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L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA

(The Man Who Fell to Earth, GB/1976) di Nicolas Roeg (138')

Regia: Nicolas Roeg. Soggetto: dall'omonimo romanzo di Walter Tevis. Sceneggiatura: Paul Mayersberg. Fotografia: Anthony B. Richmond. Montaggio: Graeme Clifford. Scenografia: Brian Eatwell. Musica: John Phillips, Stomu Yamashta. Interpreti: David Bowie (Thomas Jerome Newton), Candy Clark (Mary-Lou), Jackson D. Kane (professor Canutti), Rip Torn (Nathan Bryce), Bernie Casey (Peters), Buck Henry (Oliver Farnsworth), Rick Riccardo (Trevor). Produzione: Michael Deeley, Barry Spikings per British Lion Film. Durata: 138'
Versione originale con sottotitoli italiani

Serata promossa da Pelliconi


Un film è una combinazione magica e misteriosa di realtà, arte, scienza e soprannaturale - e anche una porta d'accesso alla natura del tempo, e forse persino il primo indizio per risolvere l'enigma della nostra presenza in questo mondo.
(Nicolas Roeg)


Dramma fantascientifico, western, love story, mistero metafisico, satira dell'America moderna - L'uomo che cadde sulla Terra è il più accattivante dei film che, attorno agli anni Settanta, fecero di Nicolas Roeg l'erede mainstream di registi sperimentali degli anni Sessanta come Alain Resnais, Jean-Luc Godard e Chris Marker. Con la sua narrazione frammentata, la commistione dei generi, l'uso strategico del montaggio alternato, e con il suo ricco contorno di allusioni visive e musicali dissociative, il film apparve come un enigma ai molti critici inglesi che lo recensirono nell'aprile 1976, e non fu da meno per la controparte americana quando uscì negli Stati Uniti, due mesi dopo, con venti minuti cruciali tagliati. La premessa è abbastanza semplice. Thomas Jerome Newton, un alieno veggente, interpretato con delicatezza e garbo da David Bowie, cade sulla Terra nel New Mexico. Con un passaporto inglese e nove redditizi brevetti di elettronica, arriva a Manhattan e fa visita a Farnsworth, un avvocato che assume per fondare e condurre una corporation di comunicazioni che produrrà grandi ricchezze grazie alle sue innovazioni tecnologiche (tra le quali un precursore della fotografia digitale). La missione di Newton, più esplicita nel romanzo del 1963 di Walter Tevis che nell'adattamento di Roeg e dello sceneggiatore Mayersberg, è sviluppare fonti d'energia e un programma spaziale per salvare i pochi superstiti del suo pianeta. Tra questi la moglie e i due figli, che portano la poca acqua rimasta in tubi avvolti attorno ai loro corpi. Il film ci offre qualche frammento di Newton e della sua famiglia che arrancano tra le dune del loro pianeta morente, e quello che ci colpisce è la convenzionalità di queste immagini fantascientifiche. Roeg è più interessato a mostrarci come la vita sulla Terra sia strana e sconcertante più di qualunque altra nello spazio. All'inizio un'inquadratura di Newton che, coricato su una panchina fuori da un negozio di cianfrusaglie, guarda in macchina, guarda noi - al nostro mondo sottosopra - stabilisce un'atmosfera di astrusità e disorientamento in cui Roeg ci invita ad entrare. In un certo senso, Newton è Alice, e l'America del tardo Ventesimo secolo un corrotto Paese delle Meraviglie. Bowie fa il suo splendido debutto cinematografico interpretando il pallido e scarno Newton, un ruolo che combacia perfettamente a livello iconografico con il personaggio androgino, pop, futuristico che incarnava negli anni Settanta. Fino a quando la sua asessualità non viene svelata, l'aspetto più sorprendente di Newton sono i suoi capelli arancioni, una sorgente di luce che a tratti sembra conferire un bagliore ambrato alla messinscena.
(Graham Fuller)

 

Proiezioni:
Giovedì 14 luglio 2016
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della Serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 665.95 Kb