Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa
12 novembre 2012“Ridere civilmente”: è Ettore Scola a offrire, con due semplici parole, una lettura così efficace del lavoro di Luigi Zampa.
Due parole scelte per il volume che proprio così si intitola, Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa, scritto dal critico Alberto Pezzotta e pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna.
Domani, martedì 13 novembre, alle ore 17.30 al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) avremo l’occasione di dialogare proprio con l’autore Alberto Pezzotta – accompagnato dalla responsabile editoriale della Cineteca di Bologna, Paola Cristalli – in occasione della presentazione del libro, alla quale seguirà la proiezione di uno dei titoli più emblematici della filmografia di Luigi Zampa, Anni difficili, pellicola del 1948, recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna.
Presentazione del volume Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa:
«Popolare ma non populista, Luigi Zampa (1905-1991) ha attraversato il neorealismo, ha anticipato la commedia all’italiana, ha scontentato i critici di ogni fazione ed è stato ferocemente censurato dalle istituzioni.
Zampa ha raccontato l’Italia del fascismo, del dopoguerra e del boom; ha mostrato il trasformismo degli italiani in Anni difficili, Anni facili, L’arte di arrangiarsi; ha collaborato con scrittori come Vitaliano Brancati e Alberto Moravia; ha contribuito in modo decisivo a definire i personaggi di Anna Magnani e di Alberto Sordi; ha firmato alcuni dei maggiori successi del nostro cinema: L’onorevole Angelina, Il vigile e Il medico della mutua. Eppure l’ultima monografia su di lui risale al 1956. Anche perché il suo cinema mal si presta a essere inserito nelle categorie storiografiche canoniche: le aggira, le anticipa, le mette in crisi.
Zampa è il meno studiato dei grandi registi del nostro cinema. Ed è uno dei più attuali. I personaggi che abitano i suoi film sono nostri contemporanei: falliti ridicoli e idioti trionfanti. Zampa non si chiama fuori: si mescola con la realtà, si sporca le mani. Ma non rinuncia a una morale. Come ha detto Ettore Scola: “Zampa voleva poter anche ridere delle tragedie dei suoi uomini, ma ridere civilmente”.
Per restituire a Zampa il posto che merita, occorre liberarsi dai pregiudizi. Ripartire dalle fonti: da una parte i dibattiti dell’epoca, dall’altra le inquietanti scartoffie delle commissioni di censura. E rimettere i film in un contesto che è molto più complesso di come di solito viene descritto. Solo così si può capire un regista per cui comicità e denuncia sono complementari e indistricabili: la commedia non assolve, ma inchioda gli italiani ai loro vizi, e non fa sconti».
Presentazione del film Anni difficili:
«Anni difficili suscitò immediatamente accese polemiche, di carattere più politico che estetico. Ad essere giudicata fu soprattutto la rappresentazione dell’Italia e dell’opposizione al regime fascista. Venne accusato tutto il cinema neorealista italiano, e con esso Anni difficili, di “speculazione sulle brutture della patria”. Del film si discusse persino in Parlamento e divenne un caso nazionale. All’interrogazione parlamentare rispose l’onorevole Andreotti, in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo spettacolo, che difese il film dall’accusa di offesa alla dignità nazionale.
Anni difficili, tratto da Il vecchio con gli stivali di Vitaliano Brancati, che collaborò alla sceneggiatura, racconta il ventennio fascista attraverso le disavventure di Aldo Piscitello, impiegato comunale, uomo mite e amante del quieto vivere. Un giorno il Podestà lo invita a iscriversi al Partito Fascista, altrimenti sarà costretto a licenziarlo. Piscitello, seppur di convinzioni democratiche, resta dubbioso e timoroso di fronte a questa disposizione. La moglie gli consiglia di aderire, mentre gli amici antifascisti gli dicono di regolarsi secondo coscienza. Decide di iscriversi al fascio, pensando che in questi anni difficili bisogna “tirare a campare”. Pagherà la sua debolezza con la perdita di un figlio e dell’impiego, mentre personaggi più compromessi di lui col regime sapranno riciclarsi al momento opportuno.
Il film segnò l’inizio della collaborazione tra Zampa e Brancati che, ben consapevoli di affrontare un tema controverso, parlando di Anni difficili sottolinearono come tolleranza e autoironia siano segni distintivi di un paese democratico. “Io spero che la commedia del costume non sia presa come un’accusa agli Italiani” disse Brancati “ma piuttosto come una confessione comune, perché anch’io a quella commedia partecipai… Ridere dei propri difetti è la migliore virtù dei popoli civili”».
Martedì 13 novembre, ore 17.30, Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65)
Presentazione del volume RIDERE CIVILMENTE. IL CINEMA DI LUIGI ZAMPA (Edizioni Cineteca di Bologna 2012)
Introducono l’autore Alberto Pezzotta e Paola Cristalli
a seguire
ANNI DIFFICILI (Italia/1948) di Luigi Zampa (113’)
Il ventennio fascista raccontato attraverso le disavventure di Aldo Piscitello, impiegato comunale di convinzioni democratiche che, invitato dal podestà, decide di iscriversi al fascio, perché in anni difficili bisogna ‘tirare a campare’. Pagherà la sua debolezza, mentre personaggi più compromessi con il regime sapranno riciclarsi al momento opportuno.
Due parole scelte per il volume che proprio così si intitola, Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa, scritto dal critico Alberto Pezzotta e pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna.
Domani, martedì 13 novembre, alle ore 17.30 al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) avremo l’occasione di dialogare proprio con l’autore Alberto Pezzotta – accompagnato dalla responsabile editoriale della Cineteca di Bologna, Paola Cristalli – in occasione della presentazione del libro, alla quale seguirà la proiezione di uno dei titoli più emblematici della filmografia di Luigi Zampa, Anni difficili, pellicola del 1948, recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna.
Presentazione del volume Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa:
«Popolare ma non populista, Luigi Zampa (1905-1991) ha attraversato il neorealismo, ha anticipato la commedia all’italiana, ha scontentato i critici di ogni fazione ed è stato ferocemente censurato dalle istituzioni.
Zampa ha raccontato l’Italia del fascismo, del dopoguerra e del boom; ha mostrato il trasformismo degli italiani in Anni difficili, Anni facili, L’arte di arrangiarsi; ha collaborato con scrittori come Vitaliano Brancati e Alberto Moravia; ha contribuito in modo decisivo a definire i personaggi di Anna Magnani e di Alberto Sordi; ha firmato alcuni dei maggiori successi del nostro cinema: L’onorevole Angelina, Il vigile e Il medico della mutua. Eppure l’ultima monografia su di lui risale al 1956. Anche perché il suo cinema mal si presta a essere inserito nelle categorie storiografiche canoniche: le aggira, le anticipa, le mette in crisi.
Zampa è il meno studiato dei grandi registi del nostro cinema. Ed è uno dei più attuali. I personaggi che abitano i suoi film sono nostri contemporanei: falliti ridicoli e idioti trionfanti. Zampa non si chiama fuori: si mescola con la realtà, si sporca le mani. Ma non rinuncia a una morale. Come ha detto Ettore Scola: “Zampa voleva poter anche ridere delle tragedie dei suoi uomini, ma ridere civilmente”.
Per restituire a Zampa il posto che merita, occorre liberarsi dai pregiudizi. Ripartire dalle fonti: da una parte i dibattiti dell’epoca, dall’altra le inquietanti scartoffie delle commissioni di censura. E rimettere i film in un contesto che è molto più complesso di come di solito viene descritto. Solo così si può capire un regista per cui comicità e denuncia sono complementari e indistricabili: la commedia non assolve, ma inchioda gli italiani ai loro vizi, e non fa sconti».
Presentazione del film Anni difficili:
«Anni difficili suscitò immediatamente accese polemiche, di carattere più politico che estetico. Ad essere giudicata fu soprattutto la rappresentazione dell’Italia e dell’opposizione al regime fascista. Venne accusato tutto il cinema neorealista italiano, e con esso Anni difficili, di “speculazione sulle brutture della patria”. Del film si discusse persino in Parlamento e divenne un caso nazionale. All’interrogazione parlamentare rispose l’onorevole Andreotti, in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo spettacolo, che difese il film dall’accusa di offesa alla dignità nazionale.
Anni difficili, tratto da Il vecchio con gli stivali di Vitaliano Brancati, che collaborò alla sceneggiatura, racconta il ventennio fascista attraverso le disavventure di Aldo Piscitello, impiegato comunale, uomo mite e amante del quieto vivere. Un giorno il Podestà lo invita a iscriversi al Partito Fascista, altrimenti sarà costretto a licenziarlo. Piscitello, seppur di convinzioni democratiche, resta dubbioso e timoroso di fronte a questa disposizione. La moglie gli consiglia di aderire, mentre gli amici antifascisti gli dicono di regolarsi secondo coscienza. Decide di iscriversi al fascio, pensando che in questi anni difficili bisogna “tirare a campare”. Pagherà la sua debolezza con la perdita di un figlio e dell’impiego, mentre personaggi più compromessi di lui col regime sapranno riciclarsi al momento opportuno.
Il film segnò l’inizio della collaborazione tra Zampa e Brancati che, ben consapevoli di affrontare un tema controverso, parlando di Anni difficili sottolinearono come tolleranza e autoironia siano segni distintivi di un paese democratico. “Io spero che la commedia del costume non sia presa come un’accusa agli Italiani” disse Brancati “ma piuttosto come una confessione comune, perché anch’io a quella commedia partecipai… Ridere dei propri difetti è la migliore virtù dei popoli civili”».
Martedì 13 novembre, ore 17.30, Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65)
Presentazione del volume RIDERE CIVILMENTE. IL CINEMA DI LUIGI ZAMPA (Edizioni Cineteca di Bologna 2012)
Introducono l’autore Alberto Pezzotta e Paola Cristalli
a seguire
ANNI DIFFICILI (Italia/1948) di Luigi Zampa (113’)
Il ventennio fascista raccontato attraverso le disavventure di Aldo Piscitello, impiegato comunale di convinzioni democratiche che, invitato dal podestà, decide di iscriversi al fascio, perché in anni difficili bisogna ‘tirare a campare’. Pagherà la sua debolezza, mentre personaggi più compromessi con il regime sapranno riciclarsi al momento opportuno.
Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
(+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa@cineteca.bologna.it
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