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John Huston

11 novembre 2010

La retrospettiva dedicata a John Huston che il Torino Film Festival ha organizzato per la sua 28^ edizione (a Torino dal 26 novembre al 4 dicembre 2010), composta da 47 titoli diretti, sceneggiati o interpretati dall’autore americano, comincerà a Bologna con un paio di settimane d’anticipo rispetto alla prestigiosa vetrina del Torino Film Festival, ma solo per consentire una gestione equamente cadenzata lungo i tre mesi di programmazione della Cineteca: venerdì 12 novembre al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna, verrà presentato L’oro del demonio di William Dieterle, interpretato da Walter Huston, padre di John che proprio in quell’anno, il 1941, esordiva dietro alla macchina da presa con Il mistero del falco. La copia del film è stata restaurata dal laboratorio della Cineteca di Bologna, L’Immagine Ritrovata, mentre la retrospettiva è possibile grazie alla collaborazione del Torino Film Festival e del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Giuseppe Bertolucci e Gian Luca Farinelli a proposito della retrospettiva Huston:
"Morando Morandini sostiene che quando John morì, nel 1987, non avesse ottantuno anni, ma molti di più, perché la sua cultura era profondamente piantata nel cuore dell’Ottocento e i suoi maestri erano i grandi scrittori di quel secolo, a cominciare da Mark Twain.
Una vita avventurosa, cinque mogli, una cinquantina di film vagabondando tra i generi, dirigendo, meglio di tutti Sterling Hayden, Bogey, K. Hepburn, Bacall, Monty Clift, Gable, Marilyn, Finney, Jeff Bridges, Nicholson, sé stesso, suo padre Walter e sua figlia Angelica.
Maestro nel bianco e nero come nel colore, riuscì nell’impresa - impossibile - di trasporre magnificamente capolavori letterari (Melville, B. Traven, McCullers, Kipling) per concludere la sua opera ritornando, con Joyce, all’amata/odiata patria d’origine irlandese. Ma, quello in cui eccelleva erano i prototipi, i film impossibili, realizzati con una totale libertà autoriale (splendida contraddizione) nel cuore del sistema hollywoodiano. Opere che con il passare degli anni diventano sempre più lucenti. Dal suo esordio, già un classico che detta le regole di un genere, Il mistero del falco, a un suo documentario girato in Italia, The Battle of San Pietro, prodotto dall’esercito USA ma violento atto di accusa contro la guerra, a Giungla d’asfalto, teoricamente un gangster film, in realtà un’allegoria morale che inventa un modo nuovo di guardare personaggi e ambienti metropolitani, a La regina d’Africa, il più sorprendente film d’avventura mai realizzato, che però è anche una profonda critica ai film d’avventura, a Fat City, sguardo moderno sulla sconfitta americana, a Misfits, gli spostati, in acrobatico equilibrio tra messa in scena e documentario dove, con il miglior cast di sempre, riesce a essere un grande ‘documentarista’, in un ininterrotto va e vieni tra realtà e finzione.
La sua magnifica autobiografia si intitola Open Book, libro aperto, titolo venato di evidente ironia. Ci auguriamo che questa retrospettiva, resa possibile dalla collaborazione con il Torino Film Festival e il Museo del Cinema e che proseguirà fino a gennaio, ci apra all’opera lucida e complessa, di questo autore anglosassone, che realizzando i suoi film ha raccontato i misteri e le bellezze degli esseri umani".

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