Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano
1° dicembre 2011Una nuova luce su alcune figure-chiave di un periodo della storia del cinema muto italiano caratterizzato da fecondi scambi tra la scena e lo schermo: al Cinema Lumière la retrospettiva Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano, che vedrà protagonisti i volti di Febo Mari, eclettico e ambizioso attore-regista; Lucio D’Ambra, poligrafo e pionieristico regista del genere brillante; Ubaldo Maria Del Colle che, partito dalle assi del palcoscenico, ha attraversato quasi cinquant’anni di storia del nostro cinema.
Primo appuntamento venerdì 2 dicembre, alle ore 18 al Cinema Lumière, con La signorina ciclone di Augusto Genina ed Effetti di luce di Ugo Falena ed Ercole Luigi Morselli, nelle copie restaurate dalla Cineteca di Bologna e con accompagnamento in sala al pianoforte di Marco Dalpane.
La proiezione sarà introdotta da Michele Canosa, docente di filologia del cinema dell’Università di Bologna.
La retrospettiva Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano proseguirà martedì 6 dicembre, alle ore 17.45, con Carnevalesca di Amleto Palermi; mercoledì 7 dicembre, alle ore 18, con La Madonnina dei marinari di Ubaldo Maria del Colle e Il fuoco di Piero Fosco; lunedì 12 dicembre, alle ore 17, con Le mogli e le arance di Luigi Serventi con la collaborazione di Lucio D’Ambra e Luigi Sapelli.
La retrospettiva Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano è promossa in collaborazione con DMS – Dipartimento di Musica e Spettacolo – Università di Bologna.
Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano
Venerdì 2 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
LA SIGNORINA CICLONE (Italia/1916) di Augusto Genina (23’)
Nell’autobiografia Gli anni della Feluca Lucio D’Ambra ricorda la collaborazione con Augusto Genina in questo film parlando di “aerea trasfigurazione della realtà in qualcosa d’immateriale e di fiabesco”. La signorina Ciclone è una vulcanica miss (interpretata dalla “celebre attrice e danzatrice russa” Napierkowska) che tiene al guinzaglio levrieri, felini e damerini. Al riparo di un felpato moralismo, la pellicola strizza l’occhio alla libertà dei costumi, e imbastisce una commedia brillante − memore del teatro di pochade − che fonda il proprio frenetico ritmo su accumulo e ripetizione, incalzando lo spettatore per farlo ridere, con garbo.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna
A seguire
EFFETTI DI LUCE (Italia/1916) di Ugo Falena ed Ercole Luigi Morselli (39’)
Commedia pochadistica dell’irrefrenabile poligrafo (“primario romanziere di second’ordine” come lo definì Roberto Paolella) Lucio D’Ambra. Già portata in scena alla Stabile Argentina di Roma, nel 1907, Effetti di luce torna alla ribalta sullo schermo con la regia congiunta di Ugo Falena e del commediografo Ettore Morselli. Come ne dirà lo stesso D’Ambra, sulle pagine della rivista “Il Tirso”, “appartiene a un genere difficile, che è arte quanto, ne più ne meno, un dramma o una tragedia”.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Michele Canosa
Martedì 6 dicembre, ore 17.45, Cinema Lumière
CARNEVALESCA (Italia/1918) di Amleto Palermi (88’)
È stato giudicato un film fastidioso: troppo sprofondato nelle spire di un’estetica attardata nella Bisanzio ottocentesca. Mentre oggi, rivisto da prospettive storiografiche non più dedite all’allucinazione del sacro graal neorealista, ci appare quale uno splendido cine-poema denso di suggestioni sorprendenti. Insomma, Carnevalesca va ri-visto da opposta prospettiva. Non si tratta di retrovia, ma della ’nostra’ avanguardia: quella del cinema, italiano, muto. L’interpretazione di Lyda Borelli contribuisce a trafiggere la visione di immagini memorabili.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Michele Canosa
Mercoledì 7 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
LA MADONNINA DEI MARINARI (Italia/1928) di Ubaldo Maria del Colle
Il film è uno degli ultimi realizzati da Del Colle per la Lombardo Film e uno dei più popolari di Leda Gys. Consacrando il sodalizio tra la casa di produzione e la diva che avrà un ruolo di spicco nel cinema nazionale degli anni Venti, il film sintetizza e racchiude in sé quel paradigma iconografico ricorrente nei film muti napoletani. La città e il suo paesaggio fanno da sfondo all’intera vicenda. Napoli con il suo mare, il golfo con le barche che si stagliano all’orizzonte, la musica e i balli sono una parte fondamentale della dimensione diegetica.
A seguire
IL FUOCO(Italia/1915) di Piero Fosco (45’)
Quando Il Fuoco esce in sala viene prontamente salutato come la riprova “che la cinematografia è arte”. In contro-tendenza con l’opulenza (di scenografia, maestranze) del filone medievaleggiante e ‘romano-pompeiano’ in voga nel periodo, questo trittico (la favilla, la vampa, la cenere) ruota su due soli personaggi: il pittore ignoto, interpretato da Febo Mari, e la poetessa illustre, provocante divinità ctonia interpretata da Pina Menichelli. I due si sfidano a un duello artistico-amoroso nelle gotiche sale del castello dei Gufi, nido di una passione che divampa, consegnando, a lui, un barlume bruciante d’ispirazione, a lei, un diversivo dalla noia.
Copia restaurata proveniente da Museo Nazionale del Cinema
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Michele Canosa
Lunedì 12 dicembre, ore 17, Cinema Lumière
LE MOGLI E LE ARANCE (Italia/1917) di Luigi Serventi con la collaborazione di Lucio D’Ambra e Luigi Sapelli (70’)
Grazie al restauro della Cineteca Nazionale (frutto di un recente ritrovamento in Austria) questo film ci offre l’opportunità di studiare sullo schermo il ‘dambrismo’ cinematografico al suo massimo fulgore, ossia il periodo in cui D’Ambra, dopo aver fondato la leggendaria Casa Do.Re.Mi, tocca l’apice delle invenzioni di “fantasia di linee e volumi in movimento” (Eugenio Palmieri). Il film viene spesso ricordato per rivelare nel finale, come scrive lo storico-precursore Roberto Paolella, “il gusto di una composizione alla maniera di Méliès”.
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Primo appuntamento venerdì 2 dicembre, alle ore 18 al Cinema Lumière, con La signorina ciclone di Augusto Genina ed Effetti di luce di Ugo Falena ed Ercole Luigi Morselli, nelle copie restaurate dalla Cineteca di Bologna e con accompagnamento in sala al pianoforte di Marco Dalpane.
La proiezione sarà introdotta da Michele Canosa, docente di filologia del cinema dell’Università di Bologna.
La retrospettiva Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano proseguirà martedì 6 dicembre, alle ore 17.45, con Carnevalesca di Amleto Palermi; mercoledì 7 dicembre, alle ore 18, con La Madonnina dei marinari di Ubaldo Maria del Colle e Il fuoco di Piero Fosco; lunedì 12 dicembre, alle ore 17, con Le mogli e le arance di Luigi Serventi con la collaborazione di Lucio D’Ambra e Luigi Sapelli.
La retrospettiva Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano è promossa in collaborazione con DMS – Dipartimento di Musica e Spettacolo – Università di Bologna.
Attori e generi teatrali nel cinema muto italiano
Venerdì 2 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
LA SIGNORINA CICLONE (Italia/1916) di Augusto Genina (23’)
Nell’autobiografia Gli anni della Feluca Lucio D’Ambra ricorda la collaborazione con Augusto Genina in questo film parlando di “aerea trasfigurazione della realtà in qualcosa d’immateriale e di fiabesco”. La signorina Ciclone è una vulcanica miss (interpretata dalla “celebre attrice e danzatrice russa” Napierkowska) che tiene al guinzaglio levrieri, felini e damerini. Al riparo di un felpato moralismo, la pellicola strizza l’occhio alla libertà dei costumi, e imbastisce una commedia brillante − memore del teatro di pochade − che fonda il proprio frenetico ritmo su accumulo e ripetizione, incalzando lo spettatore per farlo ridere, con garbo.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna
A seguire
EFFETTI DI LUCE (Italia/1916) di Ugo Falena ed Ercole Luigi Morselli (39’)
Commedia pochadistica dell’irrefrenabile poligrafo (“primario romanziere di second’ordine” come lo definì Roberto Paolella) Lucio D’Ambra. Già portata in scena alla Stabile Argentina di Roma, nel 1907, Effetti di luce torna alla ribalta sullo schermo con la regia congiunta di Ugo Falena e del commediografo Ettore Morselli. Come ne dirà lo stesso D’Ambra, sulle pagine della rivista “Il Tirso”, “appartiene a un genere difficile, che è arte quanto, ne più ne meno, un dramma o una tragedia”.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Michele Canosa
Martedì 6 dicembre, ore 17.45, Cinema Lumière
CARNEVALESCA (Italia/1918) di Amleto Palermi (88’)
È stato giudicato un film fastidioso: troppo sprofondato nelle spire di un’estetica attardata nella Bisanzio ottocentesca. Mentre oggi, rivisto da prospettive storiografiche non più dedite all’allucinazione del sacro graal neorealista, ci appare quale uno splendido cine-poema denso di suggestioni sorprendenti. Insomma, Carnevalesca va ri-visto da opposta prospettiva. Non si tratta di retrovia, ma della ’nostra’ avanguardia: quella del cinema, italiano, muto. L’interpretazione di Lyda Borelli contribuisce a trafiggere la visione di immagini memorabili.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Michele Canosa
Mercoledì 7 dicembre, ore 18, Cinema Lumière
LA MADONNINA DEI MARINARI (Italia/1928) di Ubaldo Maria del Colle
Il film è uno degli ultimi realizzati da Del Colle per la Lombardo Film e uno dei più popolari di Leda Gys. Consacrando il sodalizio tra la casa di produzione e la diva che avrà un ruolo di spicco nel cinema nazionale degli anni Venti, il film sintetizza e racchiude in sé quel paradigma iconografico ricorrente nei film muti napoletani. La città e il suo paesaggio fanno da sfondo all’intera vicenda. Napoli con il suo mare, il golfo con le barche che si stagliano all’orizzonte, la musica e i balli sono una parte fondamentale della dimensione diegetica.
A seguire
IL FUOCO(Italia/1915) di Piero Fosco (45’)
Quando Il Fuoco esce in sala viene prontamente salutato come la riprova “che la cinematografia è arte”. In contro-tendenza con l’opulenza (di scenografia, maestranze) del filone medievaleggiante e ‘romano-pompeiano’ in voga nel periodo, questo trittico (la favilla, la vampa, la cenere) ruota su due soli personaggi: il pittore ignoto, interpretato da Febo Mari, e la poetessa illustre, provocante divinità ctonia interpretata da Pina Menichelli. I due si sfidano a un duello artistico-amoroso nelle gotiche sale del castello dei Gufi, nido di una passione che divampa, consegnando, a lui, un barlume bruciante d’ispirazione, a lei, un diversivo dalla noia.
Copia restaurata proveniente da Museo Nazionale del Cinema
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Michele Canosa
Lunedì 12 dicembre, ore 17, Cinema Lumière
LE MOGLI E LE ARANCE (Italia/1917) di Luigi Serventi con la collaborazione di Lucio D’Ambra e Luigi Sapelli (70’)
Grazie al restauro della Cineteca Nazionale (frutto di un recente ritrovamento in Austria) questo film ci offre l’opportunità di studiare sullo schermo il ‘dambrismo’ cinematografico al suo massimo fulgore, ossia il periodo in cui D’Ambra, dopo aver fondato la leggendaria Casa Do.Re.Mi, tocca l’apice delle invenzioni di “fantasia di linee e volumi in movimento” (Eugenio Palmieri). Il film viene spesso ricordato per rivelare nel finale, come scrive lo storico-precursore Roberto Paolella, “il gusto di una composizione alla maniera di Méliès”.
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Ufficio stampa Cineteca di Bologna:
Patrizia Minghetti
tel (+39) 0512194831
cinetecaufficiostampa@comune.bologna.it
Andrea Ravagnan
tel (+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa2@comune.bologna.it
Patrizia Minghetti
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