Tutto S.M. Ejženštein
14 novembre 2011Martedì 15 novembre (alle ore 20 al Cinema Lumière), con l’epico Sciopero del 1924 (presentato dal critico cinematografico Alberto Crespi), si inaugura Tutto S.M. Ejženštein, retrospettiva completa (promossa dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con “CIMES Progetti di cultura attiva 11/12” del Dipartimento di Musica e Spettacolo – Centro CIMES dell’Università di Bologna, Associazione Culturale Dioniso, Assessorato alla Cultura del Comune di Milano – Ufficio Cinema e curata da Dunja Dogo, Andrea Morini, Elena Furletti) del maestro che forse più di ogni altro ha segnato la stagione magica del cinema sovietico immediatamente successivo alla Rivoluzione d’Ottobre. Proprio Ottobre è in programma mercoledì 16 novembre, ore 22.30 (replica domenica 20 novembre, ore 22.15), mentre i due capitoli dell’incompiuto ritratto di Ivan il Terribile sono in programma, il primo, giovedì 17 novembre alle ore 20, il secondo, con il titolo La congiura dei Boiardi, domenica 20 novembre alle ore 20, seguito da un prezioso frammento di scena del terzo e mai realizzato capitolo.
Un altro titolo entrato nel mito dell’immaginario collettivo cinematografico, La corazzata Potëmkin, è in programma sabato 19 novembre alle ore 20 (con replica lunedì 21 novembre alle ore 18.15), seguito martedì 22 novembre (ore 18, Cinema Lumière) dal film della riconciliazione con il regime staliniano, l’Aleksandr Nevskij con le musiche di Sergej Prokof’ev.
Una tripla proiezione per lunedì 28 novembre, a partire dalle ore 17.15: apre il mediometraggio Il prato di Bežin, seguito da quel mix di propaganda e genio ritmico-visivo che è Il vecchio e il nuovo, per chiudere con la brevissima prima prova cinematografica di Ejženštein, Il diario di Glumov.
Chiudono la retrospettiva mercoledì 30 novembre (ore 20, Cinema Lumière) Que viva Mexico! e Romance sentimentale, diretto a quattro mani con Grigorij Aleksandrov durante il soggiorno parigino del 1930.
La retrospettiva Tutto S.M. Ejženštein rappresenta uno dei momenti del trittico che la Cineteca di Bologna dedica nel mese di novembre al cinema russo, composto appunto dall’integrale del regista della Corazzata Potëmkin, dall’omaggio al vincitore dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia Aleksandr Sokurov e dal cineconcerto con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado sulle immagini del Re Lear di Grigorij Kozincev (mercoledì 23 novembre alle ore 20 all’Auditorium Manzoni).
Tutto S.M. Ejženštein
Mercoledì 15 novembre, ore 20, Cinema Lumière
SCIOPERO (Stačka, URSS/1924) di Sergej M. Ejženštein (97’)
Al primo lungometraggio, Ejženštein già professa chiari intendimenti rivoluzionari: una società completamente nuova impone una cinematografia che rifondi i propri principi, in termini di intreccio, personaggi, finalità, ruolo del pubblico e cosiddetto linguaggio. Ma quella del cinema è una scienza intrattabile. Montando scioperanti e buoi sgozzati, Ejženštein non immaginava che in molti, complice la pancia non piena, avrebbero pensato più alle bistecche succulente che alle generalizzazioni storiche.
Introduce il critico cinematografico Alberto Crespi
Mercoledì 16 novembre, ore 22.30 (replica domenica 20 novembre, ore 22.15), Cinema Lumière
OTTOBRE (Oktjabr’, URSS/1928) di Sergej M. Ejženštein (102’)
Ejženštein è chiamato a incensare il decennale della rivoluzione d'ottobre. L'operazione pare propagandisticamente ineccepibile. Senonché: “È un film sulla necessità di una rivoluzione permanente. Chiedono ad Ejženštein un film per celebrare il passato e lui consegna un film per il futuro” (Aldo Grasso). La ricerca formalistica del regista raggiunge qui, probabilmente, il suo esito più compiuto.
Giovedì 17 novembre, ore 20, Cinema Lumière
IVAN IL TERRIBILE (Ivan Groznyi II, URSS/1946) di Sergej M. Ejženštein (99’)
“Alla grandezza della figura di Ivan occorreva soprattutto far corrispondere una grandiosità di forme”, scrive Ejženštein. Nulla, nella monumentalità feroce del film, è lasciato al caso: ogni dettaglio del fotogramma è uno studio di linee e volumi che si armonizzano e contrastano per costruire senso. L'effetto è vertiginoso, ipnotico, implacabile come la solitudine che circonda il primo zar di tutte le Russie. Ma il cinema rivoluzionario, ormai, lo stava inventando Rossellini.
Sabato 19 novembre, ore 20 (replica lunedì 21 novembre, ore 18.15), Cinema Lumière
LA CORAZZATA POTËMKIN (Bronenosec Potëmkin, URSS/1925) di Sergej M. Ejženštein (70’)
Nato su commissione per celebrare la rivoluzione del 1905, il film solleva immediati entusiasmi internazionali. “La Potëmkin non è di quelle navi che si possano affondare con dei siluri. Ha levato l'ancora per sempre. Naviga. La sua scia contiene tutto” (Robert Desnos, 1927). Tenendo ferma la potenza delle idee e della loro forma cinematografica, possiamo osare: il Potëmkin è anche un film di straordinario intrattenimento.
Domenica 20 novembre, ore 18, Cinema Lumière
LA CONGIURA DEI BOIARDI (Ivan Groznyi II, URSS/1946) di Sergej M. Ejženštein (88’)
Galvanizzato dalla felice accoglienza del primo Ivan, Ejženštein progetta di sviluppare il personaggio in una trilogia. La congiura dei boiardi, invece, è destinato a diventare il suo ultimo film (e a scontentare Stalin). La figura dello zar è ancora un blocco monolitico incastonato in un universo figurativo dove l'occhio può smarrirsi atterrito, ma la pietra comincia a scricchiolare: isteria, paranoia e traumi infantili intaccano il titanismo. Alcune sequenze a colori (le uniche nella carriera del regista) aprono le porte a furori demoniaci.
a seguire
IVAN GROZNYI – IL CAVALIERE STADEN ALLA CORTE DEGLI OPRICNIKI – PARTE III (URSS/1946) – frammento di una prova di scena
Martedì 22 novembre, ore 18, Cinema Lumière
ALEKSANDR NEVSKIJ (URSS/1938) di Sergej M. Ejženštein (111’)
“Cine-opera in bianco maggiore”. Dopo la catastrofe del Prato di Bežin, Ejženštein fa pubblica autocritica e può tornare al cinema, per quanto costretto ad adattarsi a una sceneggiatura consegnatagli già compiuta. Per la prima volta nel suo cinema, la massa è surclassata da un eroe. Per la prima volta, inoltre, Ejženštein si cimenta col sonoro, avviando la felice collaborazione con Prokof'ev e arricchendo le sue ostinate ricerche antinaturalistiche di una nuova dimensione da plasmare.
Lunedì 28 novembre, ore 17.15, Cinema Lumière
IL PRATO DI BEŽIN (Bežin lug, URSS/1937) di Sergej M. Ejženštein (31’)
Tratto da Turgenev, è una tragedia rurale che mette al centro il conflitto tra un ragazzo, entusiasta del progresso tecnologico e sociale, e il padre, aggrappato a una mentalità retriva. Finisce in un sangue di reminiscenza biblica. Il film è vittima di una doppia tragedia. Accusato di astrattismo e individualismo, viene bloccato quando la realizzazione è quasi al termine. Il negativo, poi, verrà distrutto sotto le bombe naziste. Oggi ne resta una ricostruzione encomiabile, non un film di Ejženštein.
IL VECCHIO E IL NUOVO (Staroe i novoe, URSS/1929) di Sergej M. Ejženštein (90’)
Il primo film di Ejženštein ambientato nella società sovietica a lui contemporanea. E anche il primo a dare risalto a un personaggio che si staglia sulla collettività: una giovane paladina del cooperativismo. Felicità, fertilità e progresso passano attraverso l'arrivo di un toro, una scrematrice, un trattore. L'ufficialità propagandistica viene ampiamente surclassata dall'esuberanza ritmica, visiva, estatica di molte, memorabili sequenze.
IL DIARIO DI GLUMOV (Dvenik Glumova, URSS/1923) di Sergej M. Ejženštein (6’)
La primissima prova cinematografica di Ejženštein è concepita come attrazione infilata in un allestimento teatrale (Anche il più saggio sbaglia): uno spettacolo che smonta e rimonta commedia dell'arte, marionettismo clownesco, circo e slapstick, per portare il pubblico a nuovi livelli di coscienza ed esperienza attraverso una strategia di scosse a ripetizione. Visto da solo, il film pare la più estrema concessione del regista al cinema dell'assurdo.
Mercoledì 30 novembre, ore 20, Cinema Lumière
¡QUE VIVA MEXICO! (USA/1931) di Sergej M. Ejženštein (72’)
Dopo un fallito tentativo di imbarcarsi sulla corazzata Hollywood, Ejženštein accetta l'offerta del romanziere e produttore Upton Sinclair per un film sul Messico: “Tutto pulsa di un divenire primordiale e, al tempo stesso, eterno. Così doveva essere il mondo organico nei primi giorni della creazione”, dirà il regista. Ma tutto il girato gli viene sottratto da Sinclair prima del montaggio. A prescindere dalla potenza che comunque emanano, nessuna delle versioni che circoleranno può dirsi un film di Ejženštein.
ROMANCE SENTIMENTALE (Francia/1930) di Sergej M. Ejženštein e Grigorij Aleksandrov (20’)
Durante il suo soggiorno parigino, Ejženštein partecipa, in realtà assai marginalmente (nonostante il suo nome appaia nei credits come regista e sceneggiatore), a un progetto di Aleksandrov, uno dei suoi collaboratori più fidati. Tra rami al vento, riflessi nell'acqua e pianoforti che si librano tra le nuvole, ne esce un piccolo saggio di avanguardia impressionista piuttosto illanguidito.
Un altro titolo entrato nel mito dell’immaginario collettivo cinematografico, La corazzata Potëmkin, è in programma sabato 19 novembre alle ore 20 (con replica lunedì 21 novembre alle ore 18.15), seguito martedì 22 novembre (ore 18, Cinema Lumière) dal film della riconciliazione con il regime staliniano, l’Aleksandr Nevskij con le musiche di Sergej Prokof’ev.
Una tripla proiezione per lunedì 28 novembre, a partire dalle ore 17.15: apre il mediometraggio Il prato di Bežin, seguito da quel mix di propaganda e genio ritmico-visivo che è Il vecchio e il nuovo, per chiudere con la brevissima prima prova cinematografica di Ejženštein, Il diario di Glumov.
Chiudono la retrospettiva mercoledì 30 novembre (ore 20, Cinema Lumière) Que viva Mexico! e Romance sentimentale, diretto a quattro mani con Grigorij Aleksandrov durante il soggiorno parigino del 1930.
La retrospettiva Tutto S.M. Ejženštein rappresenta uno dei momenti del trittico che la Cineteca di Bologna dedica nel mese di novembre al cinema russo, composto appunto dall’integrale del regista della Corazzata Potëmkin, dall’omaggio al vincitore dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia Aleksandr Sokurov e dal cineconcerto con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado sulle immagini del Re Lear di Grigorij Kozincev (mercoledì 23 novembre alle ore 20 all’Auditorium Manzoni).
Tutto S.M. Ejženštein
Mercoledì 15 novembre, ore 20, Cinema Lumière
SCIOPERO (Stačka, URSS/1924) di Sergej M. Ejženštein (97’)
Al primo lungometraggio, Ejženštein già professa chiari intendimenti rivoluzionari: una società completamente nuova impone una cinematografia che rifondi i propri principi, in termini di intreccio, personaggi, finalità, ruolo del pubblico e cosiddetto linguaggio. Ma quella del cinema è una scienza intrattabile. Montando scioperanti e buoi sgozzati, Ejženštein non immaginava che in molti, complice la pancia non piena, avrebbero pensato più alle bistecche succulente che alle generalizzazioni storiche.
Introduce il critico cinematografico Alberto Crespi
Mercoledì 16 novembre, ore 22.30 (replica domenica 20 novembre, ore 22.15), Cinema Lumière
OTTOBRE (Oktjabr’, URSS/1928) di Sergej M. Ejženštein (102’)
Ejženštein è chiamato a incensare il decennale della rivoluzione d'ottobre. L'operazione pare propagandisticamente ineccepibile. Senonché: “È un film sulla necessità di una rivoluzione permanente. Chiedono ad Ejženštein un film per celebrare il passato e lui consegna un film per il futuro” (Aldo Grasso). La ricerca formalistica del regista raggiunge qui, probabilmente, il suo esito più compiuto.
Giovedì 17 novembre, ore 20, Cinema Lumière
IVAN IL TERRIBILE (Ivan Groznyi II, URSS/1946) di Sergej M. Ejženštein (99’)
“Alla grandezza della figura di Ivan occorreva soprattutto far corrispondere una grandiosità di forme”, scrive Ejženštein. Nulla, nella monumentalità feroce del film, è lasciato al caso: ogni dettaglio del fotogramma è uno studio di linee e volumi che si armonizzano e contrastano per costruire senso. L'effetto è vertiginoso, ipnotico, implacabile come la solitudine che circonda il primo zar di tutte le Russie. Ma il cinema rivoluzionario, ormai, lo stava inventando Rossellini.
Sabato 19 novembre, ore 20 (replica lunedì 21 novembre, ore 18.15), Cinema Lumière
LA CORAZZATA POTËMKIN (Bronenosec Potëmkin, URSS/1925) di Sergej M. Ejženštein (70’)
Nato su commissione per celebrare la rivoluzione del 1905, il film solleva immediati entusiasmi internazionali. “La Potëmkin non è di quelle navi che si possano affondare con dei siluri. Ha levato l'ancora per sempre. Naviga. La sua scia contiene tutto” (Robert Desnos, 1927). Tenendo ferma la potenza delle idee e della loro forma cinematografica, possiamo osare: il Potëmkin è anche un film di straordinario intrattenimento.
Domenica 20 novembre, ore 18, Cinema Lumière
LA CONGIURA DEI BOIARDI (Ivan Groznyi II, URSS/1946) di Sergej M. Ejženštein (88’)
Galvanizzato dalla felice accoglienza del primo Ivan, Ejženštein progetta di sviluppare il personaggio in una trilogia. La congiura dei boiardi, invece, è destinato a diventare il suo ultimo film (e a scontentare Stalin). La figura dello zar è ancora un blocco monolitico incastonato in un universo figurativo dove l'occhio può smarrirsi atterrito, ma la pietra comincia a scricchiolare: isteria, paranoia e traumi infantili intaccano il titanismo. Alcune sequenze a colori (le uniche nella carriera del regista) aprono le porte a furori demoniaci.
a seguire
IVAN GROZNYI – IL CAVALIERE STADEN ALLA CORTE DEGLI OPRICNIKI – PARTE III (URSS/1946) – frammento di una prova di scena
Martedì 22 novembre, ore 18, Cinema Lumière
ALEKSANDR NEVSKIJ (URSS/1938) di Sergej M. Ejženštein (111’)
“Cine-opera in bianco maggiore”. Dopo la catastrofe del Prato di Bežin, Ejženštein fa pubblica autocritica e può tornare al cinema, per quanto costretto ad adattarsi a una sceneggiatura consegnatagli già compiuta. Per la prima volta nel suo cinema, la massa è surclassata da un eroe. Per la prima volta, inoltre, Ejženštein si cimenta col sonoro, avviando la felice collaborazione con Prokof'ev e arricchendo le sue ostinate ricerche antinaturalistiche di una nuova dimensione da plasmare.
Lunedì 28 novembre, ore 17.15, Cinema Lumière
IL PRATO DI BEŽIN (Bežin lug, URSS/1937) di Sergej M. Ejženštein (31’)
Tratto da Turgenev, è una tragedia rurale che mette al centro il conflitto tra un ragazzo, entusiasta del progresso tecnologico e sociale, e il padre, aggrappato a una mentalità retriva. Finisce in un sangue di reminiscenza biblica. Il film è vittima di una doppia tragedia. Accusato di astrattismo e individualismo, viene bloccato quando la realizzazione è quasi al termine. Il negativo, poi, verrà distrutto sotto le bombe naziste. Oggi ne resta una ricostruzione encomiabile, non un film di Ejženštein.
IL VECCHIO E IL NUOVO (Staroe i novoe, URSS/1929) di Sergej M. Ejženštein (90’)
Il primo film di Ejženštein ambientato nella società sovietica a lui contemporanea. E anche il primo a dare risalto a un personaggio che si staglia sulla collettività: una giovane paladina del cooperativismo. Felicità, fertilità e progresso passano attraverso l'arrivo di un toro, una scrematrice, un trattore. L'ufficialità propagandistica viene ampiamente surclassata dall'esuberanza ritmica, visiva, estatica di molte, memorabili sequenze.
IL DIARIO DI GLUMOV (Dvenik Glumova, URSS/1923) di Sergej M. Ejženštein (6’)
La primissima prova cinematografica di Ejženštein è concepita come attrazione infilata in un allestimento teatrale (Anche il più saggio sbaglia): uno spettacolo che smonta e rimonta commedia dell'arte, marionettismo clownesco, circo e slapstick, per portare il pubblico a nuovi livelli di coscienza ed esperienza attraverso una strategia di scosse a ripetizione. Visto da solo, il film pare la più estrema concessione del regista al cinema dell'assurdo.
Mercoledì 30 novembre, ore 20, Cinema Lumière
¡QUE VIVA MEXICO! (USA/1931) di Sergej M. Ejženštein (72’)
Dopo un fallito tentativo di imbarcarsi sulla corazzata Hollywood, Ejženštein accetta l'offerta del romanziere e produttore Upton Sinclair per un film sul Messico: “Tutto pulsa di un divenire primordiale e, al tempo stesso, eterno. Così doveva essere il mondo organico nei primi giorni della creazione”, dirà il regista. Ma tutto il girato gli viene sottratto da Sinclair prima del montaggio. A prescindere dalla potenza che comunque emanano, nessuna delle versioni che circoleranno può dirsi un film di Ejženštein.
ROMANCE SENTIMENTALE (Francia/1930) di Sergej M. Ejženštein e Grigorij Aleksandrov (20’)
Durante il suo soggiorno parigino, Ejženštein partecipa, in realtà assai marginalmente (nonostante il suo nome appaia nei credits come regista e sceneggiatore), a un progetto di Aleksandrov, uno dei suoi collaboratori più fidati. Tra rami al vento, riflessi nell'acqua e pianoforti che si librano tra le nuvole, ne esce un piccolo saggio di avanguardia impressionista piuttosto illanguidito.
Ufficio stampa Cineteca di Bologna:
Patrizia Minghetti
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