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Metropolis

12 marzo 2015

Per ottant’anni non abbiamo visto il vero Metropolis: poi il ritrovamento, nel 2008, in Argentina, di 25 minuti perduti dal 1927.
Ora Metropolis, la “cattedrale della modernità cinematografica” (come l’ha definita Luis Buñuel) costruita dal genio di Fritz Lang, torna alla sua bellezza primigenia, grazie al restauro della versione più completa esistente, realizzato da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek, con la colonna sonora originale di Gottfried Huppertz, ricostruita ed eseguita da Frank Strobel, alla guida della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin.
Ed è proprio questo nuovo restauro che ora la Cineteca di Bologna, con il suo progetto di distribuzione dei classici restaurati Il Cinema Ritrovato. Al cinema, porta da lunedì 16 marzo in 70 sale italiane e parallelamente nelle librerie, con la pubblicazione di un cofanetto che contiene il DVD con la versione restaurata di Metropolis e un booklet di approfondimento.

Potenza visionaria capace di costruire un mondo disumanizzato, schiavo della sua stessa deriva tecnologica: la città è una Torre di Babele che punta vertiginosamente al cielo sotto la quale si consuma la lotta di classe tra padroni e lavoratori; la fabbrica è un Moloch divoratore di uomini; la messianica Maria cela invece, dietro alle sue stesse sembianze, il diabolico inganno del suo doppio automatizzato, che scatenerà la rivolta incontrollata.
Alla sua uscita, nella primavera del 1927, Metropolis aggredisce e sconcerta il pubblico dell’epoca. Si trasformerà in un film d’impatto inesauribile sull’intera storia del cinema, capostipite della fantascienza, capace di nutrire ogni nuova visione, fino a Brazil, a Blade Runner, ad Avatar.

Un film avvolto in un immaginario leggendario, figlio di un maestro dell’espressionismo tedesco come Fritz Lang e della scrittrice Thea von Harbou, all’epoca moglie del regista: due anni di lavoro (1925-1926), una produzione faraonica e spese incontrollate, fino alla prima del 10 gennaio 1927.
Da quel momento, Metropolis non è più stato il film che Fritz Lang aveva realizzato. Storpiato e massacrato dalle uscite nelle sale cinematografiche, il Metropolis che ha circolato per i decenni a venire, pur mantenendo “la sua forza emotiva, la sua inedita e sorprendente bellezza” (è sempre Luis Buñuel a parlare), ha fatto emergere elementi inconcludenti, nell’intreccio di una vicenda narrativa assai complessa. Come scrive il critico Balthasar (Roland Schacht), che, sul finire del 1927, si trova di fronte a due film differenti: “Questo Metropolis non ha nulla a che vedere, neppure lontanamente, con il film che abbiamo visto meno di un anno fa”.

Fantasia distopica su un mondo verticalmente diviso, sopra, l’avveniristica città dell’intelletto e del potere, e sotto, il sottosuolo della forza lavoro, Metropolis è un capolavoro laddove trascende il proprio mai risolto messaggio sociale (rivoluzione o conciliazione?): nella prodigiosa intuizione con cui osserva una città vera, New York, e la ricostruisce come grandiosa icona d’ogni futuro oltreumano. Straordinari effetti speciali, movimenti di masse in rivolta, 300 giorni di riprese, 36.000 comparse, 500 grattacieli di 70 piani, e al centro di tutto l’ambigua Maria, vergine e androide.



Il Cinema Ritrovato. Al Cinema
Classici restaurati in prima visione

Dal 16 marzo nelle sale italiane e in DVD nelle librerie
METROPOLIS (Germania/1927) di Fritz Lang (150’)
Restauro della versione più completa esistente realizzato da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek
Colonna sonora originale di Gottfried Huppertz ricostruita ed eseguita dalla Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta da Frank Strobel

Regia: Fritz Lang
Sceneggiatura: Thea von Harbou
Fotografia: Karl Freund, Günther Rittau
Effetti speciali: Eugene Schüfftan
Scenografia: Otto Hunte, Erich Kettelhut, Karl Vollbrecht
Costumi: Aenne Willkomm.
Musica: Gottfried Huppertz.
Interpreti: Brigitte Helm (Maria), Alfred Abel (Joh Fredersen), Gustav Fröhlich (Freder), Rudolf Klein-Rogge (Rotwang), Heinrich George (Grot), Fritz Rasp (uomo magro), Theodor Loos (Josaphat), Erwin Binswanger (Georg), Olaf Storm (Jan)
Produzione: Erich Pommer per UFA.


Nella città di Metropolis la società è divisa in due classi: un’elite oziosa che vive nei gratta-cieli e gli operai schiavizzati che faticano nel sottosuolo.
A capo della città Joh Fredersen, che dall’alto della grande torre di Babele controlla le attività produttive.
Suo figlio Freder vede casualmente emergere dalle profondità di Metropolis un gruppo di bambini poveri accompagnati da una giovane donna, Maria. Colpito dalla miseria dei ragazzi e dalla bel-lezza di Maria, Freder li segue nel sottosuolo. Qui scopre lo spazio della fabbrica e assiste a un’esplosione che uccide un gran numero di operai. Dopo un drammatico confronto con il padre, decide di scambiare la propria vita con quella di un operaio.
Intanto Joh Fredersen viene a sapere di misteriosi documenti trovati nelle tasche degli operai morti. Allarmato, fa visita al suo antico rivale, lo scienziato Rotwang, che gli mostra un robot di sua produ-zione. Gli rivela che i documenti sono in realtà le mappe di antiche catacombe scavate nel livello più profondo della città. I due scendono nelle catacombe dove spiano Maria mentre predica agli operai annunciando il prossimo arrivo di un “Mediatore” in grado di unire le classi. Fra gli operai, camuffato, c’è Freder. Dopo il sermone rivela a Maria di essere lui il predestinato.
Fredersen chiede a Rotwang di dare al robot le sembianze di Maria in modo da seminare di-scordia fra lei e gli operai. Rotwang cattura Maria trasformando l’automa in un suo doppio. Ma Rotwang cova nei confronti del tiranno di Metropolis un’antica vendetta, da quando questi molti anni prima gli aveva sottratto l’amata.
Per vendicarsi, programma il robot per distruggere la città. Quest’ultimo aizza la rivolta operaia: i lavoratori distruggono il genera-tore energetico, provocando l’inondazione della città e rischiando di far affogare i loro stessi figli. Freder e la vera Maria, finalmente libera, salvano i bambini dall’inondazione. Resisi conto di quanto fatto, gli operai catturano il robot e lo bruciano sul rogo.
Rotwang insegue la vera Maria sul tetto della cattedrale, Freder viene in suo soccorso e Rotwang viene ucciso. Riconciliatosi con il padre, Freder riesce a pacificare le classi della città.

 

Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
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