Area stampa

Sguardi a Oriente

23 novembre 2012
Sette film, un unico lungo filo conduttore: l’Oriente. La Cineteca di Bologna ospita dal 25 al 30 novembre la rassegna Sguardi a Oriente lungo la via della seta, portando in sala pellicole mai distribuite nel nostro Paese, in versione originale con sottotitoli in italiano, di autori forse meno conosciuti in Italia, ma che all’estero hanno riscontrato l’apprezzamento del pubblico e della critica.

Inaugura il viaggio verso est la regista turca Yeşim Ustaoğlu, già membro nel 2002 della giuria della Mostra del Cinema di Venezia, e tornata quest’anno alla 69ª edizione della prestigiosa kermesse per presentare il suo ultimo lavoro Araf – Somewhere in Between, all’interno della sezione Orizzonti.
È proprio questo il primo film in programma al Cinema Lumière domenica 25 novembre alle ore 17.45, al termine del quale la regista incontrerà il pubblico in sala: l’occasione intreccerà il programma del festival La violenza illustrata, organizzato dalla Casa delle donne per non subire violenza Onlus, rappresentata al Cinema Lumière da Angela Romanin.
Araf – Somewhere in Between rappresenta una storia che, nelle parole della stessa regista, “riflette il mondo di oggi, dove la gente vive in una sorta di vuoto; il film si svolge con questa prospettiva globale, su piccola scala, mettendo in mostra caratteristiche tipiche della Turchia, entra nelle vite delle persone mediocri bloccate tra cultura nazionale e il proprio araf, il luogo in mezzo”.
Yeşim Ustaoğlu tornerà al Cinema Lumière, sempre nella serata di domenica 25, per introdurre alle ore 21, il suo film del 2008 Pandora’s Box, storia di tre fratelli, divisi in una Istanbul contemporanea, che sono costretti a riunirsi, e a imparare a conoscersi, in seguito alla scomparsa della loro anziana madre.

Dalla Turchia di  Yeşim Ustaoğlu si passa alla Cina di Zhang Yimou con Under the Hawthorn Tree lunedì 26 novembre alle ore 18 (replica martedì 27 alle ore 22.15).
Dopo La città proibita e La foresta dei pugnali volanti, solo per citare alcuni degli ultimi titoli del regista cinese,  Zhang Yimou racconta la storia d’amore di due giovani nel bel mezzo della Rivoluzione culturale, durante i primi anni Settanta: Jing, il cui padre si trova in carcere per attività controrivoluzionaria, mentre la madre continua a insegnare, tra mille difficoltà, e Sun, il figlio di un ufficiale. Il film è stato presentato nel 2011 al Festival di Berlino.

L’angelo della spalla destra, in sala martedì 27 alle ore 20, conduce lo spettatore tra le montagne del Tagikistan: Muhamad vi fa ritorno dopo molti anni trascorsi a Mosca, in mezzo a loschi traffici in mano alla mafia russa; ma dovrà fare i conti con l'ostilità dei suoi compaesani e con la vecchia madre, che lo ha richiamato nel paese natale, fingendosi in fin di vita. Dopo Il volo dell’ape, premiato al Torino Film Festival nel 1998, Jamshed Usmonov ambienta nuovamente un  lungometraggio nel suo paese d'origine, ricorrendo ad attori non protagonisti, che in realtà fanno parte della sua famiglia.

Giovedì 29 novembre alle ore 18 ci si sposta in Kirghizistan per Il ladro di luce (replica  venerdì 30 novembre, ore 22.15). Il regista Aktan Arym Kubat, che nel film veste anche i panni dello stesso protagonista, racconta le vicende di Svet Ake, il ‘signor luce’, un elettricista che vive in un paesino della ex repubblica sovietica dell'Asia centrale, procurando l'elettricità ai cittadini più poveri, che non ne possono usufruire. È così che finisce per portare nelle loro case non solo la elettricità, ma anche gioia e fragorose risate, sebbene si troverà presto tra i bisogni della gente comune e la corruzione della classe politica. Già premiato a Locarno nel 1993 con il Pardo d’Oro per il film The Swing e con il Pardo d’Argento nel 1998 per The Adopted Son, l’ultimo lavoro di Aktan Arym Kubat è tornato al Festival di Locarno nel 2010, dove il film è stato presentato, e nello stesso anno ha partecipato alla sezione parallela Quinzaine des Réalisateur del Festival di Cannes.

Sempre nella serata di giovedì 29, alle ore 22.15 il viaggio di Sguardi a Oriente approda in India con Raavanan di Mani Ratnam, fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2010. Il film, di cui esistono due versioni, una in lingua indiana e l’altra in tamil (quest’ultima proiettata in sala al Cinema Lumière) prende ispirazione dall'antico poema epico Ramayana, uno dei capisaldi della letteratura e cultura indiane, trasportato ai giorni nostri in uno scenario naturale, che diviene uno dei protagonista del film. Dev è un ispettore di polizia, che è appena stato trasferito in una cittadina dell'India meridionale, dove vive insieme alla mogli Ragini; la donna verrà rapita per vendetta dal fuorilegge Veera, che Dev dovrà affrontare per cercare non solo di salvare sua moglie, ma anche per cercare di porre fine alla criminalità che regna indisturbata.

La rassegna di chiude venerdì 30 novembre alle ore 17.15 con un ritorno in Cina, questa volta una Cina contemporanea, vista attraverso gli occhi di Jia Zhang-ke, regista premiato negli anni sia a Berlino che a Venezia (Leone d’Oro nel 2006 con Still Life). 24 City è il nome del quartiere che sta per sorgere sulle rovine della fabbrica 420 e della relativa città operaia, un colosso ormai dismesso. Qui si incrociano le storie di otto personaggi, appartenenti a tre generazioni diverse, tra i quali spiccano ex operai e nuovi ricchi, divisi tra la nostalgia del vecchio socialismo dei più vecchi e il desiderio di riuscita dei più giovani: un ritratto della storia di molti e della storia della Cina di oggi. 24 City è stato selezionato nel 2008 nel corso della 61a edizione del Festival di Cannes.

La rassegna Sguardi a oriente lungo la via della seta è organizzata in collaborazione con il Palazzo delle Esposizioni di Roma, e AsiaticaFilmMediale.



Sguardi a oriente lungo la via della seta


Domenica 25 novembre, ore 17.45, Cinema Lumière
ARAF – SOMEWHERE IN BETWEEN (Araf, Turchia-Francia-Germania/2012) di Yeşim Ustaoğlu (124')
Due giovani, Zehra e Olgun, conducono una vita immobile, spesa tra i monotoni turni di lavoro in una stazione di servizio e il tempo libero trascorso a guardare ipnotici programma televisivi con le loro promesse di rapido accesso alla felicità. Un turbolento triangolo amoroso le fa risvegliare bruscamente, facendo loro scoprire la vita vera. "La stazione di servizio è una metafora per evidenziare la natura mutevole e transitoria della nostra epoca, dove i personaggi principali sono crisalidi in un mondo pieno di ombre e di realtà fluide, alla ricerca di una via d'uscita" (Yeşim Ustaoğlu).
Al termine incontro con Yeşim Ustaoğlu; introduce Angela Romanin (Casa delle donne per non subire violenza Onlus)
Ingresso gratuito


Domenica 25 novembre, ore 21, Cinema Lumière
PANDORA'S BOX (Pandora'nin kutusu, Turchia-Francia-Germania-Belgio/2008) di Yesim Ustaoglu (112')
Le turbolente e instabili esistenze di tre fratelli di si riuniscono per portare la vecchia madre malata di Alzheimer a Istanbul. Lontana dai monti del suo villaggio, l'impatto con la grande metropoli risulterà per lei uno shock troppo grande che solo un nipote ribelle sembra poter capire. Un commovente affresco sulla malattia, sulla solitudine e sul vuoto affettivo.
Versione originale sottotitoli italiani
Introduce Yeşim Ustaoğlu


Lunedì 26 novembre, ore 18 (replica martedì 27 novembre, ore 22.15), Cinema Lumière
UNDER THE HAWTHORN TREE (Shan zha shu zhi lian, Cina/2010) di Zhang Yimou (114').
Tratto dal romanzo Hawthorn Tree Forever di Ai Mi, a sua volta ispirato a una storia vera, il film di Zhang Yimou è una storia d'amore ambientata durante la Rivoluzione culturale. Protagonisti due giovani, Jing e Sun, e il loro amore puro a dispetto dei frangenti della Storia. Presentato al festival di Pusan 2010 e a Berlino 2011, è un esempio dell'eclettismo del regista, da qualche anno vicino allo spirito e all'identità nazionali promosse dal governo cinese, ma sempre in grado di realizzare solidi prodotti.
Versione originale sottotitoli italiani


Martedì 27 novembre, ore 20, Cinema Lumière
L'ANGELO DELLA SPALLA DESTRA (Fararishtay kifti rost, Francia-Italia-Svizzera-Tagikistan/2002) di Jamshed Usmonov (91')
Dopo dieci anni di loschi traffici passati a Mosca, Hamro ritorna dalla vecchia madre fra le montagne del Tagikistan credendola in fin di vita. Me lei vuole in realtà convincerlo ad allargare il portone di casa per poter permettere alla sua bara di passare, quando sarà il momento. "Cinema realistico con qualche tocco magico e una venatura di leggenda, quella degli angeli che ci portiamo sulle spalle. Attori non professionisti (tutta la famiglia del regista), spontaneità, sguardo giusto: un film acuto, divertente e ironico che viene da lontano" (Bruno Fornara).
Versione originale sottotitoli italiani

Giovedì 29 novembre, ore 18 (replica venerdì 30 novembre, ore 22.15), Cinema Lumière
IL LADRO DI LUCE (Svet Ake, Francia-Kirghizistan-Germania-Belgio/2010) di Aktan Arym Kubat (80')
Il 'signor luce' è elettricista in un paesino del Kirghizistan, ex repubblica sovietica dell'Asia centrale. È 'ladro' a fin di bene: procura elettricità ai concittadini più poveri. Sogna di fornire energia a tutta la comunità con le pale eoliche ma dovrà scontrarsi con gli interessi della classe politica. Tragicommedia poetica e lieve, oppone un personaggio semplice e onesto (interpretato dallo stesso regista) alla corruzione dilagante. Apre squarci suggestivi sulla vita e i rituali delle popolazioni kirghise.
Versione originale sottotitoli italiani


Giovedì 29 novembre, ore 22.15, Cinema Lumière
RAAVANAN (India/2010) di Mani Ratnam (137')
Un feroce e carismatico fuorilegge, un inflessibile poliziotto e la bella moglie di quest'ultimo, rapita per vendetta, sono al centro di un sulfureo melodramma pervaso di carica erotica ma dagli evidenti sottotesti politici. Ratnam riesce rivoltare come un guanto la Bollywood più rumorosa e sgargiante (spettacolarità sfrenata, tripudio di balletti, alchimia di generi, suspense) piegandola alle proprie ambizioni autoriali.
Versione originale sottotitoli italiani


Venerdì 30 novembre, ore 17.15, Cinema Lumière
24 CITY (Er shi si cheng ji, Cina-Hong Kong-Giappone/2008) di Jia Zhang-ke (112')
Una fabbrica di Stato dismessa, la 420, un colosso demolito su cui sta per essere costruito un quartiere residenziale: 24 City. Demolire, occultare, cancellare. Il progresso si mangia spazi, luoghi, ricordi di un 'tempo' che molti cercano di dimenticare. Grazie alla memoria orale di chi lì vi ha lavorato (tra finzione e realtà), Jia Zhang-ke lascia invece che a riemergere sia il passato di quel luogo ormai sepolto.
Versione originale sottotitoli italiani



Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
(+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa@cineteca.bologna.it

Documenti

Scarica il comunicato stampa

Tipo di File: DOC Dimensione: 41.50 Kb

Scarica alcune foto dei film in programma

Tipo di File: ZIP Dimensione: 10.23 Mb