QUANDO LA MOGLIE E' IN VACANZA
(The Seven Year Itch, USA/1955) di Billy Wilder (105')
Regia: Billy Wilder. Soggetto: George Axelrod. Sceneggiatura: George Axelrod, Billy Wilder. Fotografia: Milton R. Krasner. Montaggio: Hugh S. Fowler. Scenografia: George W. Davis, Lyle R. Wheeler. Musica: Alfred Newman. Interpreti e personaggi: Marilyn Monroe (la ragazza), Tom Ewell (Richard Sherman), Evelyn Keyes (Helen Sherman), Robert Strauss (Sig. Gaetano), Oskar Homolka (Dr. Brubaker). Produzione: Charles K. Feldman, Doane Harrison, Billy Wilder per Charles K. Feldman Group, Twentieth Century Fox.
Versione originale con sottotitoli italiani
Io la amo da Niagara e anche da prima, è una persona che ha la grazia, qualcosa tra Chaplin e James Dean.
(François Truffaut)
Una torrida notte dell'estate 1955, a New York. Mogli e frugoletti al mare. Mentre gli scapoli pro tempore di Manhattan si limitano a sciamare in gruppo cacciando donne vere, il piccolo editor di cattiva letteratura Tom Ewell (Wilder avrebbe voluto lo sconosciuto Walter Matthau, a cui aveva fatto un provino ‘folgorante') inventa solo per sé Marilyn Monroe: ne disegna i contorni morbidi e auratici fin da prima che appaia, nel controluce oltre la porta, ne nutre con cura l'immagine sontuosa, carezzevole e aliena. Rinuncia solo a darle un nome, confermandola così creatura hollywoodiana (creatura come la creature from the black lagoon, con cui lei istintivamente fraternizza) assoluta, autoreferenziale, definibile solo per tautologia: "D'accordo, ho una bionda in casa. Ho Marilyn Monroe nella doccia!" è la battuta paradossale che segna il punto di crisi, e la decisione di uscire dalla fantasia voluttuosa. Tracce vistose di Quando la moglie è in vacanza sono rimaste nell'immaginario (para) cinematografico: trovo che l'immagine più memorabile sia Marilyn nella vasca, tra nuvole di schiuma e lampi di pelle nuda, l'alluce infilato nel rubinetto e l'idraulico a contemplare la scena, splendida per concretezza surreale; più celebre è certamente lo svolazzare della gonna bianca sollevata dal soffio della metropolitana, davvero però troppo usurata, e peraltro, nei due takes montati da Wilder, meno generosa e voyeuristica di quanto risulti dalle infinitamente replicate foto di scena. Quel plissé candido, vagamente anticipato nel Magnifico scherzo, resta comunque il capolavoro di Billy Travilla, capocostumista della Fox, l'uomo che veste Marilyn Monroe prima di A qualcuno piace caldo e del mago Orry-Kelly: a lui dobbiamo l'onirico raso rosa di Gli uomini preferiscono le bionde, il torrido bolerino tropicale di Follie dell'anno, gli occhiali di Come sposare un milionario e la triste sensualità delle calze smagliate di Fermata d'autobus.
(Paola Cristalli)
Devo dire che non era facile lavorarci insieme. Ma quello che, di riffa o di raffa, riuscivi a estorcerle poi, sullo schermo, risplendeva. Una vera meraviglia. Inoltre, lo si creda o no, era un'eccellente attrice comica. Sapeva esattamente a che punto sarebbe arrivata la risata. Però poteva anche succedere che trecento comparse stessero lì ad aspettare Miss Monroe dalle nove del mattino e che lei arrivasse sul set alle cinque del pomeriggio... dicendo: "Mi spiace, non riuscivo a trovare la strada". E lavorava in quello studio da sette anni! [...] In un certo senso lei e la cinepresa erano fatte l'una per l'altra. Qualunque cosa le facessi fare, ovunque la mettessi, il risultato sullo schermo era meraviglioso.
(Billy Wilder)
Tariffe:
Ingresso libero
Documenti
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