Il 'Cineclub per ragazzi' con le origini del comico italiano
13 gennaio 2011
Il ‘Cineclub per ragazzi’ si tuffa alla scoperta delle origini del cinema comico italiano.
Tre appuntamento speciali, il sabato pomeriggio (sempre alle ore 16 al Cinema Lumière), tra gennaio e febbraio, che rappresentano un’importante scommessa, quella d’introdurre i piccolissimi spettatori della Cineteca, scevri dei condizionamenti delle volgarità televisive d’oggi, alla comicità diretta e immediata del cinema delle origini.
Un viaggio nella comicità italiana dei primi quindici anni del Novecento (con una sortita Oltralpe, per una doverosa ricognizione del panorama dell’epoca) diviso in tre tappe, tutte accompagnate al pianoforte da Marco Dalpane: si comincia sabato 15 gennaio, per proseguire sabato 29 gennaio e concludere sabato 12 febbraio.
Presentazione a cura di Luigi Virgolin:
"Il nostro viaggio alle origini della comicità italiana inizia pagando due debiti. Il primo nei confronti del pionieristico e fortunato filone della féerie e del film a trucchi, in quanto l’effetto comico delle prime prove spesso deriva da una singolare mescolanza di comico e fantastico ed è ottenuto ricorrendo all’impiego di trucchi, sparizioni, sovrapposizioni, alterazioni ottiche dell’immagine. Il secondo debito va riconosciuto alla Francia, la prima a cimentarsi in quegli anni nel campo della risata con i suoi registi più talentuosi (Ferdinand Zecca, Gaston Velle, Charles Lépine), alcuni dei quali saranno chiamati a lavorare in Italia per dispiegare la loro arte e gettare le basi del genere comico.
Ben presto, però, soluzioni che giungono da altre forme e altri paesi sono metabolizzati dalle nostre produzioni (Cines, Itala, Ambrosio) e riproposti con un gusto e un sapore dall’accento italiano che sopravviverà anche all’avvento della comicità seriale.
La pratica delle comiche in serie, cioè di un personaggio interpretato sempre dallo stesso attore, è inaugurata nel 1909 dalla Itala Film che ingaggia André Deed, già noto in Francia come Boireau. Il suo personaggio, Cretinetti, ha immediatamente successo e in breve tempo tutte le società di produzione, anche le minori, possono contare sulla propria serie comica caratterizzata da un personaggio fisso.
I vari Tontolini – al secolo Ferdinand Guillaume, che più tardi vestirà i panni di Polidor – Cocò, Fricot, Robinet, Kri-Kri, Jolicoeur affollano gli schermi dei cinematografi, al ritmo frenetico anche di una comica a settimana. I protagonisti maschi dividono la scena con figure femminili come Gigetta e Lea, eroine scatenate, moderne e irresistibili. Con questa nuova formula il genere comico conosce una straordinaria fortuna e i diversi personaggi, sempre in bilico tra macchietta e maschera, diventeranno veri e propri beniamini del pubblico, disposto più facilmente a seguirli tra mille peripezie in virtù della loro riconoscibilità, a cominciare dal titolo del film".
Schermi e Lavagne. Cineclub per ragazzi
Sabato 15 gennaio, ore 16, Cinema Lumière
[NOVELLI SPOSI NELLE FOGNATURE] (Francia/190?) prod. Gaumont (7’)
Cosa succede a una coppia di sposini a cui tocca in sorte di cadere dentro un tombino e rimanere intrappolati di sotto? Dormono, mangiano e mettono su famiglia, né più ne meno come avrebbero fatto in superficie, salvo qualche inconveniente.
DIRIGIBILE E CALAMITA (Francia/190?) prod. Gaumont (5’)
Dite la verità, avete sempre pensato di architettare un sistema del genere: sorvolare la città a bordo di un dirigibile dotato di un'enorme calamita e rubare con la forza di attrazione tutto quello trovate, compresa una vasca da bagno.
CHEZ LE DENTISTE (Francia/1907) prod. Pathé (3’)
La paura atavica che si prova nella sala d’aspetto del dentista è più che comprensibile a giudicare dai metodi artigianali e poco ortodossi del dentista, e proporzionale alle dimensioni del dente.
L’INSAISISSABLE PICKPOCKET (Francia/1908) di Segundo De Chomon, prod. Pathé (4’)
La comicità delle origini attinge a larghe mani dai film a trucchi con sparizioni e trasformazioni di forma e materia. Così come la cifra che lo contraddistingue è la dinamicità del protagonista perennemente in fuga. In questo caso il regista è Segundo De Chomon, un mago degli effetti speciali dell’epoca.
UN TESTAMENTO ORIGINALE (Italia/1907) prod. Ambrosio (9’)
Alla morte dello zio, nipoti e domestici assistono alla lettura del testamento. La volontà è che tutto vada al nipote Filippo, a condizione che si sposi nel giro di due ore. In caso contrario, l’eredità va ai due fratelli. Comincia la frenetica gara contro il tempo.
LE TENTAZIONI DI UN FRATICELLO (Italia/1908) prod. Cines (9’)
Nessuno è perfetto, e la santità non abita nemmeno in mezzo ai frati. La fattura del film è forse un po’ ingenua, come pure la recitazione, ma ciò non ci impedisce di provare della tenerezza per il nostro protagonista che si dibatte tra passioni terrene, molto terrene.
IL DUELLO DEI PAUROSI (Italia/1908) prod. Itala (5’)
In un mondo dominato da valori borghesi quali la reputazione e il prestigio sociale, il cinema comico smaschera le convenzioni e ci ricorda di che pasta siamo fatti. Esilarante.
UNA SERENATA DISASTROSA (Italia/1908) prod. Cines (5’)
La ricetta è piuttosto semplice ma di sicuro effetto: un’orchestrina, una bella alla finestra – in realtà un uomo travestito da donna – degli inquilini desiderosi di guastare la festa con dell’acqua.
LA NUOVA INSEGNA DELL’ALBERGO DEL GLOBO (Italia/1910) prod. Itala (5’)
All’albergo del Globo viene portata la nuova insegna, un grosso mappamondo. A fatica viene sospinto su per le scale, fino al tetto. Ma un sole che sembra uscito dal cinema di Méliès soffia gas bollenti che costringono i facchini a mollare l’insegna che precipita giù dal tetto, sfonda i pavimenti, corre per le strade e finisce assieme al padrone proprio nell’occhio del faccione arancione del sole.
IL MOSCONE (Italia/1911) prod. Ambrosio (3’)
Divertente scena comica movimentata da una mosca fastidiosa. L’attore è Ernesto Vaser, che sarà anche l’interprete di Fricot, uno dei personaggi di maggior successo dell’epoca per la società torinese Ambrosio.
UNA VITTIMA DELLA CONCORRENZA (Italia/1911) prod. Itala (8’)
Bell’esempio di ribaltamento degli stereotipi. Siamo abituati a pensare ogni male dei paesi esotici, le cui abitudini sono diverse e lontane dalle nostre. Invece, ecco quello che deve temere un turista cinese in visita nel nostro Paese.
Sabato 29 gennaio, ore 16, Cinema Lumière
FRICOT BEVE LA MEDICINA (Italia/1910) prod. Ambrosio, con Ernesto Vaser (6’)
Fricot è un fantino col vizio del bicchiere, finisce per ingurgitare anche la medicina del cavallo e si trasforma in una furia umana, come Fantozzi dopo aver bevuto ‘a bomba miracolosa. Il film ricorre ancora a trucchi ottici come nelle comiche delle origini, ma il protagonista ha il volto di Ernesto Vaser, attore brillante e versatile.
CRETINETTI S’INCARICA DEL TRASLOCO (Italia/1911) prod. Itala, con André Deed (7’)
Con Cretinetti (André Deed) il cinema italiano tiene a battesimo nel 1909 la sua prima serie comica. In precedenza Deed aveva cominciato la sua avventura cinematografica in Francia alla Pathé col personaggio di Boireau. La sua comicità, basata su una fisicità debordante e una forza irresistibile, costituirà il modello archetipico del genere e influenzerà tutti gli eroi della risata che seguiranno. Secondo la formula del chimico Antoine-Laurent de Lavoisier nulla si distrugge in natura: non aveva fatto i conti con Cretinetti.
TONTOLINI FILANTROPO (Italia/1911) prod. Cines, con Ferdinand Guillaume (8’)
Il personaggio di Tontolini è la risposta della romana Cines alla serie torinese di Cretinetti. L’attore che ne veste i panni, Ferdinand Guillaume, proviene da una famosa famiglia circense. Diversi dei suoi componenti saranno chiamati a lavorare alla Cines: suo fratello Natalino, la moglie di lui e sua cognata Lea Giunchi Guillaume, e il loro figlio Cinessino. Il primo piano alla fine del film ci permette di gustare appieno la straordinaria espressività del protagonista.
TOTÒ DIMAGRISCE (Italia/1911) prod. Itala, con Emilio Vardannes (8’)
Il nostro Totò (Emilio Vardannes) decisamente in sovrappeso decide di dimagrire e si affida a un team di esperti, o almeno questo è quello che crede. I metodi saranno anche eccessivi e truffaldini, ma suscitano nel protagonista la sensazione che spinge ciascuno di noi ad affidarci alle diete: stare bene con se stessi e col proprio corpo.
POLIDOR SENZA COLLETTO (Italia/1912) prod. Pasquali, con Ferdinand Guillaume (9’)
Alla fine del 1911 Ferdinand Guillaume – ancora lui – lascia la Cines e la maschera di Tontolini per indossare quella di Polidor alla Pasquali di Torino. La sua sarà la carriera più longeva nella storia del cinema italiano, tanto che lo ritroveremo ancora fare capolino nel cinema di Federico Fellini.
LEA E IL GOMITOLO (Italia/1913) prod. Cines, con Lea Giunchi (5’)
I genitori escono una sera lasciando a casa l’adolescente Lea, con la raccomandazione di non leggere ma di fare diligentemente il suo lavoro a maglia. Subito Lea perde di vista il gomitolo di lana, lo cerca ovunque e nel farlo distrugge l’abitazione. Quando ritorneranno a casa i genitori converranno nel dire: "È meglio se leggi".
KRI-KRI HA PERSO LE BRETELLE (Italia/1913) prod. Cines, con Raymond Frau (2’)
Buona vecchia formula vincente: una gag semplice quanto di sicuro effetto, un protagonista che si trascina dietro tutto e tutti. Esilarante.
ROBINET PESCATORE PER AMORE (Italia/1914) prod. Ambrosio, con Marcel Fabre (9’)
In questo bel film vale la pena sottolineare da un lato la valenza sociale del matrimonio all’antica – il padre di lei, pescatore, vuole che la figlia si sposi con qualcuno dello stesso mestiere – dall’altro il realismo dell’ambientazione, con scene girate tra veri pescatori. Marcel Fabre, in arte Robinet, era un clown da circo di origine spagnola che lavorò in Francia alla Pathé e all’Éclair, quindi approdò all’Ambrosio dove si distinse come attore e regista.
GIGETTA È PEDINATA (Italia/1916) prod. Ambrosio, con Gigetta Morano (6’)
In piena guerra mondiale, il genere comico così come l’abbiamo conosciuto ormai fa parte del passato, i tempi sono maturi per il lungometraggio e il filone più sofisticato e moderno della commedia. Gigetta Morano, in coppia con Eleuterio Rodolfi, ne sarà una delle interpreti più amate. Qui però si ride ancora come un tempo.
Sabato 12 febbraio, ore 16, Cinema Lumière
COME FU CHE L’INGORDIGIA ROVINÒ IL NATALE A CRETINETTI (Italia/1910) prod. Itala (13’)
LEA IN UFFICIO (Italia/1911) prod. Cines (5’)
TONTOLINI È TRISTE (Italia/1911) prod. Cines (6’)
IL NATALE DI CRETINETTI (Italia/1911) prod. Itala (7’)
LA NUOVA CAMERIERA È TROPPO BELLA (Itala/1912) prod. Ambrosio (6’)
POLIDOR CAMBIA SESSO (Italia/1912) prod. Pasquali (9’)
LA PAURA DEGLI AEROMOBILI NEMICI (Italia/1915) prod. Itala (16’)
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