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Verdi nel cinema

21 ottobre 2013

Un percorso tra musica e cinema per ricordare Giuseppe Verdi: è quello pensato dalla Cineteca di Bologna per l’intera programmazione di domani, martedì 21 ottobre, al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b), a partire dalle ore 18.30 e dagli albori del cinema, da quel 1913 nel quale Giuseppe De Liguoro realizzò il suo – per l’epoca, monumentale –  Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria. Di questo primo biopic dedicato al Maestro di Busseto rimangono ora 30 dei 70 minuti originari, che vedremo, accompagnati al pianoforte da Daniele Furlati, nella copia restaurata da CSC – Cineteca Nazionale con la collaborazione di Cineteca del Friuli e Archivio Carlo Montanaro.
A seguire, alcune immagini del trasformista per eccellenza, Leopoldo Fregoli, nei panni naturalmente di Giuseppe Verdi. E poi il documentario di Luciano Emmer del 1947, La terra del melodramma, un viaggio a Roncole di Busseto che diventa occasione per rievocare alcuni episodi nella vita di Giuseppe Verdi.

Secondo programma alle ore 20, con il film-opera realizzato da Carmine Gallone nel 1950 da La forza del destino, generalmente considerato il miglior film di Gallone e il miglior adattamento verdiano, anche questo nella copia restaurata da CSC – Cineteca Nazionale.

Ultimo programma alle ore 22.15, con Giuseppe Verdi di Raffaello Matarazzo (1953).

Una coda al programma verdiano l’avremo poi sabato 26 ottobre, alle ore 18 sempre al Cinema Lumière, con il nuovissimo restauro realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, presentato in anteprima all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, del film che Daniel Schmid ambientò 1985 a Casa Verdi, il ricovero per musicisti fondato dallo stesso Giuseppe Verdi: Il bacio di Tosca.


Verdi nel cinema

Martedì 21 ottobre, Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b)

Ore 18.30
GIUSEPPE VERDI NELLA VITA E NELLA GLORIA (Italia/1913) di Giuseppe De Liguoro (30’)
Il primo biopic dedicato al musicista, concepito dalla Labor Film con sfarzo di “scene magnifiche” (da recensione d’epoca), cronologicamente strutturato “in un prologo e quattro epoche”, ricostruiva “le principali vicende della vita del compositore” (Martinelli-Bernardini). Il film, che aveva in origine la durata imponente di settanta minuti, viene presentato nel restauro curato da CSC – Cineteca Nazionale con la collaborazione di Cineteca del Friuli e Archivio Carlo Montanaro.
FREGOLI AL CINEMA (14’)
Nel 1895 il grande trasformista Leopoldo Fregoli incontrò i fratelli Lumière. Entusiasta della loro invenzione, chiese il permesso di proiettare le loro pellicole al termine dei suoi spettacoli. Decise poi di realizzarne in proprio riproducendo alcune scene comiche. Fra i personaggi da lui interpretati, Giuseppe Verdi. Ne proponiamo una selezione curata da Adriano Aprà.
Copia restaurata da CSC – Cineteca Nazionale
Accompagnamento al pianoforte di Daniele Furlati
LA TERRA DEL MELODRAMMA (Italia/1947) di Luciano Emmer (11’)
Nel 1953, tra Giotto e Leonardo da Vinci, il maestro italiano del film d’arte si concede un’appassionata divagazione musicale: un viaggio a Roncole di Busseto diventa occasione per rievocare alcuni episodi nella vita di Giuseppe Verdi.

Ore 20
LA FORZA DEL DESTINO (Italia/1950) di Carmine Gallone (104’)
Com’è destino d’ogni melodramma, soprattutto verdiano, anche le cineopere hanno mosso nel tempo fazioni e passioni. Per chi è disposto a tuffarsi nel fiume turbolento dei colori e degli acuti sentimentali, indulgendo ai piaceri dell'anacronismo (e al diavolo i sincroni), i film-opera possono essere un’esperienza trascinante. La forza del destino viene generalmente considerato il miglior film di Gallone e il miglior adattamento verdiano.
Copia restaurata da CSC – Cineteca Nazionale

Ore 22.15
GIUSEPPE VERDI (Italia/1953) di Raffaello Matarazzo (121’)
Nel 1953, ormai incatenato al suo ruolo di primo regista (maestro nessuno lo chiamerà mai) del cinema mélo, Matarazzo dirige questa biografia di Verdi “sotto forma di autoritratto” (Emiliano Morreale). Ne fa una storia personale, che sommessamente rivendica la tradizione ottocentesca di cui si nutrono le forme sentimentali del suo cinema. Nella Milano del 1901, dal letto di morte, Giuseppe Verdi ripercorre una vita densa d’arte e d’amore. Caratteri, colori, brusche contrazioni temporali e largo distendersi di musica. Scritto tra gli altri da Benvenuti, Monicelli e dallo stesso Matarazzo, è probabilmente il più armonioso e ispirato dei film verdiani.
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale


Sabato 26 ottobre, ore 18, Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b)
IL BACIO DI TOSCA (Svizzera-Italia/1985) di Daniel Schmid (87')
Daniel Schmid riprende i volti, i corpi, i ricordi e i racconti degli ospiti di Casa Verdi, il ricovero fondato da Giuseppe Verdi a Milano per accogliere i musicisti e i cantanti che avevano contribuito alla fama e alla grandezza delle sue opere. “Un diario documentaristico che raccoglie il ‘tempo andato’ di chi ha calcato le scene per tutta una vita. Ricordi di un passato che si fa presente, non appena la luce della cinepresa ricrea le stesse condizioni di un palcoscenico. Segreti, confidenze, civetterie per una memoria cantata” (Lorenzo Buccella). È il film cui si è ispirato Quartet, opera prima da regista di Dustin Hoffman.
Copia restaurata da Cinémathèque Suisse presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. Il restauro è stato supervisionato da Renato Berta, direttore della fotografia del film.

Ufficio stampa Cineteca di Bologna
Andrea Ravagnan
(+39) 0512194833
(+39) 3358300839
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