'Food, Inc.' vince la chiocciola d'oro come miglior documentario
11 maggio 2009
Un film-shock sull’industria alimentare americana trionfa a Slow Food on Film: è Food, Inc. ad aggiudicarsi la chiocciola d’oro (ritirata dal regista Robert Kenner, graditissimo e simpatico ospite del festival) come miglior lungometraggio documentario della seconda edizione del festival che Cineteca di Bologna e Slow Food dedicano all’indagine sulla cultura agroalimentare attraverso le immagini, la cui cerimonia di premiazione si è svolta ieri, domenica 10 maggio, alla presenza del direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, del presidente di Slow Food Roberto Burdese e del comitato artistico di Slow Food on Film, diretto da Stefano Sardo, composto inoltre da Luca Busso e Luisa Grosso.
Questa la motivazione della giuria (composta da Thomas Struck, direttore di Kulinarische Kino al Festival di Berlino, Abbas Arnaout, regista e scrittore giordano, JP Gené, giornalista, Mario Gianani, produttore) che ha assegnato il premio di € 5.000 a Food, Inc. come miglior lungometraggio documentario: "Il film apporta un forte contributo al discorso sulla disastrosa situazione alimentare del pianeta. Il mondo Slow Food è ben consapevole del potere che hanno i consumatori, ma spesso si trova a parlare di argomenti che gli associati già conoscono. Invece questo film vuole raggiungere un pubblico più vasto. Racconta la storia di un sistema internazionale di produzione alimentare molto complesso in modo comprensibile, informativo, ma allo stesso tempo spettacolare. Auspichiamo con questo premio che il film possa trovare una distribuzione in Italia e nel resto del mondo e che risvegli le coscienze sul tema del cibo che acquistiamo e che portiamo sulle nostre tavole".
Il premio al miglior cortometraggio documentario (€ 2.000) è andato invece all’ungherese Sándor Mohi e al suo Imádság (La preghiera), che racconta cinque anni di vita di una coppia di anziani contadini.
Questa la motivazione della giuria, composta da Jonathan Nossiter, autore di Mondovino, dall’attrice francese Irène Jacob e dallo sceneggiatore Sanitago Amigorena: "Per la profondità umana che il regista ha saputo cogliere nei pochi gesti semplici e dolorosi dei suoi protagonisti, rendendoci partecipi della loro vita e, soprattutto, di un rapporto con la terra che ci sembra più che mai necessario".
Il concorso per il miglior cortometraggio di finzione (€ 5.000) è stato invece vinto da Thé Noir del francese Serge Elissalde. "Per l’eleganza stilistica, l’originalità del segno e la capacità di elaborare un racconto autoriale affascinante e di forte valore simbolico; non privo di una certa ironia e strettamente rappresentativo di una realtà drammaticamente quotidiana": recita così la motivazione espressa dalla giuria composta dal produttore Pepe Barrena, dall’attore Giuseppe Battiston e dal regista Guido De Maria.
La Food & Film Academy – ovvero la giuria internazionale deputata a scegliere il miglior lungometraggio di finzione – ha poi premiato Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio, mentre il premio per la miglior serie televisiva era già stato assegnato sabato a "Report" di Milena Gabanelli, ritirato dalla giornalista Sabrina Giannini.
"Abbiamo ricevuto oltre 270 titoli da 25 Paesi diversi per questa seconda edizione di Slow Food on Film. Questa è la dimostrazione della bontà del tema scelto, della sua vocazione internazionale e della pluralità di voci intervenute sui diversi argomenti", ha dichiarato il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli in apertura della cerimonia di premiazione. "Questo festival è infatti per noi un luogo di scambio e di conoscenza, che si pone principalmente un obiettivo civile, e qui vorrei ricordare l’esortazione di Ermanno Olmi a diventare, ciascuno di noi, un ortolano di civiltà". "D’altronde Slow Food on Film è una manifestazione che non si esaurisce oggi, ma che prosegue: da un lato, con la presenza in sala di Terra Madre, dall’altro lato con la collana di DVD delle edizioni della Cineteca".
"Un festival politico per scelta", ha ribadito il Presidente di Slow Food Roberto Burdese, "caratterizzato da una forte anima di denuncia e nel corso del quale sono emersi più aspetti di criticità che ipotesi di soluzione. Per noi è importante adesso far conoscere i lavori che abbiamo visto in questi giorni, muovere le coscienze, ed è per questo che in primo luogo vogliamo portare questi film alla platea degli studenti universitari".
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