VELOCE COME IL VENTO
(Italia/2016) di Matteo Rovere (118')
Introduce Stefano Accorsi
Soggetto e sceneggiatura: Matteo Rovere, Filippo Gravino, Francesca Manieri. Fotografia: Michele D’Attanasio. Montaggio: Gianni Vezzosi. Scenografia: Alessandro Vannucci. Musica: Andrea Farri. Interpreti: Stefano Accorsi (Loris De Martino), Matilda De Angelis (Giulia De Martino), Giuseppe Gaiani (Mario De Martino), Lorenzo Gioielli (Ettore Minotti), Paolo Graziosi (Tonino), Roberta Mattei (Annarella), Tatiana Luter (Eva), Alexia Murray (Flavia), Lorenzo Patané (Jim), Giulio Pugnaghi (Nico). Produzione: Domenico Procacci per Fandango, Rai Cinema.
Versione originale con sottotitoli inglesi
Nella patria di Ferrari e Lamborghini, i film di corse automobilistiche non sono mai stati molto praticati (si ricorda, una quindicina di anni fa, Velocità massima di Vicari, caso un po’ particolare). Questo film di Matteo Rovere, il suo migliore, rappresenta dunque una novità produttiva. Siamo nel mondo delle gare gran turismo, dove si sta facendo strada la diciassettenne Giulia De Martino, allenata dal padre. Quando quest’ultimo muore, la ragazzina rischia di perdere la casa, che il genitore aveva messo in garanzia con un finanziatore, contando di ripagargliela con la vittoria nel campionato Gti. Per giunta, in casa si ripresenta il fratello tossicodipendente di Giulia, Loris, andato via anni prima, e la ragazza è costretta ad accoglierlo a fargli da tutore, per evitare che il fratellino più piccolo venga dato in affidamento. Ma la presenza di Loris si rivelerà provvidenziale, perché questi, già promettente corridore dalla carriera stroncata, si mette a fare da trainer a Giulia. Alla base c’è, alla lontana, la storia vera del pilota Carlo Capone. […] Paradossalmente, l’efficacia del progetto, che aspira a una dimensione internazionale da film di genere poco nostrano, viene dalla sua dimensione paesana in senso positivo, dal suo radicamento emiliano (pur se le location sono perlopiù nell’agro romano, con l’effetto un po’ straniante dei pini marittimi). […] Le corse sono riprese con un piglio appassionante, mai moscio ma nemmeno drogato, come invece capita purtroppo in molto cinema americano che punta sugli effetti digitali e sonori, e bara col montaggio. Se si supera il trauma iniziale di vederlo apparire travestito da tossico da manuale, si scoprirà che Stefano Accorsi dà qui una delle sue migliori interpretazioni, soprattutto su un versante comico stranito, e si gioca al meglio le proprie cadenze padane, da ragazzo di Budrio. Attorno, ben utilizzati anche un grande del nostro teatro, Paolo Graziosi (romagnolo di nascita), e la giovanissima, energica Matilda De Angelis.
(Emiliano Morreale)
È raro leggere copioni con una scrittura così bella e precisa. Mescolare poi un ‘film di genere’ con storie familiari è ancora più raro. Comunque abbiamo sempre cercato la verità per raccontare questi team familiari che hanno il sogno condiviso dei motori. Mi sono dovuto confrontare con tantissima adrenalina, e ovviamente con il rapporto con l’eroina. E soprattutto ho dovuto rendere quella scintilla di vita che c’è in Loris.
(Stefano Accorsi)
Tariffe:
Ingresso libero
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