I film della vita di Franco La Polla
Truffaut, Altman, Huston, Wilder e l’immancabile Peckinpah: già i nomi dei registi rivelano le preferenze cinematografiche di colui che è stato un grande studioso della settima arte, un docente coltissimo, preparato e lungimirante.
A poco più di un mese dalla scomparsa, la Cineteca di Bologna e il Cinema Lumière vogliono ricordare Franco La Polla, per molto tempo anche prezioso collaboratore dell’istituzione cinematografica del capoluogo, proponendo da domani alcuni film divenuti pietre miliari della storia del cinema e che La Polla inseriva, a giusto titolo, tra i film ‘della mia vita’.
Si comincia domani, giovedì 16 aprile, alle ore 20.00 al Cinema Lumière con L’uomo che amava le donne di François Truffaut (L’Homme qui aimait les femmes, Francia/1977).
“È solo un uomo, aveva detto Geneviève di Bertrand all’editore e ai colleghi. È solo un film, ci dice Truffaut di quest’opera in cui rien n’est inventé e tutto è creato perché finalmente Bertrand – e noi con lui – venga accolto in quell’isola delle donne dove potrà spiegare all’oggetto del suo desiderio (interposto) quello che esse si sono sempre chieste: perché le donne hanno fatto di Bertrand all’imperfetto quel che invece egli è” (in François Truffaut. L’intrigo, il turbamento, l’amore, 1981).
Di seguito gli altri appuntamenti della rassegna I film della mia vita. In ricordo di Franco La Polla:
Venerdì 17, ore 17.45
AMERICA OGGI (Short Cuts, USA/1993) di Robert Altman (187')
“Un sommesso affresco sulla decadenza morale d’una nazione, la versione altmaniana – se vogliamo – d’un disegno di Grosz [...] In questo mondo costellato di bambini e di morti gli adulti fungono da agenti della violenza, attiva o passiva che sia, e l’affresco diventa una weltanschauung che ha perso ogni sistema di riferimento, un muoversi caotico di schegge impazzite che è poi la forma del film” (Cineforum, 1993).
Sabato 18, ore 18.30
CITTÀ AMARA (Fat City, USA/1972) di John Huston (100') “La città amara di Huston è la tipica città iperrealista, geometrica, coloratissima, immobile, colta nella staticità che è la sua norma interiore : piccoli bar, insegne rutilanti e assurde, angoli trascurati e quasi senza tempo... in ultima analisi, la testimonianza del tentativo di un bravo regista del passato di abbracciare nuovi suggerimenti estetici” (Il nuovo cinema americano, 1978).
Lunedì 20, ore 22.15
UNO, DUE, TRE! (One, Two, Three, USA/1961) di Billy Wilder (108’)
“Lo stile nevrotico dei Cinquanta sta diventando paranoico (cioè psicotico) nei Sessanta. Wilder è uno dei pochissimi registi che anche nei Sessanta resteranno fedeli a se stessi [...] persino la satira contro il comunismo di Uno, due, tre! diventa un ingegnoso gioco teatrale dove a ogni schiocco di dita la scena cambia, per lasciare spazio all’insostenibile carico di dialogo che James Cagney regge superbamente” (Sogno e realtà americana nel cinema di Hollywood, 1987).
Versione originale sottotitoli italiani
Martedì 21, ore 22.30
OSTERMAN WEEKEND (The Osterman Weekend, USA/1983) di Sam Peckinpah (116')
“La vera tematica di Peckinpah non è la violenza, ma l’arroganza del potere, argomento al quale risponde nel modo a lui congeniale: l’anarchismo individualista tinto di venature nichiliste. In Osterman weekend, mostrando che il film spionistico è soltanto un involucro come un altro, egli rivela infine il suo intento: un ammonimento nei confronti della manipolazione che il potere attua sulle persone attraverso i mass-media” (Sam Peckinpah. Il ritmo della violenza, 2006).
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