TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI

(USA/2017) di Martin McDonagh (115')
con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell

Madre di Angela, una ragazzina violentata e uccisa nella provincia profonda del Missouri, Mildred Hayes non si dà pace e decide di sollecitare la polizia locale a riaprire le indagini sul delitto e consegnarle il colpevole. Dando fondo ai risparmi, commissiona tre enormi manifesti con tre messaggi precisi diretti allo sceriffo di Ebbing. Affissi in bella mostra alle porte del paese, provocheranno reazioni disperate e disparate, riaprendo il caso e rivelando il meglio e il peggio della comunità.

Oscar 2018 per la miglior attrice protagonista (Frances McDormand) e il miglior attore non protagonista (Sam Rockwell)

Golden Globes 2018 come miglior film drammatico, migliore attrice protagonista (Frances McDormand), migliore attore non protagonista (Sam Rockwell), migliore sceneggiatura originale (Martin McDonagh)

Premio Osella per la miglior sceneggiatura a Martin McDonagh alla Mostra del Cinema di Venezia 2017

"'È vero è un film politico, ma non nel senso che solitamente si intende' dice il regista. 'Affronta questioni come il femminismo, la razza, ma per me il cuore del film è la lotta di questa madre. Volevo essere fedele alla sua rabbia, al suo rancore, alla sua perdita, in questo senso il film è politico. Avere una protagonista forte femminile è già una scelta politica, oggi come oggi'. La protagonista femminile forte è Mildred Hayes, una straordinaria Frances McDormand (...). 'Frances ha avuto l'idea del costume, una sorta di uniforme da indossare ogni mattina come un'armatura con l'idea di andare a risolvere il crimine'. (...) 'E ha portato al personaggio ciò che ero certo avrebbe portato: integrità e umanità'. La forza del film, oltre alla bravura della sua protagonista, è la cura con cui ogni personaggio anche il più piccolo, dal giovane impiegato della concessionaria dei cartelloni alla bellissima e amorosa moglie dello sceriffo, è stato scritto. (...) Il linguaggio è sempre piuttosto spiritoso e acuto senza apparire mai finto, un risultato che il regista spiega così: 'Penso che la ragione risieda nell'essere fedeli anche ai personaggi più piccoli, come se ognuno di questi potesse essere il protagonista di un suo film personale. In fondo è come nella vita reale; ognuno di noi pensa di essere il protagonista del film della sua vita'."

Chiara Ugolini, "La Repubblica"