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'Il muro di gomma' in Piazza Maggiore

23 giugno 2010

Il muro di gomma per inaugurare la commemorazione dei trent’anni dalla Strage di Ustica. Giovedì 24 giugno, alle ore 22 in Piazza Maggiore, sarà Daria Bonfietti, in rappresentanza dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, assieme al direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e al regista Marco Risi a presentare il film che nel 1991 volle ricostruire l’inchiesta giornalistica portata avanti con coraggio e caparbietà da Andrea Purgatori.
Una circostanza, quella di giovedì 24 giugno, che a quella per il ricordo di Ustica aggiunge la commozione per la prematura e improvvisa scomparsa la scorsa settimana di Corso Salani, protagonista del Muro di gomma proprio nel ruolo di Purgatori.

Giovedì 24 giugno, ore 22, Piazza Maggiore
IL MURO DI GOMMA (Italia/1991) di Marco Risi
Introducono Daria Bonfietti, Gian Luca Farinelli e Marco Risi
Il muro di gomma è a un primo livello la ricostruzione di un fatto di cronaca, a un secondo livello un apologo sull’incomprensibilità delle istituzioni. Il compito del giornalista è proprio "svelare" questo mistero, fare luce sui meccanismi, piuttosto che trovare i nomi dei colpevoli. La cosa affascinante è che questa incomprensibilità esiste in qualche misura anche nell’istituzione-giornale. Ne è esempio l’altoparlante da cui esce la voce del direttore ("doppiata" da Dino Risi, il padre di Marco), simbolo di un’autorità enigmatica, forse inesistente. È la conferma che spesso sono delle voci fuori campo a dare al film i suoi momenti forti (la lettura dei nomi, le telefonate ricevute da Rocco), ma il bello è che quel marchingegno è una delle cose più realistiche del film: nelle redazioni periferiche dei giornali (e tale è la redazione di Roma per un quotidiano milanese come il "Corriere") le riunioni del mattino, quelle in cui si discutono i servizi della giornata, si svolgono davvero così. Alla fine, le istituzioni restano lontane, distanti. In questo senso Il muro di gomma deriva direttamente, all’interno della filmografia di Risi, da due strazianti scene di Ragazzi fuori: quella in cui Mery viene condannato da un tribunale gelido e indifferente, e quella – conclusiva – in cui la polizia scopre un cadavere nella discarica, e commenta "uno di meno".
Un’altra lettura, meno evidente e sicuramente più discutibile, è quella di Il muro di gomma come un sottile apologo sulla nostra quotidianità, e sulla cultura popolare ad essa collegata. Quando gli ambienti non sono kafkiani, sono consueti, vissuti.
La sequenza in cui i due momenti si incontrano è quella, a nostro parere straordinaria, in cui Rocco porta la copia fresca di stampa del "Corriere" ai generali, che stanno cenando, ancora una volta, in trattoria. Li trova che cantano. Prima Funiculì funiculà, poi Nessun dorma. E nell’esecuzione di questa romanza da Turandot c’è tutto il senso del film: la volgarità degli uomini in divisa, il loro essere una sorta di enigma vivente. La commedia, il thrilling e il dramma racchiusi in una singola immagine di grande potenza.
(Alberto Crespi, "Cineforum", 1991)

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