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L'antropologo Giacchè presenta 'Ginger e Fred'

6 maggio 2010

Lo sguardo di un antropologo sulla miseria televisiva (e umana) denunciata da Fellini di Ginger e Fred: in occasione di Fellini. Dall’Italia alla luna, sarà Piergiorgio Giacchè l’ospite di venerdì 7 maggio al Cinema Lumière per introdurre la proiezione (inizio ore 19.45) del film che Fellini diresse nel 1986, affidandosi ai collaudatissimi Marcello Mastroianni e Giulietta Masina.

Piergiorgio Giacchè è ricercatore alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia. Ha condotto ricerche su vari problemi – dalla devianza alla condizione giovanile, dalla comunicazione di massa alle tradizioni popolari, dalla solitudine abitativa alla partecipazione politica – prima di approdare al tema del rapporto tra antropologia culturale e cultura teatrale, che è attualmente al centro dei suoi interessi scientifici.
È stato membro del comitato scientifico dell’International School of Theatre Anthropology (1981-1990), si è occupato del fenomeno del "teatro di gruppo" e ha condotto una ricerca sul campo nella penisola salentina intitolata alla Identità dello spettatore (1987-1990).
Autore di numerose pubblicazioni su volumi e riviste specializzate, è coordinatore del gruppo internazionale di lavoro della Maison de Sciences de l’Homme su "Spectacles vivants et sciences humaines"; fa parte del comitato di redazione della rivista "Lo straniero. Arte Cultura Società" e del comitato scientifico della rivista "Catarsi. Teatri della diversità". È presidente della fondazione "L’Immemoriale di Carmelo Bene".

Fellini. Dall’Italia alla luna
Venerdì 7 maggio, ore 19.45, Cinema Lumière
GINGER E FRED (Italia-Francia-RFT/1986) di Federico Fellini (126’)
Fellini, Marcello Mastroianni e Giulietta Masina presentano Ginger e Fred a Roma (1986, 5’)
"L’abnorme, il mostruoso, il delirante, l’alienato, l’eccezionale riproposto dalla TV come il quotidiano più ovvio, normale, familiare, consueto; e, al contrario, la banalità, l’insignificante, l’informale, il collettivo, l’indifferenziato, presentato con solennità, squilli di tromba, riflettori, coreografie e ritmi da cerimonia sacra. […] Tutto è di seconda mano, tutto è riflesso, tutto allude, è la saga dell’approssimativo. Mi sembrava anche questo un aspetto da sottolineare per tentare di raccontare che cos’è la televisione e quale sia la sua operazione profondamente anticulturale". (Federico Fellini)
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
Introduce Piergiorgio Giacchè, antropologo

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