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Emir Kusturica in Piazza Maggiore

20 giugno 2014

Miglior opera prima alla Mostra del Cinema di Venezia (dove venne anche candidato al Leone d’Oro) nel 1981. Così Emir Kusturica presentava al mondo il suo talento.
Ora universalmente riconosciuto, Kusturica tornerà su quel suo lungometraggio d’esordio, Ti ricordi di Dolly Bell?, per presentarlo domani, sabato 21 giugno, alle ore 21.45 in Piazza Maggiore, nell’ambito della manifestazione Sotto le stelle del cinema, promossa dalla Cineteca di Bologna.

Ma Emir Kusturica sarà a Bologna già nel pomeriggio di domani, in occasione della mostra fotografica promossa dall’Associazione Amici del monastero di Decani, Il miracolo degli occhi, che nasce da un workshop lo scorso agosto presso l’enclave serba di Velika Hoca in Kosovo e Metohija.
Alle ore 18 all’Auditorium Biagi della Sala Borsa, l’autrice del workshop e del catalogo Monika Bulaj, il filosofo Massimo Cacciari, autore della prefazione del volume, il generale Salvatore Farina e il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli presenteranno il progetto al pubblico, prima di inaugurare la mostra nel Cortile di Palazzo d’Accursio, alla presenza di Emir Kusturica.


Sotto le stelle del cinema


Sabato 21 giugno

Ore 18, Sala Borsa – Auditorium Biagi
Presentazione del volume Il miracolo degli occhi
Intervengono l’autrice del workshop fotografico Monika Bulaj, il filosofo Massimo Cacciari, autore della prefazione del volume, il generale Salvatore Farina e il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli

a seguire, Cortile di Palazzo d’Accursio
Inaugurazione della mostra fotografica Il miracolo degli occhi alla presenza di Emir Kusturica

Ore 21.45, Piazza Maggiore
TI RICORDI DI DOLLY BELL? (Jug/1981) di E. Kusturica (110’)
Introduce Emir Kusturica

Il film presentava la strada come l’unica autentica scena di Sarajevo. Mostrava, come sul palmo di una mano, il dramma intatto e fin ad allora sconosciuto della periferia urbana. Inoltre, per la prima volta la popolazione sarajevese poteva identificarsi con ciò che vedeva sullo schermo, e gioire dell’immagine ingrandita della propria vita. La gente di Sarajevo era soprattutto felice di sapere che il suo dramma, i ritratti dei genitori, sorelle e fratelli, e la situazione esistenziale diventavano comprensibili in tutto il mondo, grazie alla proiezione di quel film. Così, come dopo una tempesta il mare ributta sulla spiaggia oggetti noti, attraverso quel film ecco che il tempo, in virtù di qualche prodigio, esponeva in modo infallibile agli occhi dei cittadini avvenimenti e oggetti illuminati da una luce più penetrante e del tutto nuova.

Emir Kusturica


Kusturica, sottraendosi alle scorciatoie del realismo, isola una serie di elementi forti, ciascuno dei quali costituisce un blocco tematico cui affidare l’attendibilità del percorso à rebours. Il primo, e più evidente nella sua incisività a tratti quasi caricaturale, è la musica, strumento imprescindibile per i voli sulle ali della memoria proprio per la sua ‘immorale’ sensualità. Pur inquadrandosi in una goffa strategia di partito tutta tesa al recupero sociale dei giovani, la formazione del complessino rock coinvolge infatti un più ampio spettro storico-generazionale che fa da spia al fascino che l’Occidente esercita sul paese balcanico e sulle caute aperture, sia sul piano commerciale che su quello del costume, che il regime di Tito andava operando in quegli anni. “Era il periodo caratterizzato dalla fine della guerra fredda, dalla fine della divisione violenta. Della polarizzazione delle coscienze, il periodo in cui arrivavano dall’estero i primi dentifrici e mille altre piccole cose che inavvertitamente avevano iniziato a far parte della nostra vita quotidiana” – ha dichiarato il regista. “Allora ci rendemmo conto anche del fatto che la nostra economia andava riformata. L’esigenza e l’urgenza di una riforma venivano mascherate da un’inerzia storica; la mancata realizzazione dei piani economici veniva taciuta e dimenticata e si indirizzava l’attenzione della gente a canzoni come Ventiquattromila baci e ai nostri primi successi nella boxe. Credo che Ti ricordi di Dolly Bell? Rappresenti una sorta di risposta al processo di occidentalizzazione della nostra cultura. Non credo che l’occidentalizzazione abbia distrutto certi tipi di valori, ma che li abbia influenzati. La Jugoslavia è probabilmente il solo paese socialista che ha permesso al suo popolo di avere contatti con l’Occidente e i suoi prodotti. Cosa che è nello stesso tempo un bene e un male”.

Paolo Vecchi

 

 

Sotto le stelle del Cinema
20 giugno – 14 agosto
Piazza Maggiore

Sotto le stelle del Cinema è promosso dalla Cineteca di Bologna nell’ambito di bè bolognaestate 2014


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