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GILDA

(USA/1946) di Charles Vidor (110')

Soggetto: Jo Eisinger dal racconto omonimo di E.A. Ellington. Sceneggiatura: Marion Parsonnet, Ben Hecht. Fotografia: Rudolph Maté. Montaggio: Charles Nelson. Scenografia: Stephen Goosson, Van Nest Polglase. Musica: Morris Stoloff, Doris Fischer, Allan Roberts. Interpreti: Rita Hayworth (Gilda), Glenn Ford (Johnny Farrell), George Macready (Ballin Mundson), Joseph Calleia (Obregon), Steven Geray (zio Pio), Joe Sawyer (Casey), Gerald Mohr (capitano Delgado), Robert Scott (Gabe Evans), Don Douglas (Tom Langford). Produzione: Virginia Van Upp per Columbia Pictures Corp.

Copia proveniente da Sony Columbia

Restaurato nel 2012 da Sony Pictures Entertainment in collaborazione con UCLA Film & Television Archive presso Sony Colorworks, Chace Audio, YCM Laboratory a partire dal negativo nitrato originale e da un master 35mm fine grain

Come e più di Casablanca, Gilda resiste a ogni tipo di interpretazione, offrendosi all’ammirazione dei suoi spettatori senza aver perso una briciola di fascino da settantadue anni. Il triangolo noir più famoso della storia del cinema innalzò subito i suoi personaggi verso una dimensione mitica: due mesi dopo la sua uscita, già alla fine di giugno del ’46 il “New York Times” scriveva che il film aveva a tal punto impressionato gli scienziati impegnati nel programma nucleare da battezzare ‘Gilda’ l’atomica che stavano per far esplodere nell’atollo di Bikini, con l’immagine della Hayworth dipinta sopra. Da allora, l’amore distruttivo di Gilda per Johnny e il rapporto filiale di Johnny per Ballin non hanno smesso di colpire la fantasia degli spettatori, inarrivabile rappresentazione di quell’amore disperato e assoluto cui solo il cinema poteva dare forma. Se da una parte, per usare le parole di Michael Wood, Gilda è “uno dei più acidi e lucidi ritratti dell’amore romantico che Hollywood ci abbia mai dato”, perfetto intreccio di “atmosfere velenose e raffinatezze quasi astratte di passioni elementari”, dall’altra la loro sublimazione in una interminata serie di colpi di scena apre il film alle più scatenate letture psicoanalitiche, tra rabbie represse, pulsioni masochiste, giochi di paura e seduzione, dove ogni cosa non ha mai una sola faccia. Proprio come il bastone a lama retrattile di cui si serve Ballin che “ha l’aria di essere una cosa e sotto i tuoi occhi ne diventa un’altra”. E come Gilda, trionfo del corpo femminile costruito sull’ambiguità di un piacere fatto di allusioni e di slanci mai
soddisfatti. Per merito soprattutto di una Hayworth inarrivabile dark lady, “una minaccia anche quando non fa niente”, innocente eppure sensuale, né volgare né esotica, che in un cinemino di Caorle strega anche il giovane Pasolini che in Amado mio la ricorda “con il suo immenso corpo, il suo sorriso e il suo seno di sorella e di prostituta – equivoca e angelica – stupida e misteriosa – con quello sguardo di miope freddo e tenero fino al languore [...] E Rita Hayworth, intanto, contro il cielo, sul pubblico ansimante, con delicata libidine e furiosa pazienza si sfilava il guanto”.
(Paolo Mereghetti)

Proiezioni:
Mercoledì 20 giugno 2018
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2018
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina Gilda

Tipo di File: PDF Dimensione: 264.38 Kb