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Omaggio a Paul Newman

29 dicembre 2008

Lo scorso 26 settembre la notizia della sua morte rimbalzò sulle prime pagine di tutto il mondo: con Paul Newman se ne andava uno degli ultimi autentici divi di Hollywood.
La Cineteca di Bologna ricorda Paul Newman a poche settimane dalla scomparsa, con una personale che traccia un percorso scelto all’interno di una carriera sterminata, fatta di titoli cult, a fianco di grandi registi e costellata di partnership indimenticabili.
E proprio da una delle accoppiate passate alla storia si apre la retrospettiva presentata dalla Cineteca, quella con Liz Taylor in La gatta sul tetto che scotta, diretto nel 1958 da Richard Brooks (giovedì 1° gennaio, ore 16).
E ancora un film del 1958, venerdì 2 gennaio alle ore 17.30: questa volta c’è Arthur Penn dietro alla macchina da presa e Newman veste i panni di un altro mito, quello di Billy The Kid, nel western Furia selvaggia.
1987: è il momento dell’Oscar come miglior attore protagonista (dopo quello alla carriera ricevuto nel 1986), grazie allo zampino di Martin Scorsese che lo vuole per Il colore dei soldi (sabato 3 gennaio, ore 16.45) di nuovo nel ruolo di Eddie Felson, alias Lo spaccone – nella felice versione italiana –, classico tra i classici diretto nel 1961 da Robert Rossen in programma martedì 6 gennaio alle ore 18, preceduto domenica 4 gennaio, sempre alle ore 18, da Il verdetto, firmato da Sidney Lumet nel 1982.
Chiude la retrospettiva giovedì 8 gennaio alle ore 17.30, Era mio padre, ultima apparizione di Paul Newman, a fianco di Tom Hanks, diretto da Sam Mendes nel 2002.

Da "Cineteca" di gennaio:

Giovedì 1° gennaio, ore 16, Cinema Lumière
LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA (Cat on a Hot Tin Roof, USA/1958) di Richard Brooks
Paul Newman sta tutto il tempo in camera da letto, a bere e masticare sarcasmo, e meno male perché è così bello che, se uscisse per strada, manderebbe a sbattere contro i pali. Però non vuol far l’amore con la moglie, e se la povera Liz Taylor è tanto nervosa si può ben capire perché. La spiegazione dell’arcano è o francamente ridicola o francamente omosessuale, ma chisseneimporta, tutto finisce come deve. Da Tennesse Williams un dramma del Sud molto colorato, molto hot, irresistibile.

Venerdì 2 gennaio, ore 17.30, Cinema Lumière
FURIA SELVAGGIA (The Left Handed Gun, USA/1958) di Arthur Penn
Il mito western di Billy the Kid s’arroventa di sottintesi psicanalitici nel bell’esordio alla regia di Arthur Penn, da un teleplay di Gore Vidal. Paul Newman fa di Billy un ragazzo selvaggio, un’incontrollata forza della natura, una mina vagante sessuale in un West represso e in via di dissoluzione. Un racconto crudele di gioventù, nella maniera lirica e sovraccarica del cinema americano anni Cinquanta.

Sabato 3 gennaio, ore 16.45, Cinema Lumière (‘Cinenido – Visioni disturbate’)
IL COLORE DEI SOLDI (The Colour of Money, USA/1986) di Martin Scorsese
"Non c’è secondo atto nelle vite americane", scriveva Fitzgerald. E invece ecco che vent’anni dopo ritorna Eddie Felson, ‘lo spaccone’, fuori dal giro ma in fondo invecchiato bene, perché sa da dove ricominciare. Per Paul Newman il film, molto voluto e personalmente proposto a Scorsese, è quello del primo Oscar.

Domenica 4 gennaio, ore 18, replica mercoledì 7 gennaio, ore 17.30, Cinema Lumière
IL VERDETTO (The Verdict, USA/1982) di Sidney Lumet
A conti fatti, questo potrebbe essere il miglior film di Paul Newman. Avvocato di Boston deluso, fallito, semialcolista, trova in una causa persa la via della redenzione, e l’arringa che vale una vita. Una storia quasi capriana che Sidney Lumet magistralmente intride di malinconia, disincanto, senso d’irrimediabile sconfitta. James Mason incarna il Male dei poteri forti, Charlotte Rampling l’ingannevole promessa della felicità.

Martedì 6 gennaio, ore 18, Cinema Lumière
LO SPACCONE (The Hustler, USA/1961) di Robert Rossen
Versione originale con sottotitoli italiani
"La tradizione del noir, ma rivista e corretta attraverso l’esistenzialismo di fine anni Cinquanta" (Michael Henry Wilson). Il mondo cavernoso e spietato dei professionisti del biliardo assiste all’irresistibile ascesa di Eddie Felson, che insegue di tavolo in tavolo il mellifluo campione Minnesota Fats. Nell’amara favola morale (chi vince perde se stesso?) Newman offre la sua prova più scopertamente Actor’s studio.

Giovedì 8 gennaio, ore 17.30, Cinema Lumière
ERA MIO PADRE (Road to Perdition, USA/2002) di Sam Mendes
L’ultimo film di Paul Newman è serio e solenne, una tragedia americana, una storia di colpe dei padri che ricadono sui figli e di colpe di figli che dilaniano i padri. Boss mafioso irlandese, grande vecchio, Newman ha poche, taglienti parole e gli occhi blu ormai trasparenti come il ghiaccio. Come estremo dono, a fotografarne la luce leggendaria trova Conrad H. Hall, anche lui al suo ultimo film.

 Ufficio Stampa:
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