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PROFUMO DI DONNA

(Italia/1974)

Regia: Dino Risi. Soggetto: Ruggero Maccari, Dino Risi dal romanzo Il buio e il miele di Giovanni Arpino. Sceneggiatura: Ruggero Maccari, Dino Risi. Fotografia: Claudio Cirillo. Montaggio: Alberto Gallitti. Musiche: Armando Trovajoli. Interpreti: Vittorio Gassman (capitano Fausto Consolo), Agostina Belli (Sara), Alessandro Momo (Giovanni Bertazzi), Franco Ricci (tenente), Elena Veronese (Michelina), Stefania Spugnini (Candida), Lorenzo Piani (don Carlo). Produzione: Pio Angeletti, Adriano De Micheli per Dean Film. Durata: 102'. Versione originale con sottotitoli inglesi
Copia proveniente da Cineteca di Bologna

Raramente come leggendo Il buio e il miele di Arpino ho sentito una ‘presenza' cinematografica così forte. Questo capitano Fausto, cieco, che va verso la morte con una tale sete di vita, mi sembrava che esprimesse, che urlasse addirittura, la sua voglia di essere rappresentato. Per questo mi sono accanito a fare il film, come mai prima. Nessuno, credo, ha come Gassman ‘le phisique du rôle'. È un cinico che crede che tutto gli sia permesso, arrogante, scaltro, sbruffone, istrione. È nello stesso tempo fragile, disperato, solitario, generoso, sprezzante, crudele, ma mai subdolo, ipocrita, meschino.
Gassman è nella vita come nel film. È facile interpretare un personaggio quando ‘sei' quel personaggio. Nel film c'è spesso la situazione del Sorpasso: il viaggio, il protagonista e l'antagonista, l'uomo maturo e il ragazzo. Quel film rappresentava la vita fatua del boom, l'illusione di non incontrare mai ostacoli, di poter ignorare i pur visibili presagi di fine, di morte, il fatale presentarsi dei nodi al pettine, dei conti da pagare. Profumo di donna, invece è il racconto del dopo-incidente, del dopo la caduta nel burrone sulla curva pericolosa aggredita beffardamente a cento all'ora, dopo la scoperta che non la si può far sempre franca.
(Dino Risi)

Gli anni Sessanta, che si chiudono ben prima della loro fine, lasciano il mondo e l'Italia allo smarrimento degli anni Settanta: anni di trame nere, di Brigate Rosse, di orizzonti grigi. Anche il cinema, come la società tutta, paga le promesse non mantenute del '68, le rivoluzioni sognate e mancate. Scompare con Totò e con gli ultimi Franchi & Ingrassia il cinema comico puro: il suo posto viene preso dal cinema erotico, che ne eredita gli spazi, il pubblico, gli istinti di trasgressione. Sopravvive invece la commedia all'italiana, ma sopravvive soprattutto a se stessa, portandosi alle conseguenze estreme. Negli anni Settanta i film comici più riusciti sono quelli in cui si ride meno, le migliori commedie all'italiana quelle meno commedie e più ‘all'italiana'. I temi si fanno sempre più cupi, sempre più difficili da trattare con la leggerezza della commedia. Si avverte in certi film un'aura di fine millennio, come se si fosse arrivati al capolinea della civiltà. La morte, che ai tempi del Sorpasso era ancora un'intrusione, una premonizione, adesso è di casa.
La misura della trasformazione ed esasperazione della commedia è data da alcuni viaggi in Italia o negli immediati dintorni che si possono ben definire di fine millennio, se non addirittura di fine civiltà. Ne è un esempio in Profumo di donna di Risi il viaggio da Torino, a Napoli di un ufficiale cieco - Gassman, in uno dei ruoli più imponenti della sua carriera - e del suo giovanissimo attendente. Lo schema è quello del Sorpasso, ma capovolto: perché l'itinerario si svolge al contrario, da Nord a Sud, e perché la meta del viaggio è davvero la morte, anche se a Gassman mancherà il coraggio di suicidarsi e tutto o quasi tutto si risolverà in un estremo atto d'amore. Vista anche la cecità del protagonista, questo viaggio non è più un osservare, un guardarsi intorno, ma un guardarsi dentro, una forma terminale di solipsismo.
(Enrico Giacovelli)

 

Proiezioni:
Sabato 13 agosto 2016
Piazza Maggiore
21.30
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

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