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'La caduta degli dei': il Visconti che non piacque a Pasolini

9 gennaio 2009

Un Pasolini scettico, quello che vede e commenta La caduta degli dei, dell’amico Luchino Visconti.
1969: Visconti firma uno dei suoi film più crudi e – pur con le riserve che Pasolini esprimerà nelle pagine del "Tempo" – arriverà a colpire il regista che sei anni dopo firmerà Salò.
Prosegue quindi la riflessione sul film più controverso di Pasolini, attraverso il ciclo Salò e altri inferni. Da Jancsó a Fassbinder: matrici e filiazioni del capolavoro ‘maledetto’ di Pasolini, curato dall’Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini, che propone, lunedì 12 gennaio, alle ore 20.45 al Cinema Lumière, proprio La caduta degli dei di Luchino Visconti.

Lunedì 12 gennaio, ore 20.45, Cinema Lumière
Salò e altri inferni.
Da Jancsó a Fassbinder: matrici e filiazioni del capolavoro ‘maledetto’ di Pasolini
LA CADUTA DEGLI DEI (Italia-Germania-Svizzera/1969) di Luchino Visconti
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
Nel primo atto della sua ‘trilogia germanica’, Visconti conferma la sua vocazione di narratore di dissoluzioni e corruzioni raccontando la progressiva caduta di una famiglia di industriali dilaniata dalla lotta per il potere negli anni dell’affermazione del nazismo. Shakespeare, Wagner, Mann e Dostoevskij i riferimenti drammaturgici, le tele di Beckmann o Grosz quelli figurativi: "Ho voluto fare un Macbeth moderno dove gli dei si mescolano agli umani: lo strumento del loro potere è il denaro, il tempio della loro caduta la fabbrica irta di ciminiere".

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