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'Troppo amore': Liliana Cavani al Lumière contro lo stalking

30 novembre 2012
Troppo amore. Un titolo che già in sé raccoglie un’idea paradossale di prevaricazione. Quella di chi travalica il sentimento più nobile, trasfigurandolo nel suo opposto.
Troppo amore è il film con cui Liliana Cavani ha dato vita e corpo a una tragedia contemporanea, della quale finalmente si è iniziato a parlare, fino a farne, anche da un punto di vista legislativo, un reato: lo stalking.
Sarà proprio Liliana Cavani a raccontare il suo film, Troppo amore, sabato 1° dicembre alle ore 20 al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna (via Azzo Gardino, 65), in una serata speciale, proposta dalla parlamentare Sandra Zampa per celebrare la Giornata internazionale contro la  violenza sulle donne e promossa con l'adesione della Casa delle Donne per non subire violenza. Interverranno il sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra, l’onorevole Sandra Zampa e il sindaco di Bologna Virginio Merola.
“La parola amore ha fatto sempre sognare – racconta Liliana Cavani –. Ma la cronaca quotidiana ci mostra troppo spesso storie d’amore sbagliate, tragiche. E solo quando accadono ci si accorge che l’amore è un sentimento che richiede cura e maturità. Lo stalking (che è il tema di Troppo amore) è l’amore del persecutore, cioè del partner che una volta conquistata una donna la considera propria. Riconoscere un uomo violento è difficile. La donna pensa che il compagno sia geloso ma che la ami. Pensa di poterlo cambiare. Confonde l’amore con l’annullamento di se stessa. Tutto ciò anche a causa di una cultura tuttora patriarcale”.


Sabato 1° dicembre, ore 20, Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65)
TROPPO AMORE (Italia/2012) di Liliana Cavani (100’)

Intervengono Liliana Cavani, Maria Cecilia Guerra (sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Virginio Merola (sindaco di Bologna) e l’onorevole Sandra Zampa

Troppo Amore racconta la storia di Livia (Antonia Liskova), una ragazza di 28 anni, e di Umberto (Massimo Poggio), 40 anni. Tra loro nasce un grande amore. Al principio è una storia come tante, ma poi lentamente l’amore di Umberto diventa eccessivo, totale, ossessivo. E piano piano Umberto si impadronisce della vita di Livia e della sua anima, fino al punto di distruggere la sua esistenza.
Dapprima minando le sue certezze sul piano psicologico, arrivando a distruggere l’identità stessa di Livia. Poi intervenendo sul piano fisico, limitando i suoi movimenti, isolandola, allontanandola dagli amici, dai parenti, perfino dal lavoro, per averla completamente in suo potere.
E seguiamo anche il percorso di Livia che, ricattata dalle dichiarazioni d’amore assoluto di Umberto, spaventata e blandita, non riesce a capire la trappola che le è stata tesa, ma poi, faticosamente, prende coscienza e si libera, anche mettendo in discussione il suo ruolo di donna, così come viene percepito normalmente dalla società che la circonda.
Quella che al principio sembra una semplice storia d’amore, si trasforma gradualmente nel racconto dell’ossessione di un cacciatore che insegue la sua preda, pronto a divorarla, in un estremo gesto di amore malato.


Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
(+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa@cineteca.bologna.it

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