non riconciliata. Dalla prodigiosa, ingombrante memoria del suo cinema recente, glorioso, e già avviato al disarmo. Ma l'impressione è che il neorealismo del film, se esiste, sia un fatto di urgenza scenografica, di irruenza del profilmico, più che un vero tratto stilistico.
Versione originale con sottotitoli italiani

Sabato 15 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
PER IL RE E PER LA PATRIA (King and Country, GB/1964) di Joseph Losey (86’)
In attesa di poter girare The Accident, Losey adatta il vigoroso dramma Hamp di John Wilson. Ne trasforma il testo. Lo riduce. Anche il budget è ridotto. Decide di lavorare sul gioco degli attori e sul dialogo. Costruisce un’ambientazione claustrofobica dove si muovono un ufficiale e un soldato semplice disertore. Ci sono i traumi della Grande Guerra. E l’orrore per la “patria”.
Versione originale con sottotitoli italiani

Sabato 15 dicembre, ore 22.30 (replica lunedì 17 dicembre, ore 17.45), Cinema Lumière
MESSAGGERO D'AMORE (The Go-Between, GB/1971) di Joseph Losey (118’)
Uno dei film più struggenti di Losey. Tre adulti e un ragazzo. La vecchia classe media in rovina (quella del ragazzo) e una nuova classe di arricchiti. Chi è il go-between? È colui che fa la spola tra i personaggi del film, li mette in relazione. Fa da tramite. E la trama, la progressione del film, dipende dal modo in cui il ragazzo tesse i rapporti tra i tre. Ci sono le buone maniere delle classi agiate e la violenza inflitta su un adolescente, che non vede ciò che i tre architettano alle sue spalle. Se non quando ormai è troppo tardi.
Versione originale con sottotitoli italiani

Domenica 16 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
DON GIOVANNI (Italia-Francia-Germania/1980) di Joseph Losey (185’)
Ci sono Mozart, il tema del Don Giovanni e il Palladio. Ci sono alcune scelte di messa in scena piuttosto paradossali, ma intriganti, come l’idea di far cantare i protagonisti in playback, ma simulando meticolosamente lo sforzo e la tensione di una performance in presa diretta. La precisione matematica del canto fa da specchio alla struttura architettonica delle ville palladiane. I rapporti sono quelli cari a Joseph Losey, tra servo e padrone. Il finale è memorabile: una deriva verso il proprio destino.

Domenica 16 dicembre, ore 21.30 (replica mercoledì 19 dicembre, ore 18), Cinema Lumière
HALLUCINATION (The Damned, GB/1961-1963) di Joseph Losey (81’)
Bambini radioattivi, paure nucleari, esperimenti governativi. Fantascienza orwelliana per il primo film di Losey in formato Scope prodotto dalla Hammer: “Vedi le cose in modo diverso […] da un lato offre maggiore ampiezza, ma dall’altro distorce la profondità. Non mi piacerebbe fare così tutti i film. Ma ce ne sono alcuni come The Damned che avrebbero perso molto in un altro formato” (Joseph Losey). Films and Filming lo definì “uno dei film britannici più importanti dell’anno, e forse di tutti gli anni Sessanta”.
Versione originale con sottotitoli italiani

Lunedì 17 dicembre, ore 20, Cinema Lumière
MR. KLEIN (Francia/1976) di Joseph Losey (123’)
Mentre lavora alla Recherche di Proust, Losey capita su una sceneggiatura di Solinas. C’è una K. È quella del misterioso Mr. Klein, ma potrebbe essere quella di Franz Kafka, data l’atmosfera di film. C’è lo sguardo assente e insieme perduto di Alain Delon, nella sua parte forse più riuscita e inconsciamente sentita. Potremmo sostenere che Mr. Klein sia la storia di un uomo e della sua autodistruzione. Un appassionato d’arte cerca in un quadro (e nel personaggio che vi è raffigurato) le sue origini, ma finirà per trovarle altrove: dentro un vagone ferroviario.

Lunedì 17 dicembre, ore 22.30, Cinema Lumière
CACCIA SADICA (Figures in a Landscape, GB/1970) di Joseph Losey (110’)
Abituato a lavorare con assiduità in spazi ristretti e claustrofobici, Losey si permette un film costruito su ampi spazi aperti. Si tratta di un lavoro su commissione, pagato profumatamente. Losey subentra a un altro regista; sposta le riprese dal Marocco alla Spagna. La trama è quella tracciata già dal titolo originale: figure in fuga immerse in un paesaggio sterminato. Quando le riprese iniziano, la sceneggiatura non è ancora stata definita. Viene scritta da Losey e dall’attore Robert Shaw durante le riprese. Un film vertiginoso.
Versione originale con sottotitoli italiani

Martedì 18 dicembre, ore 17.45
CERIMONIA SEGRETA (Secret Ceremony, GB/1968) di Joseph Losey (109’)
Come spesso accade nei film di Losey, un evento o una figura d’intruso arriva a scompigliare uno stato di apparente equilibrio. C’è uno spazio architettonico chiuso, e personaggi che lo delimitano. Ogni stanza delinea un particolare evento. Pensato originariamente per Ingrid Bergman, il film presenta un cast di prim’ordine: Elisabeth Taylor (che aveva girato insieme a Burton il film precedente di Losey), Mia Farrow e Robert Mitchum. Violenza, ambiguità, schizofrenia: personaggi simili a parassiti.
Versione originale con sottotitoli italiani


Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
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