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LA CACCIA

(The Chase, USA/1966)

Regia: Arthur Penn. Soggetto: dalla pièce e dal romanzo omonimi di Horton Foote. Sceneggiatura: Lillian Hellman. Fotografia: Joseph LaShelle. Montaggio: Gene Milford. Scenografia: Richard Day, Robert Luthardt. Musica: John Barry. Interpreti: Marlon Brando (sceriffo Calder), Jane Fonda (Anna Reeves), Robert Redford (Bubber Reeves), James Fox (Jason ‘Jake' Rogers), E.G. Marshall (Val Rogers), Angie Dickinson (Ruby Calder), Janice Rule (Emily Stewart), Robert Duvall (Edwin Steward). Produzione: Sam Spiegel per Horizon Pictures, Lone Star Pictures. Durata: 135'
Versione originale con sottotitoli italiani
Copia proveniente da Sony Columbia per concessione di Park Circus


A sentire Penn, La caccia è "un film che non posso accogliere". Il fatto che il produttore Sam Spiegel avesse imposto di montare il film a Londra, tagliando fuori il regista bloccato a New York per impegni teatrali, gli sembrò una mancanza inaccettabile, perché il montaggio di Gene Milford seguì troppo da vicino la sceneggiatura, perdendo molto del lavoro di improvvisazione creato durante le riprese, e soprattutto perché penalizzò la recitazione degli attori - specialmente di Marlon Brando, "il più grande attore del Novecento" secondo Penn - scegliendo i ciak più accademici. Eppure, come ha scritto Robin Wood, "le riprese peggiori di Penn, quelle ‘più convenzionali', sono dieci volte più emozionanti delle riprese migliori girate da tanti altri registi". Per questo, nonostante la rabbia e la delusione del suo regista, La caccia resta un grande film, capace di anticipare, sempre per dirla con Wood, "molti dei principali sviluppi del cinema di Hollywood del decennio successivo". A cominciare dal modo in cui supera la struttura del melodramma (dove è il racconto a mettere in scena il conflitto) per cercare invece nella rappresentazione del reale la natura violenta di quella stessa realtà, smontando così le accuse di aver rappresentato con disprezzo i bianchi del Sud. E invece la violenza che all'improvviso contagia i cittadini di Terrell è molto di più dell'odio razzista: è il tracollo della fiducia nei valori della cultura americana, è la deriva civile di un paese che dimostra di non aver mai abdicato al suo spirito aggressivo.
(Paolo Mereghetti)

A pochi anni dall'uccisione di Kennedy La caccia si presenta come un sanguigno pamphlet contro la società meridionale, o meglio contro il Sud-est, contro il Texas.
È come se l'indignazione accumulata dalla Hellman, da Foote, da Penn, da Brando, dalla Dickinson (che, com'è noto, fu tra le amiche di Kennedy), si fosse concentrata attorno a un progetto di cui Spiegel intuì subito le possibilità commerciali e spettacolari. Nella scena del pestaggio, Brando dà sfogo alle sue propensioni masochiste ed è a suo agio come non mai (e, racconta il regista, "Brando ha veramente picchiato e veramente incassato", al punto che molto del girato è stato buttato via dai montatori perché troppo impressionante!). Ne esce con un trucco granguignolesco, perfino eccessivo. Ma di tutto il suo ruolo le scene che più convincono sono quelle che lo vedono a fianco di Angie Dickinson, vibrante e bella come sempre. Il sapore adulto e paritario del testo e dell'interpretazione di queste scene è un'eccezione assoluta nell'opera di Brando, e dobbiamo perciò attribuire tutto il merito a Penn.
(Goffredo Fofi)

 

Proiezioni:
Venerdì 5 agosto 2016
Piazza Maggiore
21.30
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 166.30 Kb