Quattro volte Bergman
5 luglio 2012
Il simbolo stesso del cinema svedese se ne andava nel luglio di cinque anni fa (il 30 luglio del 2007, per la precisione, come un altro grande maestro del cinema, italiano, questa volta, Michelangelo Antonioni).
Tre i Premi Oscar alle sue opere per il Miglior film straniero: consecutivi i primi due per La fontana della vergine (1961) e Come in uno specchio (1962), poi di nuovo nel 1984 per Fanny e Alexander. Un quarto Premio Oscar (quello intitolato alla memoria di Irving G. Thalberg, dedicato ai “produttori creativi”) gli viene assegnato nel 1971.
È Ingmar Bergman, autore dalla filmografia prolifica, fonte alla quale la Cineteca di Bologna ha attinto per costruire il suo omaggio in Piazza Maggiore al regista svedese, tutto in versione originale con sottotitoli italiani, per il cartellone di Sotto le stelle del cinema.
Quattro titoli in programma: tre rappresentativi del Bergman della seconda metà degli anni Cinquanta, per poi sconfinare, con il già citato Fanny e Alexander, nei primi anni Ottanta.
Inaugura il ciclo Il posto delle fragole (1957) venerdì 6 luglio, alle ore 22, come tutte le altre serate, seguito sabato 7 luglio da Fanny e Alexander (1982), domenica 8 luglio da Sorrisi di una notte d’estate (1955) e lunedì 9 luglio da Il settimo sigillo (1957).
L’omaggio a Ingmar Bergman è realizzato in collaborazione con Bim, che detiene i diritti in Italia per i film del regista, mentre le copie provengono da Svenska Filminstitutet.
Sotto le stelle del cinema
Venerdì 6 luglio, ore 22, Piazza Maggiore
IL POSTO DELLE FRAGOLE (Smultronstället, Svezia/1957) di Ingmar Bergman (91’)
Versione originale con sottotitoli italiani
Isak Borg, un vecchio professore carico di gloria e prestigio (lo interpreta il grande attore e regista Victor Sjöström), intraprende un viaggio con la nuora (Ingrid Thulin) per andare a ritirare l’ennesima onorificenza accademica. Ma il tempo del tragitto (e l’occasione di incontri occasionali con tre giovani autostoppisti, come con una coppia avvelenata da risentimenti reciproci) gli offre l’occasione per misurarsi con l’egoismo e la freddezza che hanno dominato la sua esistenza e per interrogare il proprio passato, cercandovi le chiavi dei propri errori e le soluzioni per un riscatto morale in extremis. Aperto da una delle sequenze d’incubo più emozionanti della storia del cinema, Smultronstället (letteralmente “le fragole selvatiche”) è un magistrale viaggio nella memoria che coincide con una spietata verifica della coscienza di un uomo nel dietro le quinte della sua vita. Bergman adotta la dimensione onirica come specchio per penetrare le verità sgradevoli dell’esistenza di un uomo ‘dalla buona reputazione’ e, grazie al sogno, lo precipita, ormai vecchio, nel proprio passato per confrontarlo agli alibi, agli inganni e alle rinunce che ne hanno costellato la giovinezza. Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 1958. (Roberto Chiesi)
Copia proveniente da Svenska Filminstitutet su autorizzazione di Bim
Sabato 7 luglio, ore 22, Piazza Maggiore
FANNY E ALEXANDER (Fanny och Alexander, Svezia/1982) di Ingmar Bergman (188’)
Versione originale con sottotitoli italiani
Primi del Novecento. Alexander e Fanny perdono improvvisamente il padre e l’infanzia dorata nel seno di una grande e ricca famiglia svedese. Li attende la brutale autorità di un patrigno in abito talare, il vescovo Vergerus, come in una variazione sul tema di Hansel e Grethel. Ma la magia li aiuterà. Il film dell’annunciato commiato di Ingmar Bergman dal cinema è al tempo stesso un grande romanzo d’iniziazione alla vita, un grandioso affresco realistico e visionario, una fiaba crudele e ottimista, in cui si riverberano sottili echi dei suoi film precedenti. È una cattedrale narrativa ricca di umorismo, di sensualità e di incubi, abitata da una serie di personaggi indimenticabili, sanguigni o ambigui: il volpino mago ebreo Jacobi, la morbosa governante Justine, il tormentato zio Carl, la bellissima madre Emilie, il diabolico vescovo Vergerus, l’arguta nonna Helen e poi fantasmi, ermafroditi veggenti, arpie, satiri, in un fluire narrativo dove l’immaginazione e la realtà si confondono continuamente. In questa serata verrà riproposta la versione che lo stesso Bergman ridusse per le sale cinematografiche, dopo averne realizzato un’edizione più lunga, destinata alla televisione. (Roberto Chiesi)
Copia proveniente da Svenska Filminstitutet su autorizzazione di Bim
Domenica 8 luglio, ore 22, Piazza Maggiore
SORRISI DI UNA NOTTE D’ESTATE (Sommarnattens leende, Svezia/1955) di Ingmar Bergman (108’)
Versione originale con sottotitoli italiani
Le commedie di Ingmar Bergman sono percorse dalla divertita spregiudicatezza con cui descrive le dinamiche del desiderio e delle passioni, mentre i temi gravi aleggiano sullo sfondo. Scritto dallo stesso Bergman, memore di Marivaux, Beaumarchais e Anouilh, Sorrisi di una notte d’estate è forse il suo film più armonioso di questo registro lieve e disincantato. Racconta una ronde di mariti, mogli e amanti della buona borghesia scandinava che tradiscono, infrangono o ritrovano i loro legami sentimentali e coniugali. Le incomprensioni fra i due sessi si trasformano in divertenti e maliziosi duelli dialettici che ruotano intorno ai giochi, spesso crudeli, della seduzione, come ai moti volubili e imprevedibili dei sentimenti. Primo film di Bergman a essere distribuito in Italia (dopo il successo al Festival di Cannes del 1956), cadde sotto le forche caudine della censura nostrana che, dopo averlo bollato come un’opera che “può influire negativamente sull’animo dei giovani” [sic], lo manipolò e tagliò pesantemente. Per esempio, nella versione italiana, Henrik Egerman – figlio del protagonista, l’avvocato Fredrik – venne arbitrariamente ‘trasformato’ dal doppiaggio in suo nipote, per fugare ogni eventuale alone incestuoso nella sua fuga d’amore con la seconda moglie del padre, la giovane Anne. Verrà qui proposta la versione integrale, con dieci minuti in più rispetto a quella distribuita negli anni Cinquanta. (Roberto Chiesi)
Copia proveniente da Svenska Filminstitutet su autorizzazione di Bim
Lunedì 9 luglio, ore 22, Piazza Maggiore
IL SETTIMO SIGILLO (Det sjunde inseglet, Svezia/1957) di Ingmar Bergman (96’)
Versione originale con sottotitoli italiani
“Da bambino mi capitava talvolta di seguire mio padre nei suoi spostamenti quando doveva officiare messa nelle piccole chiese di campagna dei dintorni di Stoccolma. […] Mentre mio padre parlava dal pulpito, e i fedeli pregavano, cantavano o ascoltavano, io concentravo la mia attenzione sul mondo segreto della chiesa, costituito da volte basse, mura spesse, profumo di eternità, luce solare che tremava sulla strana vegetazione dei dipinti medioevali e sulle figure scolpite sul soffitto e sulle mura. C’era tutto ciò che la fantasia può desiderare: angeli, santi, dragoni, profeti, demoni, bambini. C’erano animali estremamente spaventosi: i serpenti del Paradiso, l’asino di Balaam, la balena di Jonas, l’aquila dell’apocalisse… In un bosco, la Morte era seduta e giocava a scacchi con un cavaliere… una creatura dagli occhi spalancati si attaccava ad un albero mentre in basso la Morte si accingeva a segare l’albero. Sulle colline in lieve pendenza la Morte conduceva la danza finale verso il paese delle tenebre”. Come dimostrano queste parole di Bergman, l’evocazione visionaria del XIV secolo racchiusa nel Settimo sigillo ha origini remote che affondano nelle fantasie dell’infanzia. Il Medioevo di Bergman è una dimensione dove proiettare fantasmi e angosce che assediano l’individuo nel profondo. (Roberto Chiesi)
Copia proveniente da Svenska Filminstitutet su autorizzazione di Bim
Sotto le stelle del cinema
Bologna, 19 giugno – 30 luglio 2012
Spettacoli:
Piazza Maggiore: ore 22 (dal 19 giugno al 16 luglio); ore 21.45 (dal 17 al 30 luglio)
ingresso gratuito
Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
(+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa@comune.bologna.it
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