50 anni fa usciva 'Per un pugno di dollari'
11 settembre 2014
Il 12 settembre 1964 è il giorno in cui il western sarebbe cambiato. In pochi ci credevano, prima che Sergio Leone – che, all’epoca, ragioni di marketing, diremmo oggi, trasformarono in un fantomatico regista americano chiamato Bob Robertson – e il suo Per un pugno di dollari diventassero, l’uno, l’uomo destinato a rivoluzionare uno dei grandi generi della storia del cinema, l’altro, un successo senza tempo.
Senza tempo al punto che nel suo 50° anniversario il Festival di Cannes ha deciso di affidargli la serata di chiusura della sua 67ª edizione, nella nuova versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e dal suo laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Un restauro che poi la stessa Cineteca ha riportato nelle sale italiane, assieme a quelli degli due successivi capitoli di quella che sarebbe divenuta universalmente conosciuta come Trilogia del dollaro: Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo.
E nel giorno esatto del 50° anniversario dell’uscita di Per un pugno di dollari, venerdì 12 settembre, la Cineteca di Bologna dedica una serata speciale al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b) con due proiezioni del restauro (alle ore 18, nella versione internazionale inglese, e alle ore 20.15, nella versione italiana) e molti approfondimenti sul film, a partire dai moltissimi materiali girati “dietro le quinte” di un set capeggiato da Sergio Leone e dominato da Clint Eastwood e Gian Maria Volonté.
Alle ore 22.30, invece, proiezione di Per qualche dollaro in più, in attesa di rivedere, da domenica 14 settembre, sempre in programmazione al Cinema Lumière, il restauro di Il buono, il brutto, il cattivo.
Venerdì 12 settembre, Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b)
Ore 18 (versione internazionale inglese)
Ore 20.15 (versione italiana)
PER UN PUGNO DI DOLLARI (Italia/RFT/Spagna 1964) di Sergio Leone (100’)
Restauro promosso da Fondazione Cineteca di Bologna, Unidis Jolly Film, The Film Foundation, Hollywood Foreign Press Association e realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata.
In occasione dei 50 anni dall’uscita del film la proiezione sarà preceduta da una selezione di documenti, fotografie, scene tagliate e dalla presentazione del progetto di restauro.
In un certo senso, Sergio Leone sentiva che Hollywood non sapeva più creare la magia che lo aveva incantato da giovane. I western erano diventati troppo convenzionali e verbosi. Leone intuiva che le vecchie favole stavano svanendo e sentiva che “non sarebbe stato possibile rimpiazzarle”. Si poteva far rivivere l’incanto concentrandosi su dettagli convincenti, facendo uno sforzo per mantenere la favola il più possibile realistica, sottolineando l’imprevedibilità, accentuando “lo spettacolo” e creando un eroe in sintonia con i tempi. Ed era affascinato dal meccanismo che permette al cinema di proporsi come moderna forma di mito. Da Per un pugno di dollari in poi, Leone vuole farci credere alle sue favole e fa di tutto perché ciò avvenga, ma nel contempo non vuole che ci crediamo. Per prendere le distanze usa l’ironia, l’umorismo e la voce di un personaggio che dice: “Mi sembra di giocare agli indiani”. Insomma, vuole avere tutto. Sergio Leone faceva film western ambientati in un’altra epoca e in un altro paese, in un passato insieme storicamente accurato e simile a un sogno. Invece di raccontarci le sue storie alla maniera hollywoodiana (come aveva imparato a fare), le abbelliva, trasformava la grammatica del film in una sorta di retorica e generalmente aveva nei confronti del western l’atteggiamento di un manierista alle prese con un soggetto biblico. Una delle caratteristiche salienti del western era il paesaggio, e Leone usò i paesaggi in maniera spiazzante, ora riempiendoli di faccioni ora distanziandosi per lasciarli sorprendentemente vuoti. Piuttosto che invocare i valori morali tradizionali del western, trasformò il genere in un muscoloso carnevale mediterraneo popolato da canaglie e da imbroglioni.
Christopher Frayling
Ore 22.30 (versione italiana)
PER QUALCHE DOLLARO IN PIÙ (Italia/RFT/Spagna 1965) di Sergio Leone (100’)
Restauro promosso da Fondazione Cineteca di Bologna, Leone Film Group e realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata. Si ringrazia Alberto Grimaldi.
Il mito era fondato. Per un pugno di dollari non era stato il primo western italiano, ma aveva stabilito un canone. L’epopea della frontiera si corrompeva nell’allucinazione grottesca, implodeva nella commedia dell’arte. L’anno dopo, Per qualche dollaro in più già poteva fregiarsi di seconda tavola d’un trittico, la Trilogia del dollaro. C’era ancora Clint Eastwood, smilza e ambigua figura del Bene, ed il nerovestito e volpino Lee Van Cleef. Insieme, per diverse ragioni, contro una degna incarnazione del Male, Gian Maria Volonté. Ritorni del rimosso sulle note d’un carillon, spettacolare resa dei conti, campi lunghissimi senza vie di fuga, cadaveri accatastati e poi via, la compagnia si scioglie, il cacciatore di taglie e il vendicatore solitario ognuno per la sua strada, fino al prossimo giro. Per qualche dollaro in più è trionfo d’una già salda retorica d’autore, ed è un film sull’amicizia virile, come infiniti western classici, e come poi ogni film di Sergio Leone.
Andrea Ravagnan
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