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STRAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI

(Italia/1968)

Regia: Dino Risi. Soggetto: Age e Scarpelli, Dino Risi. Sceneggiatura: Age e Scarpelli. Fotografia: Sandro D'Eva. Montaggio: Antonietta Zita. Scenografia: Luigi Scaccianoce. Interpreti: Nino Manfredi (Marino Balestrini), Pamela Tiffin (Marisa Di Giovanni), Ugo Tognazzi (Umberto), Moira Orfei (Adelaide), Gigi Ballista (l'ingegnere), Ettore Garofolo (il barista), Livio Lorenzon (Artemio), Pietro Tordi (zio Arduino). Produzione: Edmondo Amati, Jacques Roitfeld per Fida Cinematografica, Les Productions Jacques Roitfeld. Durata: 100'
Versione originale con sottotitoli inglesi
Copia proveniente da Cineteca del Friuli

Era dai tempi dello Sceicco bianco di Fellini che una satira affettuosa del fotoromanzo, della letteratura da cuoche e soldati, della candida umanità proletaria governata dall'enfasi dei sentimenti e dal cinema patetico, non trovava sbocchi tanto spiritosi come in questa commedia leggera segnata dal marchio dialettale ma promossa a favola italiana dalla fantasia di Age, Scarpelli e Dino Risi. Il film, vivace e colorito, è tra i migliori di Dino Risi. Briosamente impastato di ironia e di tenerezza, ribalta i luoghi comuni del fumetto in un paradosso che riceve note sarcastiche d'attualità dai molti rimandi alla cronaca: il Sifar, lo snobismo gastronomico, il telefono amico, i travestiti, gli psicanalisti da strapazzo. Servito da foto e scenografie sempre indovinate, interpretato con giusta misura da un Nino Manfredi in buona forma, da un Tognazzi irresistibile nella macchietta del sordomuto, da una Pamela Tiffin proprio caruccia, il film trova infine in una fitta schiera di bravi caratteristi freschi motivi di critica di costume che contribuiscono all'equilibrio dei toni e al sapore del raccontino.
Straziami ma di baci saziami è un festoso trastullo carico di sorprese: campanellini e fiocchi, pruriti e sorrisi con in vetta uno spillo. Si ride e ci si punge.
(Giovanni Grazzini)

Il film è nato da una mia vecchia idea di fare un film sugli sciocchi cioè sul grande amore degli stupidi, di quelli che vivono citando i versi, non di Leopardi, ma di Mogol e Pallavicini, i grandi parolieri delle canzonette italiane. Il film era disegnato molto bene, con un finale straordinario. C'era anche la parodia del Dottor Zivago, della scena della slitta. Bello era anche il suicidio dei due innamorati quando vogliono morire sui binari della ferrovia. Era una storia d'amore vissuta da due poverini. Era un tipo di comicità diversa dal solito, più filtrata, meno evidente, meno volgare. Lo straordinario di questo film era che si poteva leggere in due modi diversi, infatti il pubblico sofisticato si divertiva alla deformazione consapevole che noi avevamo fatto; il pubblico semplice invece prendeva la storia per buona, si commuoveva e piangeva.
(Dino Risi)

Trovai questa volta, come sempre con Age e Scarpelli, una sceneggiatura perfetta, bellissima. Anche Risi credeva molto in questo film. Ho potuto dare molto di me stesso perché ritirai fuori, in un certo senso, un umorismo di stampo paesano. Poi c'era questo ambiente delle canzonette, che mi piaceva molto e che conoscevo bene. Fui anche una specie di consulente. Il film ottenne un grande successo di pubblico, e inaugurò un genere, ispirò delle imitazioni come Romazo popolare di Mario Monicelli e Dramma della gelosia: tutti i particolari
in cronaca
di Ettore Scola.
(Nino Manfredi)

precede (ore 21)
La notte della Filuzzi per ballare in Piazza

Proiezioni:
Lunedì 15 agosto 2016
Piazza Maggiore
21.30
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

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