Area stampa

Omaggio a Laurent Cantet: il regista ospite della Cineteca mercoledì 8 ottobre

3 ottobre 2008

È il regista che nel 2008 ha riportato in Francia la Palma d’Oro dopo ben ventun anni di digiuno, grazie al film-documentario La classe – Entre les murs (pellicola che sarà poi in prima visione al Cinema Lumière a partire da venerdì 10 ottobre), interamente ambientato in una classe di liceo della multietnica periferia parigina. Laurent Cantet, con solo quattro lungometraggi e una manciata di corti, è oggi un autore consacrato dalla critica, più volte premiato nei festival internazionali e amato dal pubblico.
E proprio il regista francese sarà ospite della Cineteca di Bologna mercoledì 8 ottobre al Cinema Lumière (ore 16, proiezione del suo primo cortometraggio Tous à la manif e del lungometraggio d’esordio Risorse umane; a seguire incontro con l’autore), in occasione della retrospettiva Tempi moderni. Il cinema di Laurent Cantet.
L’evento, realizzato in collaborazione con Mikado e Associazione Italiana Formatori, va a chiudere la retrospettiva che la Cineteca dedica all’opera del cineasta francese e che si aprirà domenica 5 ottobre, ore 18, Cinema Lumière, con Verso il sud, per proseguire lunedì 6 ottobre con il cortometraggio Jeux de plage, seguito dal lungometraggio A tempo pieno.

La rassegna Tempi moderni. Il cinema di Laurent Cantet è promossa dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Associazione Italiana Formatori e Mikado.

Da "Cineteca" di ottobre:

Domenica 5 ottobre, ore 18, Cinema Lumière
VERSO IL SUD (Vers le Sud, Francia-Canada/2005) di Laurent Cantet
Cantet prende in contropiede pubblico e critica, allontanando la macchina da presa da luoghi e situazioni familiari (i rapporti di lavoro, i meccanismi del capitale) per seguire le avventure sessuali di tre turiste americane (fra loro un'intensa Charlotte Rampling) nella Haiti anni Settanta del violento e corrotto regime di "Baby Doc" Duvalier. Ma nella sua impietosa analisi del desiderio femminile, questo film ci parla ancora di potere, denaro e sopraffazione, di solitudini e povertà (esistenziali ed economiche). Cantet restituisce il mondo segreto e notturno delle tre donne attraverso altrettanti monologhi che hanno il tono della confessione. Una dimensione intima e privata in brutale attrito con quella sociale: proprio l'oggetto conteso, un sensuale giovanissimo nero, è lo strumento attraverso cui le protagoniste (e lo spettatore con loro) scoprono la tragica realtà che si nasconde al di fuori delle protettive pareti del villaggio turistico.

Lunedì 6 ottobre, ore 17, Cinema Lumière
JEUX DE PLAGE (Francia/1995) di Laurent Cantet
Versione originale sottotitoli italiani
Ancora il rapporto conflittuale fra padre e figlio al centro di un corto ambientato nell'abbacinante lucore estivo dei calanchi di Cassis in Costa Azzurra. Eric (interpretato da Jalil Lespert, futuro protagonista di Risorse umane) ha diciotto anni, è innamorato e mal sopporta le vacanze nella villa di famiglia; decide quindi di passare il ferragosto à sa manière facendo il bagno nudo con gli amici. Sotto lo sguardo ambiguo del padre (e della macchina da presa che ne assume il punto di vista), forse invidioso d’una bellezza e giovinezza in lui ormai sfiorite.
A TEMPO PIENO (L’Emploi du temps, Francia/2001) di Laurent Cantet
Vincent è un consulente aziendale, un borghese affermato e un felice padre di famiglia. Improvviso arriva il lincenziamento. Nelle mani di un Ken Loach un incipit del genere avrebbe dato avvio a una storia di disgregazione della legittimazione e dei vincoli sociali, in grado di affondare il coltello nelle contraddizioni del neoliberismo. Ma a Cantet questo non basta: il suo ritorno ai problemi legati al lavoro, dopo Risorse umane, avviene attraverso percorsi più esistenziali che sociologici. Vincent decide infatti di nascondere l'accaduto ad amici e familiari inventandosi un fantomatico quanto prestigioso nuovo incarico negli uffici dell'ONU a Ginevra. Passa le giornate in auto, spostandosi senza meta da una parte all'altra della Francia, finendo coinvolto in un traffico di marchi contraffatti e spillando soldi ai conoscenti cui promette inesistenti investimenti. È frastornato dallo smarrimento della sua identità sociale ma è al contempo affascinato dall'ebbrezza sottile del naufragio, della sublime e utopica possibilità di ridefinire e sceneggiare la propria esistenza, riconquistando quel tempo prima rigidamente contingentato e scandito dalle logiche 'produttive'. Dietro l'apparente realismo della messa in scena e il senso di autenticità degli ambienti si nasconde dunque il cuore profondo e metafisico di "un film d'amore contro la dittatura del lavoro" (Cantet) che miscela abilmente dramma pirandelliano e documentarismo engagé. Leone d'Oro alla Mostra di Venezia nel 2001.

Mercoledì 8 ottobre, ore 16, Cinema Lumière
TOUS À LA MANIF (Francia/1994) di Laurent Cantet
Versione originale con sottotitoli italiani
Come il Frank di Risorse umane, il giovane barista protagonista del primo corto firmato dal regista francese è stretto fra due mondi inconciliabili: il lavoro quotidiano dominato dal padre, nell'ingombrante doppio ruolo di genitore e di padrone, e il gruppo di liceali tatuati e dalle folte chiome che nel caffè impiantano il loro quartier generale per preparare una manifestazione studentesca. Cantet fa le prove generali per il suo esordio al lungometraggio anche sul piano formale: punto di vista soggettivo, inquadrature ravvicinate di taglio documentaristico, suono in presa diretta. Premio Jean Vigo 1995 per il miglior cortometraggio.
RISORSE UMANE (Ressources humaines, Francia-GB/1999) di Laurent Cantet
Al termine, incontro con Laurent Cantet
In collaborazione con Mikado
Fresco di studi di economia aziendale a Parigi, Frank torna in Normandia per entrare in cravatta e doppiopetto nella fabbrica dove il padre da trent'anni sgobba in tuta blu davanti a una saldatrice. Ė la fine degli anni Novanta, quelli in cui termini come globalizzazione, delocalizzazione dei mercati, precariato cominciano a entrare nel dibattito pubblico e a infuocare il conflitto sociale. Incaricato di valutare l'impatto della riduzione dell'orario di lavoro (le famose trentacinque ore) sulle dinamiche occupazionali, il giovane intuisce di essere suo malgrado al centro di un massiccio piano di 'ristrutturazione' e di taglio degli 'esuberi' che colpirà anche il padre, diviso fra un’orgogliosa rivendicazione dell'etica del lavoro e un desiderio di riscatto sollecitato dall'entrata del figlio nella stanza dei bottoni. Quando Frank decide di dismettere i panni del social climber e di 'passare dall'altra parte' appoggiando le rivendicazioni sindacali, il conflitto (di classe, generazionale ed edipico al contempo) raggiunge il suo acme paradossale. Tra ribalta della fabbrica – il teatrino dove ognuno indossa la maschera che il ruolo produttivo gli impone – e retroscena domestico, il film è la lucida fotografia postideologica di un universo sociale in transizione, sorretta da un solido impianto drammaturgico che brilla per classicismo, pur lasciando aperto il finale. Cantet chiarisce la sua idea di realismo e di ricerca di autenticità: "Per me il personale è politico. Mi interessa rappresentare temi sociali attraverso personaggi e storie interessanti".

Ufficio Stampa:
Andrea Ravagnan
tel: (+39) 0512194833
cinetecaufficiostampa2@comune.bologna.it

Documenti

Scarica il comunicato in formato word

Tipo di File: DOC Dimensione: 32.00 Kb

Verso_il_sud_1

Tipo di File: JPG Dimensione: 131.02 Kb

Verso_il_sud_2

Tipo di File: JPG Dimensione: 150.56 Kb

A_tempo_pieno_1

Tipo di File: JPG Dimensione: 143.22 Kb

A_tempo_pieno_2

Tipo di File: JPG Dimensione: 101.41 Kb

La_classe_1

Tipo di File: JPG Dimensione: 188.96 Kb

La_classe_2

Tipo di File: JPG Dimensione: 137.97 Kb

Laurent_Cantet_1

Tipo di File: JPG Dimensione: 134.80 Kb