I TARTASSATI
(Italia-Francia/1959) di Steno (105')
Soggetto e sceneggiatura: Vittorio Metz, Roberto Gianviti, Aldo Fabrizi, Ruggero Maccari, Steno. Fotografia: Marco Scarpelli. Montaggio: Eraldo Da Roma. Scenografia: Giorgio Giovannini. Musica: Piero Piccioni. Interpreti: Totò (cavalier Torquato Pezzella), Aldo Fabrizi (maresciallo Fabio Topponi), Miranda Campa (moglie del maresciallo), Katia Caro (figlia del maresciallo), Luciano Marin (Tino Pezzella), Louis de Funès (Ettore), Anna Campori (Dora Pezzella), Ciccio Barbi (brigadiere della finanza), Anna Maria Bottini (Mara), Fernand Sardou (Ernesto). Produzione: Cei-Incom, Maxima Film-Compagnia Cinematografica, Champs-Elysées Productions.
Versione originale con sottotitoli inglesi
Copia proveniente da Gaumont
Restaurato da Gaumont presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata
Il film è basato sulla contrapposizione tra Totò e Fabrizi, tornati insieme per la prima volta dal tempo di Guardie e ladri. Steno, che di quel film era stato regista con Monicelli, tenta di aggiornarlo in chiave fiscale: il Pezzella, negoziante di tessuti, viene sottoposto ad accertamento fiscale da Fabio Topponi (Fabrizi), irreprensibile maresciallo della Tributaria. […]
La sceneggiatura, a cui partecipano Metz, Gianviti, Maccari, Steno e lo stesso Fabrizi, si basa su tre o quattro grosse situazioni che servono da tappeto per i duelli verbali dei due prim’attori. Totò blandisce il suo antagonista, ne tasta le inclinazioni politiche, gli manda a casa elettrodomestici e buoni sconto, fa in modo di trovarsi a caccia insieme a lui e poi, dopo averlo mandato involontariamente in ospedale, infierisce dandogli consigli non richiesti su come farsi le iniezioni. Il meccanismo comico è il medesimo della coppia Totò-Peppino: Totò è l’aggressore, il turbine anarchico, il castigo di Dio; Fabrizi la vittima, il ricettacolo di mille oltraggi fisici e verbali. La natura dei personaggi è però diversa: De Filippo è più complice, fratello, amico, comunque alleato, Fabrizi è in ogni caso l’avversario, il nemico. Fabrizi è più reattivo di De Filippo, meno propenso a lasciarla vinta a Totò, anche da un punto di vista professionale. I due, sinceramente amici anche fuori dalle scene, non arrivano a prevaricare l’uno sull’altro ma ingaggiano comunque un gioco appassionante all’ultima battuta, rendendo il duello dei personaggi ancora più realistico. […]
Di tutte le coproduzioni in cui lavora Totò, I tartassati è di gran lunga la più divertente e riuscita, perché la pellicola, nella forma e nei contenuti, è italiana fino al midollo. Alcuni brani (Totò che scambia Fabrizi per un “nostalgico”, le scene in ospedale) entreranno di diritto nelle antologie totoesche; alcuni verranno addirittura distribuiti nelle scuole, nel ’96, all’interno di un video didattico sulle tasse voluto da uno spiritoso dirigente del ministero delle finanze.
(Alberto Anile)
Lavorare con Totò era un piacere, una gioia, un godimento perché oltre a essere quell’attore che tutti riconosciamo era anche un compagno corretto, un amico fedele e un’anima veramente nobile. […] Arrivati davanti alla macchina da presa, cominciavamo l’allegro gioco della recitazione prevalentemente estemporanea che per noi era una cosa veramente dilettevole. C’era soltanto un inconveniente, che diventando spettatori di noi stessi ci capitava frequentemente di non poter andare più avanti per il troppo ridere.
(Aldo Fabrizi)
Tariffe:
Ingresso libero
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