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LA LA LAND

(USA/2016) di Damien Chazelle (128')

Soggetto e sceneggiatura: Damien Chazelle. Fotografia: Linus Sandgren. Montaggio: Tom Cross. Scenografia: David Wasco. Musica: Justin Hurwitz. Interpreti: Ryan Gosling (Sebastian), Emma Stone (Mia), John Legend (Keith), J.K. Simmons (Bill), Rosemarie DeWitt (Laura Wilder), Finn Wittrock (Greg Earnest), Sonoya Mizuno (Caitlin), Jessica Rothe (Alexis), Callie Hernandez (Tracy), Tom Everett Scott (David). Produzione: Black Label Media, Gilbert Films, Impostor Pictures, Marc Platt Productions.
Versione originale con sottotitoli italiani


Reduce dal successo dell’astuto Whiplash, Chazelle si è potuto permettere un progetto costoso ed eccentrico, che sembra assai sentito. In fondo, è un prolungamento ideale del suo esordio a bassissimo costo, Guy and Madeline in a Park Bench: che era una storia d’amore dolce amara fatta di incontri mancati, tra un jazzista e una ragazza inquieta, in un bianco e nero che ricordava il John Cassavetes di Ombre. Chazelle stavolta tenta proprio un musical, ossia un’operazione oggi rischiosissima; ma sembra saperlo, e anzi attraverso il genere ci parla della possibilità o dell’impossibilità di un certo tipo di cinema oggi. La storia è lineare: un uomo e una donna, due solitari e perdenti, si conoscono e si innamorano a Los Angeles. Sebastian è un pianista duro e puro, che vorrebbe far rinascere un leggendario jazz club. Mia, che lavora in un bar negli studi di Hollywood, sogna di fare l’attrice. Ryan Gosling ed Emma Stone non sono dei grandi ballerini né dei gran cantanti, ma il regista sembra voler utilizzare questa loro carenza, e farne forse addirittura il tema del film. Anziché camuffare il tutto, Chazelle fa il musical come è giusto farlo: ampi ed eleganti piani-sequenza, inquadrature in cinemascope con i personaggi a figura intera, a vedere i piedi e dunque la performance fisica degli attori. Che ce la mettono tutta e soprattutto non fanno il musical, ma Io imitano. È questo il punto: il film è pervaso da una malinconia e da un senso di perdita per un cinema che non c’è più (e per un certo tipo di jazz, ugualmente scomparso). Ma sarebbe bello ritrovare la magia di quel mondo, sogna Chazelle con toni un po’ crepuscolari. La La Land è scandito dalle quattro stagioni (più un epilogo), che però si confondono nell’eterna estate losangelina, come in un eterno presente, in una temporalità vaga, che mescola frammenti di passato, come se il senso della Storia fosse perduto (e Gosling, a un certo punto, lo dice esplicitamente). Non si pensi però a un’operazione cervellotica, teorica. Chazelle vuole appassionare, far funzionare il marchingegno, e ci riesce.

(Emiliano Morreale)


L’arte del musical romantico, che trovò la sua suprema levigatura negli anni Cinquanta, è ancora capace di agganciare i nostri cuori del 2017? Sfida trasparente, esperimento maneggiato con massima cura degli stereotipi. Lui e lei, jazzista di piano bar e aspirante attrice, incontri e scintille, l’amore che tinge di rosa i tramonti e le carriere che si dividono nella notte. Si balla intorno a una panchina come in Spettacolo di varietà, si sdoppia il nome d’una città illusoria come in New York New York, il tema d’amore è un hommage (al limite del plage) al Michel Legrand delle Demoiselles de Rochefort. Intanto, nella jazzland cara a Damien Chazelle (diciamo il tratto d’eternità compreso tra Hoagy Carmichael e Thelonious), si sogna il sogno d’una musica che qualche volta “spalanca il mondo, e lo fa vacillare”. Meritato il bandwagon degli Oscar.
(Paola Cristalli)

Proiezioni:
Giovedì 5 luglio 2018
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2018
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina La La Land

Tipo di File: PDF Dimensione: 2.44 Mb