Retrospettiva e convegno sul 'Found Footage'
17 aprile 2012Quello di Alina Marazzi è uno degli esempi più apprezzati dei nostri giorni: ma l’utilizzo di immagini d’archivio (found footage) per realizzare film ha una storia antica nel cinema.
Una vicenda che verrà ripercorsa nella tre giorni promossa dal CIMES Centro del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Soggettiva per culminare proprio con uno dei film più amati di Alina Marazzi, Vogliamo anche le rose.
Si inaugura domani, mercoledì 18 aprile la tre giorni Film che producono film. Donne senza macchina da presa, con la proiezione alle ore 20 al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) del primo programma, excursus nella cinematografia femminile dagli anni Cinquanta a oggi.
Giovedì 19 e venerdì 20 aprile (ore 10-19, Laboratori DMS, via Azzo Gardino, 65) il svolgerà anche il convegno, curato da Monica Dall’Asta, Verifiche incerte sul cinema senza macchina da presa.
Nuovi appuntamenti al Cinema Lumière giovedì 19 aprile, alle ore 20, con il secondo programma dedicato al found footage femminile, e venerdì 20 aprile, sempre alle ore 20, con la proiezione di Vogliamo anche le rose, introdotta da Alina Marazzi.
Film che producono film. Donne senza macchina da presa
Mercoledì 18 aprile, ore 20, Cinema Lumière
ODDS AND ENDS (USA/1959) di Jane Conger Belson Shimane (4’)
SKELEHELLAVISION (USA/2002) di Martha Colburn (8’)
PERMANENT WAVE (USA/1966) di Anita Thacher (3’)
REMOVED (USA/1999) di Naomi Uman (9’)
THE COLOR OF LOVE (USA/1994) di Peggy Ahwesh (10’)
BEIRUT OUTTAKES (USA/2007) di Peggy Ahwesh (7’)
HOME MOVIE (Francia/1986) di Cécile Fontaine (5’)
CORRESPONDANCE (Francia/1985) di Cécile Fontaine (3’)
SELF PORTRAIT POST MORTEM (Canada/2002) di Louise Bourque (2’)
JOURS EN FLEUR (Canada/2003) di Louise Bourque (5’)
L’ÉCLAT DU MAL (Canada/2009) di Louise Bourque (9’)
Fare film senza macchina da presa? Sembra un controsenso, ma su questa scommessa si è costituito uno dei filoni più produttivi del cinema sperimentale. Creato alla moviola tramite ricombinazione di immagini preesistenti, il cinema del riuso o found footage si è anche rivelato nel tempo come uno degli ambiti più favorevoli per l’espressione femminile. Dalle opere pionieristiche di Jane Shimane e Anita Thacher, ai film di Cécile Fontaine, Peggy Ahwesh, Louise Bourque, questo primo appuntamento offre una preziosa selezione di pellicole di notevole potenza critica e decostruttiva, che hanno avuto una circolazione limitata anche negli ambienti del cinema sperimentale.
Giovedì 19 aprile, ore 20, Cinema Lumière
COVERT ACTION (USA/1984) di Abigail Child (10’)
UNTIED (USA/2000) di Deborah Stratman (3’)
A WINTER’S NIGHT (Olanda/2003) di Barbara Meter (8’)
I BEGIN TO KNOW YOU (USA/1992) di Lana Lin (3’)
SPHERE: CIRCLE: ROUND (USA/1992) di Lana Lin (2’)
THROUGH THE DOOR (USA/1992) di Lana Lin (3’)
RUDOLPH VALENTINO S’EST SUICIDÉ POUR MOI (Francia/1979) di Hélèn Richol (6’)
LOGOMAGIE (Francia/1997) di Frédérique Devaux (4’)
THE LIVING ROCK (USA/1989) di Caroline Avery (10’)
UNNAMED FILM (USA/1989) di Caroline Avery (1’)
GIVE AIDS THE FREEZE (Germania/1991) di Cathy Joritz (2’)
NEGATIVE MAN (Rft/1985) di Cathy Joritz (2’)
L.F.M.C. DEMOLITION (GB/2004) di Anna Thew (10’)
Il gioco della risignificazione – condotto in autonomia in quella vera e propria ‘stanza tutta per sé’ che è la sala di montaggio – è al centro anche del secondo appuntamento con il found footage al femminile. Il programma inizia con la proiezione di Covert Action, leggendario film realizzato nel 1984 da Abigail Child. Seguono pellicole di altre cineaste misconosciute, ma di grande originalità, come Lana Lin, Deborah Stratman, Caroline Avery, Cathy Joritz, Barbara Meter. Nei loro film il montaggio diviene uno strumento di sovvertimento del senso, un’arma per rivelare e ribaltare gli stereotipi di genere diffusi dai media.
Venerdì 20 aprile, ore 20, Cinema Lumière
VOGLIAMO ANCHE LE ROSE (Italia-Svizzera/2007) di Alina Marazzi (87’)
Il documentario indaga lo sviluppo dei movimenti femminili tra gli anni Sessanta e Settanta, un momento della storia italiana contraddistinto da un fenomeno prima di allora inedito: il bisogno da parte delle donne di esprimere l’identità femminile intesa come realtà complessa e indipendente dal mondo maschile. Il film, realizzato in gran parte attraverso un procedimento di found footage, esprime le potenzialità del montaggio restituendo, mediante le immagini d’archivio, le atmosfere culturali e sociali di un’epoca.
Introduce Alina Marazzi
Una vicenda che verrà ripercorsa nella tre giorni promossa dal CIMES Centro del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Soggettiva per culminare proprio con uno dei film più amati di Alina Marazzi, Vogliamo anche le rose.
Si inaugura domani, mercoledì 18 aprile la tre giorni Film che producono film. Donne senza macchina da presa, con la proiezione alle ore 20 al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) del primo programma, excursus nella cinematografia femminile dagli anni Cinquanta a oggi.
Giovedì 19 e venerdì 20 aprile (ore 10-19, Laboratori DMS, via Azzo Gardino, 65) il svolgerà anche il convegno, curato da Monica Dall’Asta, Verifiche incerte sul cinema senza macchina da presa.
Nuovi appuntamenti al Cinema Lumière giovedì 19 aprile, alle ore 20, con il secondo programma dedicato al found footage femminile, e venerdì 20 aprile, sempre alle ore 20, con la proiezione di Vogliamo anche le rose, introdotta da Alina Marazzi.
Film che producono film. Donne senza macchina da presa
Mercoledì 18 aprile, ore 20, Cinema Lumière
ODDS AND ENDS (USA/1959) di Jane Conger Belson Shimane (4’)
SKELEHELLAVISION (USA/2002) di Martha Colburn (8’)
PERMANENT WAVE (USA/1966) di Anita Thacher (3’)
REMOVED (USA/1999) di Naomi Uman (9’)
THE COLOR OF LOVE (USA/1994) di Peggy Ahwesh (10’)
BEIRUT OUTTAKES (USA/2007) di Peggy Ahwesh (7’)
HOME MOVIE (Francia/1986) di Cécile Fontaine (5’)
CORRESPONDANCE (Francia/1985) di Cécile Fontaine (3’)
SELF PORTRAIT POST MORTEM (Canada/2002) di Louise Bourque (2’)
JOURS EN FLEUR (Canada/2003) di Louise Bourque (5’)
L’ÉCLAT DU MAL (Canada/2009) di Louise Bourque (9’)
Fare film senza macchina da presa? Sembra un controsenso, ma su questa scommessa si è costituito uno dei filoni più produttivi del cinema sperimentale. Creato alla moviola tramite ricombinazione di immagini preesistenti, il cinema del riuso o found footage si è anche rivelato nel tempo come uno degli ambiti più favorevoli per l’espressione femminile. Dalle opere pionieristiche di Jane Shimane e Anita Thacher, ai film di Cécile Fontaine, Peggy Ahwesh, Louise Bourque, questo primo appuntamento offre una preziosa selezione di pellicole di notevole potenza critica e decostruttiva, che hanno avuto una circolazione limitata anche negli ambienti del cinema sperimentale.
Giovedì 19 aprile, ore 20, Cinema Lumière
COVERT ACTION (USA/1984) di Abigail Child (10’)
UNTIED (USA/2000) di Deborah Stratman (3’)
A WINTER’S NIGHT (Olanda/2003) di Barbara Meter (8’)
I BEGIN TO KNOW YOU (USA/1992) di Lana Lin (3’)
SPHERE: CIRCLE: ROUND (USA/1992) di Lana Lin (2’)
THROUGH THE DOOR (USA/1992) di Lana Lin (3’)
RUDOLPH VALENTINO S’EST SUICIDÉ POUR MOI (Francia/1979) di Hélèn Richol (6’)
LOGOMAGIE (Francia/1997) di Frédérique Devaux (4’)
THE LIVING ROCK (USA/1989) di Caroline Avery (10’)
UNNAMED FILM (USA/1989) di Caroline Avery (1’)
GIVE AIDS THE FREEZE (Germania/1991) di Cathy Joritz (2’)
NEGATIVE MAN (Rft/1985) di Cathy Joritz (2’)
L.F.M.C. DEMOLITION (GB/2004) di Anna Thew (10’)
Il gioco della risignificazione – condotto in autonomia in quella vera e propria ‘stanza tutta per sé’ che è la sala di montaggio – è al centro anche del secondo appuntamento con il found footage al femminile. Il programma inizia con la proiezione di Covert Action, leggendario film realizzato nel 1984 da Abigail Child. Seguono pellicole di altre cineaste misconosciute, ma di grande originalità, come Lana Lin, Deborah Stratman, Caroline Avery, Cathy Joritz, Barbara Meter. Nei loro film il montaggio diviene uno strumento di sovvertimento del senso, un’arma per rivelare e ribaltare gli stereotipi di genere diffusi dai media.
Venerdì 20 aprile, ore 20, Cinema Lumière
VOGLIAMO ANCHE LE ROSE (Italia-Svizzera/2007) di Alina Marazzi (87’)
Il documentario indaga lo sviluppo dei movimenti femminili tra gli anni Sessanta e Settanta, un momento della storia italiana contraddistinto da un fenomeno prima di allora inedito: il bisogno da parte delle donne di esprimere l’identità femminile intesa come realtà complessa e indipendente dal mondo maschile. Il film, realizzato in gran parte attraverso un procedimento di found footage, esprime le potenzialità del montaggio restituendo, mediante le immagini d’archivio, le atmosfere culturali e sociali di un’epoca.
Introduce Alina Marazzi
Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
tel (+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa2@comune.bologna.it
Andrea Ravagnan
tel (+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa2@comune.bologna.it
Documenti
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