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Cineteca risponde sul film di Malick

8 giugno 2011
L’assurda vicenda dei rulli scambiati di The Tree of Life di Terrence Malick, che per nove giorni è stato proiettato nella nostra sala in una versione stravolta dall’inversione tra il primo e il secondo rullo, ha naturalmente l’aggravante del soggetto responsabile del grave infortunio, una Cineteca, dunque una istituzione che fa dell’integrità delle opere (attraverso il restauro, la programmazione in lingua originale e molte altre procedure tutte orientate in quella prospettiva) una delle ragioni stesse della propria esistenza. L’episodio, in sé mortificante e gravissimo, non ha giustificazioni e dunque ce ne assumiamo in pieno tutte le responsabilità e non possiamo che rivolgere tutte le nostre scuse alle centinaia di spettatori  ai quali abbiamo offerto un involontario falso d’autore. Così come non possiamo che subire in silenzio tutte le prese in giro e anche gli insulti dei quali giustamente la circostanza ci fa facile bersaglio. Né vogliamo difenderci dietro i molti meriti e gli innumerevoli riconoscimenti acquisiti in tanti anni di lavoro. Il gigantesco e paradossale lapsus nel quale noi e il nostro pubblico siamo inciampati potrebbe essere lo spunto per una interessante riflessione, sia in chiave psicanalitica, che sociologica sulle condizioni della fruizione (e della percezione) dell’opera cinematografica nell’attuale impero mediatico, ma non vorremmo far sorgere il sospetto di  tentare una qualche forma di occultamento delle nostre responsabilità. L’unico auspicio è che questo brutto infortunio ci spinga e ci costringa a ridurre i margini dell’approssimazione e a ritrovare il rigore di scelte e di comportamenti che ha caratterizzato la nostra storia.

Giuseppe Bertolucci, presidente della Cineteca di Bologna
Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna

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