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Bergman. Il genio

9 maggio 2011
La vita, le idee, i film, i rapporti con l’Italia, l’amore per l’isola di Fårö: un sottotitolo ricco di spunti per un volume, Bergman. Il genio, che il giornalista e scrittore Aldo Garzia ha dedicato al maestro svedese.
Non poteva mancare allora questo spazio d’approfondimento in occasione della lunga retrospettiva che la Cineteca di Bologna sta dedicando a Ingmar Bergman: domani, martedì 10 maggio, alle ore 18 al Cinema Lumière, l’autore Aldo Garzia, accompagnato da Vittorio Boarini, presenterà il volume Bergman. Il genio; a seguire il cortometraggio Karin’s Face e il lungometraggio Dopo la prova, lavori realizzati da Bergman attorno alla metà degli anni Ottanta.

Presentazione a cura di Editori Riuniti university press:
«Il libro racconta la biografia di Ingmar Bergman (1918-2007), dando conto degli aneddoti sul personaggio e dell’opera bergmaniana meno conosciuta in Italia, collocando il regista nel dibattito culturale della Svezia del suo tempo. L’opera di Bergman è sterminata. In Italia conosciamo solo una parte, seppure cospicua, di questa produzione. Il lavoro di Aldo Garzia approfondisce il rapporto tra Bergman e l’Italia, e descr ive e “materializza” la mitica isola di Fårö, luogo amatissimo da Bergman fin dal primo incontro nel 1960. Dove, conclusi gli impegni teatrali al Dramaten di Stoccolma e terminato il film per la televisione Sarabanda , non è voluto più andare via dal 2004. Concludono il volume: le schede sulla produzione bergmaniana (film, teatro, radio, televisione, libri, premi Oscar), la cronologia della vita del regista e la bibliografia utilizzata.
La notizia della morte di Ingmar Bergman è arrivata da Fårö, l’isola dove aveva deciso di vivere fin dagli anni Sessanta, come un colpo di fucile. Lunedì 30 luglio 2007 alcune generazioni si sono sentite orfane. Era scomparso un padre putativo che con fare burbero e deciso aveva accompagnato prima la nostra adolescenza e poi la maturità indicandoci i temi sui quali è bene ogni tanto soffermarsi, prendere fiato, pensare. Non aveva rinunciato a questo ruolo neppure nell’ultimo decennio, ormai ottuagenario. I suoi messaggi in bottiglia continuavano a tenerci compagnia. Poteva trattarsi di un libro, di un film televisivo, di una sceneggiatura portata sul grande schermo da altri o di un’intervista. Spettava a noi aver voglia di confrontarci con lui: leggere, vedere, decifrare quello che aveva voluto raccontare».

Aldo Garzia (1954), giornalista e scrittore, sulla Svezia ha pubblicato vari saggi e un primo libro su Bergman: Fårö, la Cinecittà di Ingmar Bergman (2001). Nel 2002 e 2003 ha presentato la sua ricerca su Bergman a Milano, Stoccolma, Parigi e Roma in collaborazione con la Fondazione Bergman e l’Istituto italiano di cultura di Stoccolma. Il suo lavoro di immagini su Fårö è stato acquisito dalla Metro Goldwyn Mayer in occasione dell’uscita negli Stati Uniti della serie di dvd The Ingmar Bergman collection (2004). Per Bim e Q Media, ha fatto parte dei curatori della collana di dvd Il cinema di Ingmar Bergman (2005-2006). Nel 2007 e nel 2008, ha partecipato alle Settimane Bergman a Fårö. Nel 2007, ha pubblicato per gli Editori Riuniti Olof Palme, vita e assassinio di un socialista europeo (la prima biografia italiana del premier svedese).
Nel 2008, ha curato per la rubrica “Il terzo anello” di Radiotre Rai un ciclo di sei trasmissioni dedicate a Bergman dal titolo Quel barbaro del nord.


Il cinema secondo Bergman

Martedì 10 maggio, ore 18, Cinema Lumière

DOPO LA PROVA (Efter repetitionen, Svezia/1984) di Ingmar Bergman (70’)
Sulle assi di un palcoscenico, tra pochi oggetti di scena, parlano il grande regista al crepuscolo e la debuttante. Irrompe (fantasma, o forse no) una vecchia amante attrice. Il fascino e la condanna della recita, i sogni e il Sogno di Strindberg, il tempo spietato, le parti in commedia, la prevedibile insensatezza dell’amore. Settanta minuti di cinema fisico e concreto in cui non si fa altro che parlare. Loro sono Erland Josephson, Lena Olin, Ingrid Thulin. E non si smetterebbe mai di ascoltarli.

precede
KARIN’S FACE (Karins ansikte, Svezia/1986) di Ingmar Bergman (14’)
Breve film che Bergman dedica alla madre, di cui ricostruisce la storia decifrandone le espressioni del volto in una serie di fotografie in bianco e nero. Un vivido tassello della genealogia familiare bergmaniana.

in apertura
Presentazione del volume Bergman Il genio (Editori Riuniti university press/2010) alla presenza dell’autore Aldo Garzia e di Vittorio Boarini, a cura di La società di lettura


Ufficio stampa:
Andrea Ravagnan
tel: (+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa2@comune.bologna.it

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