Presentazione

Ritornare indietro nel tempo e pensare all’edizione zero di Visioni Italiane, venticinque anni fa, è come fare un tuffo nella preistoria, in un mondo in cui la tecnologia che ora utilizziamo quotidianamente, sia nel campo della comunicazione che del cinema, era solo una futuribile chimera. Invece sappiamo che, se si è determinati, i sogni possono diventare realtà ed è questo che tanti autori passati dal festival ci hanno insegnato, regalandoci la soddisfazione di diventare registi affermati a livello nazionale e internazionale. Tra i tanti autori che hanno partecipato a Visioni con le loro piccole opere e che poi hanno proseguito brillantemente la
loro carriera ci sono Matteo Garrone, Paolo Genovese, Francesco Munzi, Matteo Rovere,
Luca Miniero, Salvatore Mereu, Claudio Giovannesi, solo per fare qualche nome. E pur non
essendoci un mercato del cortometraggio in Italia e una diffusione delle opere brevi, ancora
oggi tanti autori iniziano la propria attività realizzando piccoli film, desiderosi di incontrare
un pubblico, non solo virtuale.
Quest’anno in competizione a Visioni Italiane ci sono ventinove opere di giovani autori, alcuni alla prima esperienza dietro alla macchina da presa, altri che hanno già nel cassetto il progetto del primo lungometraggio: sono opere imperfette, ma che mostrano dei talenti in crescita nel raccontare attraverso le immagini. Diversi i generi, le forme, gli stili, dall’animazione al musical, dal racconto introspettivo a quello che usa immagini d’archivio per riscrivere la storia. Nei dodici documentari in concorso a Visioni Doc gli argomenti sono i più diversi ed evidenziano l’interesse per tematiche attuali e la volontà di partire dal particolare per costruire narrazioni universali: dalla riflessione sullo spazio urbano alle conseguenze del terremoto, dalla disabilità alla ricerca identitaria da parte di un figlio adottivo. Proseguono le sezioni tematiche del festival (Visioni Ambientali, Visioni Acquatiche) e il focus sulla vivace produzione di giovani autori sardi (Visioni Sarde). Uno spaccato della produzione regionale lo troviamo anche in Fare cinema a Bologna e in Emilia-Romagna, che raccoglie il meglio dei lavori dal formato irregolare recentemente realizzati. Accanto alle proiezioni, uno sguardo a ciò che accadrà nel prossimo anno a livello emiliano-romagnolo sarà presentato nel convegno Il cinema che verrà, dove autori e produttori illustreranno i progetti ai quali stanno lavorando.
Tra gli Eventi speciali del festival due anteprime di autori emergenti: L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca, che vinse l’edizione 2009 di Visioni Italiane con il corto L’arbitro, e Likemeback di Leonardo Guerra Seràgnoli, che ha esordito nel 2014 con Last Summer. Un’edizione assai ricca che ci auguriamo possa incuriosire e appassionare.

 

Anna Di Martino

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