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Un viaggio a colori nella storia del cinema

19 giugno 2009

"Alla ricerca del colore dei film è una rassegna impossibile. Impossibile trattenere il colore di un film; lo sanno bene i laboratori di stampa, ogni copia della stessa opera è diversa dall’altra; lo sanno bene i proiezionisti, ogni proiezione tradisce la precedente e la successiva, troppe le variabili, sale, proiettori, lanterne, lampade, obiettivi e oggi, il digitale. Resta solo la nostra memoria, che oggi lo sappiamo, è in movimento, non ci restituisce mai una fotocopia, ma una fotografia aggiornata di quello che abbiamo vissuto. Sono convinto che il colore è, tra tutti gli elementi di un film, quello che percepiamo più fisicamente, che ci dà le emozioni più profonde, fisiche e inconsce, che viviamo come indelebili".
Con queste premesse, il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli ha intrapreso una ricerca, assieme al direttore artistico del festival Il Cinema Ritrovato Peter von Bagh e a Mariann Lewinsky, che approda nella sua prima parte (la seconda la si vedrà nell’edizione 2010) sugli schermi della 23ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato con la sezione Alla ricerca del colore dei film: è un viaggio lunghissimo che va infatti dalle pazienti mani artigiane che nell’anno 1900 hanno colorato un preziosissimo filmato di 60 metri, Danses serpentines, alle acrobazie cromatiche di Jean-Luc Godard, che nel 1965 firmava Pierrot le fou, passando per i colori altrettanto sorprendenti – non solo nella loro bellezza, ma anche nella loro capacità di sapersi adattare alle esigenze del cinema dipingendo atmosfere ed emozioni – di Scarpette rosse di Michael Powell o di Senso di Luchino Visconti.
La sezione propone 13 appuntamenti dal 27 giugno al 4 luglio, in Piazza Maggiore e al Cinema Arlecchino e unisce i molti caratteri di una manifestazione sfaccettata come Il Cinema Ritrovato: l’impegno scientifico (con il faticoso recupero di molti materiali) e l’apertura divulgativa (con le proiezioni in Piazza Maggiore dei grandi capolavori del passato), l’attenzione al cinema muto così come a quello sonoro (che in questa sezione trovano un’inaspettata convivenza), la perizia filologica e la capacità di lasciarsi meravigliare dalla brillantezza di un colore in grado di entusiasmare uno come Martin Scorsese ("luccicante bellezza"), fin dai primi fotogrammi del nuovo restauro di Scarpette rosse.
Si parte quindi con il cinema degli albori, sabato 27 giugno alle ore 18 al Cinema Arlecchino, con il primo programma della sezione Il colore del muto, presentato dalla curatrice Mariann Lewinsky, in attesa di accendere lo schermo di Piazza Maggiore (ore 22) per il restauro di Scarpette rosse (promosso da UCLA Film & Television Archive, in collaborazione con BFI, The Film Foundation, ITV Global Entertainment Ltd., Janus Film); si prosegue la mattina dopo, domenica 28 giugno alle ore 11 al Cinema Arlecchino con Pandora diretto da Albert Lewin e interpretato da una splendida Ava Garder, e così via fino all’ultimo giorno di festival con La Belva di William Wellman, interpretato da Robert Mitchum (sabato 4 luglio, ore 18, Cinema Arlecchino), non senza aver fatto un’altra tappa in Piazza Maggiore, la sera prima, venerdì 3 luglio (ore 22), con il restauro di Senso (promosso da Studiocanal, CSC – Cineteca Nazionale, Cineteca di Bologna – L’Immagine Ritrovata, con il sostegno di GUCCI, The Film Foundation e Comitato Italia 150).

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