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Il cinema di Xie Jin

3 novembre 2014

La Cina di Mao vista attraverso lo sguardo di un maestro del cinema. Una carriera che attraversa la storia cinese, dagli anni Cinquanta alla fine del Novecento: è quella di Xie Jin (1923-2008), autore cardine della cinematografia asiatica, creatore di un modello autoriale con il quale l’intera produzione a lui contemporanea o successiva ha dovuto fare i conti, un modello che metteva al centro del proprio lavoro l’esaltazione dei valori confuciani, nell’ambito di racconti e vicende di carattere popolare: giovani combattenti comuniste (The Red Detachment of Women), due sorelle attrici che trovano la felicità, una, nella famiglia, l’altra, nell’attivismo politico (Stage Sisters), la prima campionessa di basket cinese (Woman Basketball Player No.5), l’attacco alla società consumista americana (The Herdsman).

La Cineteca di Bologna, con il coinvolgimento dello Shanghai Film Museum, rende omaggio al regista Xie Jin, uno dei più popolari e influenti registi cinesi nell’arco di tempo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta: per la prima volta in Occidente, saranno proposti otto classici del maestro del cinema cinese in versioni integrali restaurate.   

Appuntamento al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna (Piazzetta Pasolini, 2/b) da mercoledì 5 a domenica 9 novembre: a inaugurare la retrospettiva sarà l’incontro, coordinato dallo studioso Lorenzo Codelli, con i docenti cinesi dell’Università di Shangai, Nie Wei e Chen Xiaoda, Xie Jin: storia e tradizioni del cinema cinese (mercoledì 5 novembre, ore 17.30, ingresso libero).

Il saluto dei rappresentanti di Shangai Film Museum, Shanghai Xie Jin Film Art Foundation, Shanghai International Culture Association e di Marina Timoteo dell’Istituto Confucio di Bologna accompagnerà la prima proiezione, sempre mercoledì 5 novembre, ma alle ore 20, e vedrà sullo schermo Stage Sisters, realizzato da Xie Jin nel 1965 e presentato nella sua versione integrale restaurata all’ultima edizione del festival Il Cinema Ritrovato.
Film personale e introspettivo sulla ricerca della felicità e del successo nella Cina rivoluzionaria, racconta le vite parallele di due attrici: una cerca la felicità e il successo tramite la vita di famiglia, l’altra tramite l’attivismo politico: “Il film – ha detto lo stesso regista – è stato girato in meno di sei mesi, tra l’inverno 1963 e il maggio 1964, ed è stato meticolosamente pensato a livello di scrittura e di ricerche degli esterni. Si basa sui miei ricordi d’infanzia, sulla mia passione per l’opera di Shaoxing, e inoltre sulle vite di Yan Xuefen e Fan Ruijan, sulla loro difficile giovinezza e sui disastri che avevano attraversato. Ci ho messo anche la mia vita prima della liberazione, la mia attività come attore amatoriale, l’opposizione da parte della mia famiglia. È un film molto personale, riflette un’evoluzione e le mie riflessioni”.

Una fitta serie di appuntamenti raccoglierà in cinque giorni le proiezioni dell’Omaggio a Xie Jin: sempre mercoledì 5 novembre, alle ore 22.30, è in programma Huang Baomei (1958), introdotto da Jueren Woo dello Shangai Film Museum; giovedì 6 novembre, alle ore 20 (replica venerdì 7 novembre, ore 17.30), vedremo invece The Red Detachment of Women (1961), storia di un gruppo di giovani donne combattenti comuniste.
La commedia Big-Li, Little Li, and Old Li (1962) è in programma venerdì 7 novembre, alle ore 20; il film di attacco alla società consumista statunitense The Herdsman (1982) sarà invece proiettato sabato 8 novembre alle ore 20.
Tra gli altri titoli in rassegna, si segnalano l’innovativo Woman Basketball Player No.5 (1957), storia dell’ascesa di una star del basket sullo sfondo del conflitto tra la Cina pre-rivoluzionaria e la nuova Cina (giovedì 6 novembre, ore 22.15; replica sabato 8 novembre, ore 18), e Legend of Tianyun Mountain (1980), opera centrale nella carriera del regista asiatico, che esamina la macchina politica cinese e i traumi ad essa collegati (giovedì 6 novembre, ore 17.30; replica sabato 8 novembre, ore 22).
La retrospettiva si concluderà domenica 9 novembre con la proiezione del titolo più recente in rassegna Hibiscus Town, realizzato nel 1986, seguito dalla replica di Stage Sisters (ore 20.30).


Xie Jin (1923-2008)
È uno dei più popolari e influenti registi cinesi nell’arco di tempo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta. Studia teatro nel 1941 e prende parte a rappresentazioni teatrali alla metà degli anni Quaranta.
Nel 1946 si diploma in regia alla Scuola Nazionale di Teatro di Nanchino e nel 1948 inizia a lavorare alla compagnia cinematografica Datong. Nel 1950 segue corsi di politica e in seguito lavora come assistente alla regia e in qualità di regista presso il Changjiang Film Studio e lo Shanghai Film Studio. Xie si fa notare dalla critica con Nü lan wu hao (Woman Basketball Player No. 5, 1957), il primo film cinese a colori sul mondo dello sport, ottenendo un premio al Festival Mondiale della Gioventù 1957.
Dopo Huang Bao Mei (1958), un docudrama in cui Xie esalta con entusiasmo il ruolo dei lavoratori modello nella costruzione del socialismo, con Hongse nianzi jun (The Red Detachment of Women, 1961) il regista ottiene diversi riconoscimenti al Premio Cento Fiori 1962, tra i quali miglior film, miglior regia e migliore attrice.
Wutai jiemei (Stage Sisters, 1965), pur essendo stato portato a termine prima della Rivoluzione culturale, ottiene fama internazionale oltre un decennio più tardi vincendo un premio al London Film Festival 1980 e la Golden Eagle al Manila Film Festival 1981.
Il suo approccio particolare al cinema viene definito dal critico Zhu Dake nel 1986 “il modello Xie Jin”. Tra gli elementi chiave del modello: l’esaltazione dei valori confuciani, la scelta di temi popolari e l’uso di vicende melodrammatiche convenzionali. Tale approccio diventa dominante nel cinema cinese degli anni Ottanta, al punto che alcuni giovani registi tentano di forzare un cambiamento sfidando il modello Xie Jin. Rifiutano il conservatorismo dei film di Xie, in particolare la sua difesa del sistema politico, ottengono però uno scarso successo in patria. In questo senso l’influenza di Xie Jin risulta tuttora palpabile sui film realizzati in Cina.
Negli anni Novanta Xie fonda una propria compagnia, la Xie Jin-Hengtong, e produce film quali Lao ren he gou (Un vecchio e il suo cane, 1993). Nel 1997 dirige un’epopea storica, Yapian Zhanzheng (La guerra dell’oppio), sostenuta dai massimi leader del PCC; il film esce nel momento in cui Hong Kong passa alla Cina.
(Yingjin Zhang e Zhiwei Xiao, Encyclopedia of Chinese Cinema, Londra-New York, Routledge, 1998, pp. 376-377)


Omaggio a Xie Jin
Un maestro del cinema cinese

Dal 5 al 9 novembre al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b)

Mercoledì 5 novembre, ore 17.30
XIE JIN: STORIA E TRADIZIONI DEL CINEMA CINESE
Incontro con Nie Wei e Chen Xiaoda (Università di Shanghai). Coordina Lorenzo Codelli (curatore della rassegna).

Mercoledì 5 novembre, ore 20 (replica domenica 9 novembre, ore 20.30)
STAGE SISTERS (Wutai jiemei, Cina/1965) di Xie Jin (112’)
Le vite parallele di due attrici: una cerca la felicità e il successo tramite la vita di famiglia, l’altra tramite l’attivismo politico. “Il film è stato girato in meno di sei mesi, tra l’inverno 1963 e il maggio 1964, ed è stato meticolosamente pensato a livello di scrittura e di ricerche degli esterni. Si basa sui miei ricordi d’infanzia, sulla mia passione per l’opera di Shaoxing, e inoltre sulle vite di Yan Xuefen e Fan Ruijan, sulla loro difficile giovinezza e sui disastri che avevano attraversato. Ci ho messo anche la mia vita prima della liberazione, la mia attività come attore amatoriale, l’opposizione da parte della mia famiglia. È un film molto personale, riflette un’evoluzione e le mie riflessioni” (Xie Jin).
Saluto dei rappresentanti di Shanghai Film Museum, Shanghai Xie Jin Film Art Foundation, Shanghai International Culture Association. Introducono Marina Timoteo (Istituto Confucio di
Bologna) e Lorenzo Codelli.

Mercoledì 5 novembre, ore 22.30
HUANG BAO MEI (Cina/1958) di Xie Jin (49’)
In questo film che esalta la costruzione del socialismo, il personaggio del titolo è interpretato dalla vera Huang Baomei. L’intero cast è composto da operaie tessili di Shanghai. “Huang Baomei era completamente autentica e perfetta sul posto di lavoro. Per la scena d’una riunione in fabbrica abbiamo preparato un dialogo. Ho chiesto alle operaie di non utilizzarlo. Ho detto loro: ‘Come fate le vostre riunioni? Decidete voi i dialoghi in base a questo canovaccio’” (Xie Jin).
Introduce Jueren Woo (Shanghai Film Museum). Rassegna promossa da Istituto Confucio di Bologna in collaborazione con Shanghai Film Museum.

Giovedì 6 novembre, ore 17.30 (replica sabato 8 novembre, ore 22)
LEGEND OF TIANYUN MOUNTAIN (Tianyunshan chuanqi, Cina/1980) di Xie Jin (126’)
“Innamorato del cinema sociale hollywoodiano degli anni Trenta e Quaranta, così come di Mikhail Romm e Giuseppe De Santis, a Xie Jin era stato chiesto dal nuovo governo della Repubblica Popolare di contribuire, dalla prima metà degli anni Cinquanta, a rifondare filoni e generi. Tianyunshan chuanqi costituisce per molti versi la sua opera-matrice per un nuovo periodo. È il primo film cinese a mettere sistematicamente in discussione, ripercorrendole in flashback concatenati, tutte le campagne politiche dal 1956 ai prodromi delle riforme denghiane, mostrando come i traumi dell’oggi non siano altro che le eredità delle lacerazioni di ieri”. (Marco Müller)

Giovedì 6 novembre, ore 20 (replica venerdì 7 novembre, ore 17.30)
THE RED DETACHMENT OF WOMEN (Hongse nianzi jun, Cina/1961) di Xie Jin (115’)
Sull’isola di Hainan un gruppo di coraggiose combattenti comuniste è in guerra contro i nazionalisti. Wu Qionghua si unisce al gruppo e ne diventerà leader in seguito a umiliazioni dolorose. “Un’ottantina di studentesse di origine metropolitana che ho portato sull’isola di Hainan dovevano interpretare le soldatesse dell’Armata Rossa. Prima delle riprese c’è stato un periodo di prove per ‘osservare la vita e trarne insegnamenti’, per familiarizzarsi con le azioni militari” (Xie Jin).

Giovedì 6 novembre, ore 22.15 (replica sabato 8 novembre, ore 18)
WOMAN BASKETBALL PLAYER NO. 5 (Nü lan wu hao, Cina/1957) di Xie Jin (89’)
Il conflitto tra la Cina di prima della rivoluzione e la nuova Cina nel racconto dell’ascesa d’una star del basket. “Questo tipo di soggetto non era mai stato portato sullo schermo, si preferivano all’epoca storie di operai, soldati, contadini. Era un soggetto nuovo. Il film è piaciuto, ha avuto successo. Ha lanciato tutta una serie di film sportivi. Io avevo bisogno d’una ragazza particolarmente alta che non si trovava tra le attrici nostrane. Cao Giwei aveva diciassette anni, era stata selezionata per la squadra di basket di Shanghai. Era interessante fisicamente e parlava piuttosto bene il cinese. Non aveva affatto bisogno di recitare” (Xie Jin).

Venerdì 7 novembre, ore 20
BIG LI, LITTLE LI, AND OLD LI (Da Li, xiao Li he lao Li, Cina/1962) di Xie Jin (86’)
In un’impresa di macelleria all’ingrosso, il Grande Li, responsabile sindacale, e il Vecchio Li, dirigente dell’azienda, non fanno mai sport. Solo il Piccolo Li, figlio del Grande Li, ama la ginnastica ancora più del lavoro. “Un’eccellente commedia, girata benissimo da Xie Jin che ha sempre dimostrato una particolare predilezione per lo sport” (Marie-Claire Quiquemelle).

Sabato 8 novembre, ore 20
THE HERDSMAN (Mumaren, Cina/1982) di Xie Jin (98’)
Tratto da un popolare romanzo di Zhang Xianliang, Mumaren da un lato denuncia il materialismo americano e dall’altro esalta l’impegno nazionalista cinese. La storia inizia nel 1980, quando il padre del protagonista ritorna in Cina con la speranza di portare con sé il figlio in America. “Gli spettatori si chiedevano se il protagonista dovesse emigrare oppure no. Secondo noi spettava al protagonista decidere del proprio destino (incluso il destino passato e quello futuro, non solo il mero problema se espatriare o no)” (Xie Jin).

Domenica 9 novembre, ore 17.30
HIBISCUS TOWN (Furong zhen, Cina/1986) di Xie Jin (163’)
Il film propone un vasto riesame critico della recente storia cinese sottolineando come le vite di persone innocenti, oneste e operose siano state rovinate dalle campagne politiche. Hu Yuyin, reginetta di bellezza di Ibisco, attraversa le tragedie della rivoluzione culturale e ritrova la propria individualità solo nel decennio successivo. Furong zhen è tratto dal romanzo di Gu Hua Una piccola città di nome Ibisco edito in Italia nel 1991.

 

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