Fassbinder e l'incubo ispirato a 'Salò'
16 settembre 2009
"Amavo i film di Pasolini, Salò in particolare. In Berlin Alexanderplatz ci sono riferimenti al Salò di Pasolini, ma non è in questo citare che si rivela, se c’è stata, un’influenza di questo film sul mio cinema; se influenza c’è, o c’è eventualmente stata, è più profonda e si rivela non nella citazione esplicita e cosciente, ma in quella involontaria dettata dal subconscio": così Rainer Werner Fassbinder in un’intervista rilasciata nel 1980, poco dopo la realizzazione della monumentale trasposizione cinematografica di Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin.
Tredici episodi più un epilogo, nel quale la forza visionaria di Fassbinder tocca furie di violenza che rimandano appunto all’ultimo Pasolini.
E proprio l’epilogo della serie Berlin Alexanderplatz (Il mio sogno da un sogno di Franz Biberkopf di Alfred Döblin) è in programma domani, giovedì 17 settembre, alle ore 20 al Cinema Lumière, per il ciclo Salò e altri inferni. Da Jancsó a Fassbinder: matrici e filiazioni del capolavoro ‘maledetto’ di Pasolini.
La proiezione, a cura dell’Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini, sarà presentata da Roberto Chiesi (Centro Studi – Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna).
A cura dell’Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini
Giovedì 17 settembre, ore 20, Cinema Lumière
Salò e altri inferni. Da Jancsó a Fassbinder: matrici e filiazioni del capolavoro ‘maledetto’ di Pasolini
BERLIN ALEXANDERPLATZ – EPILOGO: IL MIO SOGNO DA UN SOGNO DI FRANZ BIBERKOPF DI ALFRED DÖBLIN (Germania-Italia/1980) di Rainer Werner Fassbinder
Introduce Roberto Chiesi
Compiuta l’impresa di adattare per il cinema il romanzo-fiume di Döblin, Fassbinder realizzò un’ultima parte violentemente visionaria, interamente di sua invenzione, dove immaginò un lungo incubo di Franz Biberkopf, condensandone le pulsioni inespresse, i tormenti, le ossessioni, i fantasmi. In questo vertiginoso caleidoscopio infernale, spicca una sequenza che riecheggia il finale di La ricotta di Pasolini e soprattutto una scena allucinante di torture naziste, quasi sicuramente ispirata a Salò, film che Fassbinder aveva dichiarato di ammirare (Roberto Chiesi).
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