Bookmark and Share

CABARET

(USA/1972) di Bob Fosse (124')
Copia 35mm Technicolor vintage dell'Academy Film Archive

Soggetto: dall’omonima commedia musicale di Joe Masteroff, ispirato alla pièce I Am a Camera di John Van Druten e ai racconti Berlin Stories di Christopher Isherwood. Sceneggiatura: Jay Allen. Fotografia: Geoffrey Unsworth. Montaggio: David Bretherton. Scenografia: Rolf Zehetbauer. Coreografie: Bob Fosse. Interpreti: Liza Minnelli (Sally Bowles), Michael York (Brian Roberts), Helmut Griem (Maximilian von Heune), Joel Grey (maestro di cerimonie), Fritz Wepper (Fritz Wendel), Marisa Berenson (Natalia Landauer), Elisabeth Neumann (Fraulein Schneider). Produzione: Cy Feuer per ABC Pictures Corp.
Versione originale con sottotitoli italiani
Copia proveniente da Academy Film Archive (Constellation Center Collection) per concessione di Park Circus
Copia originale 35mm dye transfer Technicolor


Una frase che non si vorrebbe mai scrivere è “Gli eventi internazionali recenti hanno reso ancora una volta attuale Cabaret”, ma eccola. Dopo un paio di anni caratterizzati da un aumento della xenofobia e del razzismo e dall’ascesa di partiti nazional-populisti in tutto il mondo, Cabaret ci serve ancora una volta da lezione pratica e da monito.
Non veniamo però qui a temere Cabaret, ma a lodarlo: per le sue canzoni argute, per i suoi balli vistosi e coinvolgenti, per le sue iconiche interpretazioni. C’è la teatralità, con il maestro di cerimonie Joel Grey; il divismo, con i grandi occhi di Liza Minnelli nel ruolo di Sally Bowles; il naturalismo, con Michael York che interpreta Christopher Isherwood; e una struggente Marisa Berenson.
Il film ha quarantasei anni, ma in pratica non li dimostra. Per Bob Fosse era solo il secondo film dopo una carriera da ballerino e coreografo a Broadway e a Hollywood. Il brillante cambiamento introdotto da Fosse rispetto allo spettacolo di Broadway del 1966 consiste nell’allestire tutti i numeri musicali di Cabaret – tranne uno – sul palcoscenico del Kit Kat Klub. L’eccezione è un’agghiacciante Tomorrow Belongs to Me, cantata alla luce del sole in un’ambientazione pastorale da una gioventù dorata, presagio dell’ascesa del nazismo.
Sotto le luci artificiali del locale notturno, un paese dei balocchi per la cultura trasgressiva della progressista Repubblica di Weimar, le labbra di Joel Grey assumono gradualmente un colore rosso sangue a partire da un riflesso distorto in bianco nero. Il verde tossico delle unghie affilate di Sally Bowles – “Divina decadenza!” – e gli ombretti (blu, lavanda, malva) sono sorprendenti ma meno sinistri del rosso simbolico del soffitto di seta che incombe sul palcoscenico del Kit Kat Klub, della bandiera comunista con falce e martello, delle fasce da braccio cremisi con il bianco e nero delle svastiche e del sangue che sempre più spesso scorre nelle strade.
Con i suoi otto Academy Awards (compresi quelli per la migliore regia, la migliore attrice protagonista, il miglior attore non protagonista e la migliore fotografia per Geoffrey Unsworth), Cabaret resta il film che ha ricevuto il maggior numero di Oscar senza vincere quello per il miglior film (che andò al Padrino).
(Meredith Brody)

Proiezioni:
Venerdì 6 luglio 2018
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2018
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina Cabaret

Tipo di File: PDF Dimensione: 1.24 Mb