La dimensione internazionale del Cinema Ritrovato
29 giugno 2012
Aggirandosi per le strade della città si percepisce qualcosa di particolare qualcosa che dà nell’occhio: molto giallo (il colore scelto quest’anno per la borsa del festival), curiosi cordoncini al collo (quelli per non perdere mai il proprio accredito), facce di ogni colore sfrecciare a piedi. Vanno da una sala all’altra per non perdere quel fotogramma, quel frammento, quel film che altrimenti non rivedranno mai più. Ed erano venuti a Bologna per questo.
Prima ancora dei numeri, quest’aria nuova è Il Cinema Ritrovato. Ma i numeri sono importanti: e allora contiamoli i 1.800 gli accreditati totali (con un aumento di un quinto rispetto ai 1.500 dello scorso anno, sintomo di una fidelizzazione del pubblico della Cineteca di Bologna), dei quali quasi un migliaio da tutto il mondo (37 i Paesi rappresentati): un’affluenza che è di quantità e di qualità: una media, quella monitorata dall’inizio del festival, che a un giorno dalla sua conclusione fa attestare gli spettatori vicini ai 70.000 dello scorso anno: una conferma importante, in un 2012 di crisi economica conclamata e la “concorrenza” dei campionati europei di calcio.
Al festival si raccolgono poi i rappresentanti delle maggiori istituzioni cinematografiche nel mondo, che qui a Bologna intrecciano le loro idee per poi riportarle – lo si può dire con una punta d’orgoglio – a Parigi, per fare un esempio, dove la Cinémathèque Française (il cui direttore Serge Toubiana è in questi giorni al Cinema Ritrovato) un festival parigino sulla storia e sulla memoria cinematografica.
Oltre al festival “che si vede”, Il Cinema Ritrovato fa da riferimento anche per meeting professionali che naturalmente non arrivano all’occhio del cittadino: ma non possiamo dimenticare i 45 esercenti del circuito di Europa Cinemas (la principale rete di sale cinematografiche per la promozione del cinema europeo) che si riuniscono a convegno ogni anno a Bologna; o i giovani che con passione maniacale partecipano al corso di alta specializzazione che solo a Bologna possono trovare: ça va sans dire, quello di restauro cinematografico, promosso dalla Fédération Internationale des Archives du Film ormai tradizionalmente al Laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Ma quest’anno si è deciso proprio di dare vetrina pubblica ai tanti addetti ai lavori che partecipano al Cinema Ritrovato. E lo si è fatto chiedendo loro di declinare, ciascuno secondo il proprio pensiero e la propria sensibilità, il tema di fondo che fa esistere il cinema, che fa esistere il pubblico, che fa esistere le cineteche: la cinefilia.
E allora sono intervenuti il direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux, i pilastri della critica francese (Paul Vecchiali, Jean Douchet, Michel Ciment, Jean Gili, per fare due esempi), anglosassone (Kevin Brownlow, David Robinson, Ian Christie), scandinava (le “brigate cinefile”, così si definiscono, di Olaf Möller).
Naturalmente, al di là della fascia quotidiana dedicata alla Cinefilia ritrovata, gli incontri con gli ospiti negli otto giorni del festival si susseguono a spron battuto: citiamo in ordine sparso Gianni Amelio (testimonial del restauro, eseguito dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, di Viaggio in Italia di Roberto Rossellini), John Boorman (in Piazza Maggiore per il suo Point Blank), Agnès Varda (testimonial del restauro di Lola del marito Jacques Demy), Raffaella Leone, Claudio Mancini, Enrico Medioli, Franco Ferrini (tutti per il grande evento del festival, il restauro, eseguito sempre dalla Cineteca di Bologna, di C’era una volta in America di Sergio Leone), Thelma Schoonmaker, premio Oscar e montatrice storica di Martin Scorsese (testimonial per il film del marito Michael Powell The Life and Death of Colonel Blimp), Jérôme Seydoux, presidente della Pathé, affezionato del festival e arrivato quest’anno per presentare in Piazza Maggiore il restauro di Tess di Roman Polanski, Grover Crisp (di Sony Columbia, tra le figure più importanti a livello internazionale per il restauro cinematografico, a Bologna per il restauro di Lawrence d’Arabia di David Lean e di Bonjour Tristesse di Otto Preminger).
E in tutto questo, il territorio bolognese? Si immagina facilmente la ricaduta di una tale affluenza e l’indotto di cui beneficiano le strutture alberghiere, i ristoranti, i caffè (e ci riferiamo in particolare a una zona, la Manifattura delle Arti, che vive proprio in questo momento il suo lancio): 400 camere per 1750 notti in totale, 15 strutture alberghiere utilizzate 40 i ristoranti convenzionati.
Insomma, quello che colpisce, in un bilancio a un giorno dalla fine della XXVI edizione del festival Il Cinema Ritrovato è un connubio tra qualità e quantità: un turismo di livello alto eppure di così forte impatto numerico, a testimonianza del fatto che sia un festival per cinefili, e non solo.
E domani, sabato 30 giugno, gran finale in Piazza Maggiore con tre restauri dei cortometraggi di Charles Chaplin, The Immigrant, The Rink e Easy Street, con l’Orchestra del Teatro Comunale diretta da Timothy Brock e le nuove partiture dello stesso Brock, Neil Brand e Antonio Coppola.
Il Cinema Ritrovato
XXVI edizione
22 giugno anteprima restauro C’era una volta in America
23 – 30 giugno
Luoghi
Piazza Maggiore; Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65); Cinema Arlecchino (via Lame, 57); Cinema Jolly (via Marconi, 14); Biblioteca Renzo Renzi (via Azzo Gardino, 65); Sala Cervi e Sala espositiva (via Riva di Reno, 72)
Informazioni
tel: (+39) 0512194814
ilcinemaritrovato@comune.bologna.it
fondazione.cinetecadibologna.it/cinemaritrovato2012
Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
tel: (+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa@comune.bologna.it
Documenti
Tipo di File: PDF Dimensione: 35.69 Kb
Tipo di File: ZIP Dimensione: 26.28 Mb