La Londra reggae di 'Babylon'
6 ottobre 2008
Una serata all’insegna della musica e della cultura reggae tra Cinema Lumière e Zò Caffè: martedì 7 ottobre, ore 20, Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65), proiezione della copia digitale restaurata di Babylon, diretto dall’italiano cresciuto a Londra Franco Rosso nel 1980, e oggi editato in dvd dalla RaroVideo; a seguire Dread Beat an’ Blood, documentario diretto sempre da Franco Rosso e dedicato al poeta ‘dub’ Linton Kwesi Johnson (contenuto come extra nel dvd). Durante la serata promossa da Cineteca di Bologna e Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo in collaborazione con Rototom Sunsplash interverranno Stefano Curti direttore artistico Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo e il giornalista e scrittore Alberto Castelli.
Alle ore 23.30, ci si sposta invece allo Zò Caffè (via Lodovico Berti, 15), dove il dj set di Pier Tosi ci farà rimanere nelle atmosfere ‘dub-reggae’, magistralmente ricostruite da Franco Rosso nei suoi lavori filmici a cavallo degli anni Ottanta.
Evento speciale: Cineteca di Bologna e Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo in collaborazione con Rototom Sunsplash
Martedì 7 ottobre, ore 20, Cinema Lumière
BABYLON (GB-Italia/1980) di Franco Rosso
Copia digitale restaurata – edizione RaroVideo
Versione originale sottotitoli italiani
Intervengono Stefano Curti (direttore artistico Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo) e Alberto Castelli (giornalista e scrittore)
Babylon è ambientato nella zona sud di Londra agli inizi degli anni ’80, un’epoca in cui la musica reggae era all’apice della popolarità. La vicenda ruota intorno a Blue, cantante leader dell’Ital Lion Sound (interpretato dal cantante degli Aswad, ex Double Decker, Brinsley Forde), nel periodo che precede la gara musicale con una banda rivale guidata da Jah Shaka (che interpreta se stesso). Nel corso della vicenda, Blue socializza con i suoi amici e si scontra con la sua famiglia, il datore di lavoro e con un clan locale di razzisti, prima di intraprendere un viaggio fisico e spirituale nella Londra notturna dove si misurerà con una serie di prove e tentazioni che porteranno il film ad un culmine violento.
a seguire
DREAD BEAT AN' BLOOD (GB/1979) di Franco Rosso -RaroVideo
Versione originale sottotitoli italiani
Documentario sul poeta ‘dub’ Linton Kwesi Johnson
Al termine del film la serata ‘dub-reggae’ proseguirà allo Zò Caffè in via L. Berti, 15/b dalle 23.30 con un dj set di Pier Tosi
Recensione di Ian Penman, da "New Musical Express", 8 novembre 1980:
"Ritmi colpiscono e martellano dall’inizio alla fine di Babylon: il suono della carica del guerriero degli Aswad, la potenza del voltaggio dei sound system, lo scontro e il conflitto tra diverse culture, le delusioni represse dei pregiudizi, il ritmo della fuga, della lotta e della libertà. In apparenza, Babylon è la storia di un sound system di musica reggae ambientata nella zona a sud di Londra e della sua lotta per la sopravvivenza e il successo. Ma tali tematiche vanno ben oltre per abbracciare e approfondire ogni angolazione – come ci si potrebbe del resto attendere da Franco Rosso, un regista rinomato per il suo atteggiamento determinato verso problematiche legate alla cultura e all’ignoranza razziale; basta ricordare il divieto della BBC abbattutosi come una scure sul suo documentario su Linton Kwesi Johnson, Dread, Beat And Blood, nel periodo immediatamente precedente alle ultime elezioni. Rosso è un italiano cresciuto a Londra – un’educazione probabilmente in grado di spiegare la sua intensa empatia per la cultura nera (sradicata) e il suo talento nel tenere in gran conto, a livello più cruento e personale, le politiche inglesi ricettive senza un pizzico di dialettica di second’ordine. Babylon ha successo su tre piani essenziali distinti anche se pur sempre interdipendenti: come film, come film incentrato su uno specifico argomento e come film sui giovani inglesi negli anni ottanta. Il progetto è riuscito laddove altri recenti tentativi hanno fallito miseramente (Jubilee, il pessimo Rude Boy, Breaking Glass). Il termine "babylon" è un accorgimento mnemonico per "oppressione" in tutte le sue manifestazioni, scendendo a spirale da un governo monetarista della piccola borghesia, con le auto di pattuglia della polizia autorizzate a intervenire al minimo sospetto di commissione di crimine (Leggi SUS) e membri intolleranti e eccessivamente violenti della comunità, a qualcosa di così squallido come una busta paga decurtata. Babylon non subisce la recessione – si diverte a rafforzarla. Babylon è pervaso da una simile atmosfera. Gli Ital Lion sono il sound system "immaginario" di un gruppo di amici nell’area a sud di Londra. Gli altoparlanti sono tenuti in serbo, rubati, assemblati in casa – i dischi vengono barattati. Dreadhead (Archie Pool) è la figura paterna che li dirige – ben vestito e impassibile. Blue (Brinsley Forde del gruppo degli Aswad) e il suo amico "bianco" Ronnie (Karl Howman) lavorano di giorno in un’autorimessa (il cui titolare è interpretato da Mel Smith dei Not The Nine O’Clock News) e, di notte, riversano tutte le loro energie negli Ital Lion. Mentre si avviano ad una competizione musicale con Jah Shaka (nella realtà la musica Numero Uno a Londra), devono anche affrontare problemi e contrasti di tipo occupazionale, sessuale, monetari, diverbi con la famiglia e con la comunità. Dopo una notte nel corso della quale viene fermato da una pattuglia di polizia per un semplice sospetto, viene mollato dalla sua ragazza e diventa complice riluttante in una violenta rapina, Blue fa ritorno nell’autorimessa dove gli Ital Lion conservano le loro apparecchiature solo per trovare la serratura forzata, il sistema fatto a pezzi e gli interni imbrattati con graffiti razzisti. Quando arriva il resto del gruppo e la violenza subita s’insinua pian piano nella loro mente, l’ira finora contenuta trova il suo capro espiatorio irrazionale in Ronnie, la scena più emotivamente carica, discordante, onesta e forse perfino pessimista del film. Tutte le contraddizioni interiori e le problematiche legate alla paura e solidarietà razziale prendono forma per poi separarsi: come procedere da qui? Rosso, tuttavia, sbaglia di gran lunga a essere manifestamente moralistico… Pregiudizio, impotenza e disperato furore sono tutti elementi nettamente presentati in determinati contesti. Nessuno è colpevole di per sé, ognuno è il prodotto di svariate influenze, di una sottile propaganda. Le conclusioni del film sono lasciate alla comprensione e percezione dello spettatore, il suo penultimo progresso avanza con una certa urgenza e quel passaggio di significati non può essere ignorato. Babylon va assolutamente visto".
Ufficio Stampa:
Andrea Ravagnan
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