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AMADEUS

(USA-Francia/1984) di Miloš Forman (160')
Introduce Enrico Tabellini (Museo internazionale e biblioteca della musica)

Soggetto: dalla pièce omonima di Peter Shaffer. Sceneggiatura: Peter Shaffer. Fotografia: Miroslav Ondrícek. Montaggio: Nena Danevic, Michael Chandler. Scenografia: Patrizia Von Brandenstein, Karel Cerný. Interpreti: F. Murray Abraham (Antonio Salieri), Tom Hulce (Wolfgang Amadeus Mozart), Elizabeth Berridge (Constanze Weber), Simon Callow (Emanuel Schikaneder), Roy Dotrice (Leopold Mozart), Christine Ebersole (Katherina Cavalieri), Jeffrey Jones (imperatore Giuseppe II), Charles Kay (conte Orsini-Rosenberg), Barbara Bryne (madre di Costanze), Nicholas Kepros (arcivescovo Colloredo). Produzione: The Saul Zaentz Company.
Versione originale con sottotitoli italiani

 

Amadeus è un film sul talento e sulla libertà, sulla loro incompatibilità con la società che li distrugge in nome dell’ideologia. (Miloš Forman)


Amadeus è una sorta di cerniera tra il passato e il presente: aria di casa, di Mitteleuropa, ma anche capacità di confezionare un prodotto di tutto rispetto capace di attrarre il grande pubblico; accentuato senso del grottesco, delle ‘caricature’ nobili e popolari (soprattutto la corte dell’imperatore Giuseppe II, ma anche guitti, artisti e servi), ma senza dimenticare la centralità dell’eroe (o meglio, degli ‘eroi’ contrapposti); una strizzata d’occhio alla cultura alta, ma raccontata secondo l’affabulazione che piace a Hollywood. Infatti, il film vince otto Oscar, tutti i maggiori praticamente, tranne quello a Tom Hulce, che l’avrebbe comunque meritato, al quale l’Academy preferisce F. Murray Abraham, che interpreta Salieri. Ed è infatti Antonio Salieri, l’uomo maturo, il musicista di corte, accorto diplomatico e suadente bugiardo, il vero ‘antieroe’ del film di Forman, segnato dalla drammatica consapevolezza della propria insanabile mancanza di talento. Ma Salieri conosce bene la musica e capisce subito da che parte stanno genio e mediocrità, senza nemmeno il bisogno di arrivare alla ‘controprova’ degli spartiti del rivale buttati giù di getto senza una cancellatura, delle sue improvvisazioni o addirittura della dettatura del Confutatis e del Lacrimosa del Requiem K. 626 che Mozart morente fa a lui, che non riesce nemmeno a stargli dietro con la trascrizione. Se il giovane, travolgente e autodistruttivo Wolfgang Amadeus è il centro mercuriale del film, il cauto, tormentato Salieri è il suo cuore oscuro, il personaggio narrativamente più interessante. Amadeus è uno dei tanti giovani di Forman; negli anni Sessanta del Novecento avrebbe fatto l’hippie al Central Park; e non bastano i sensi di colpa per la morte del padre, ostinatamente insoddisfatto di lui e minaccioso, a conferirgli i risvolti oscuri di McMurphy. Salieri, invece, è qualcosa di nuovo nella filmografia dell’autore: non è la raffigurazione a tutto tondo dell’Istituzione, il ‘cattivo’, come la capoinfermiera Ratched, né lo sprovveduto, maldestro borghese che non riesce a entrare in sintonia con i propri figli, come tanti dei genitori che ha descritto. Salieri è un uomo di cultura, che capisce fin troppo bene sia l’arte sia la psicologia dello sfrenato ribelle con cui si trova a fare i conti, che lo detesta perché è tanto più bravo di lui, ma che non può fare a meno di invidiarne e desiderarne le caratteristiche. È un personaggio molto fine e sfaccettato, disperatamente a corto di ‘doni’ e molto solo. Non si può né odiarlo né amarlo. (Emanuela Martini)

Proiezioni:
Venerdì 3 agosto 2018
Piazza Maggiore
21.30
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2018
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina dell'evento

Tipo di File: PDF Dimensione: 1.80 Mb