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IL BAMBINO CHE SCOPRÌ IL MONDO

(O menino e o Mundo, Brasile/2013)

Regia, sceneggiatura e montaggio: Alê Abreu. Musica: Ruben Feffer e Gustavo Kurlat, Emicida, Naná Vasconselos, Barbatuques e GEM - Grupo Experimental de Música. Produzione: Tita Tessler e Fernanda Carvalho per Filme de Papel. Durata: 80'

Introduce Elisa Giovannelli


Il film è stato incluso nella cinquina dei candidati all'Oscar come miglior film di animazione nel 2016. Edito in Dvd e distribuito in sala dalla Cineteca di Bologna

Questo film d'animazione venuto dal Brasile è un piccolo miracolo, un puro momento di grazia, di sospensione del tempo. Una totale felicità. La storia non ha niente di nuovo, tuttavia: un bambino parte dal suo villaggio alla ricerca del padre e scopre un mondo fantastico e meccanico, dove la bellezza e la musica hanno un bel daffare a resistere al mostro del 'progresso'. I fiori, la solidarietà e l'amore filiale valgono più delle fabbriche, dell'inquinamento e della guerra. Lo sapevamo già. Ma, grazie alla sua incredibile libertà visiva, il regista ridà innocenza e forza a questo semplice messaggio, spesso esaltato dal cinema d'animazione. Sceglie di disegnare 'come un bambino', mescolando tutte le tecniche possibili: pastelli a olio, matite colorate, pennarelli ad acqua e anche penne a sfera, oltre a tutti i tipi di pittura e collage. E soprattutto, scelta audace e poetica, non ha paura del bianco. In alcune sequenze, parte da una pagina bianca e la colora progressivamente per terminare con un vero e proprio fuoco d'artificio. Al contrario, cancella un carnevale psichedelico per rendere il bambino e la sua piccola testa a palla nel suo tenue minimalismo.
Alterna senza tregua: a una splendida salita in città, la notte, sotto un cielo stellato che rimanda a Van Gogh, segue il giorno e una discesa a tutta velocità verso una spiaggia variopinta. Le scene in una piantagione di cotone tracciano all'improvviso delle forme assolutamente originali, mentre un cantiere navale richiama un quadro di Paul Klee... Ogni disegno lascia stupefatti, è una meraviglia. Il tutto senza dialoghi o quasi: solo qualche battuta in una lingua inventata - il brasiliano al contrario! Ma la musica è sempre presente e sempre entusiasmante. 

(Guillemette Odicino)

Il bambino che scoprì il mondo scatena l'esuberanza di un bambino sullo sfondo della dura realtà del Brasile contemporaneo. È sia il miglior film per bambini dell'anno insieme a Inside Out - lo si potrebbe definire Outside In - sia, inaspettatamente, una descrizione delle megalopoli contemporanee più convincente di quella di molti documentari.
Inizialmente il curioso bambino senza nome, il cui volto sembra un bottone, ci introduce alla bellezza senza filtri dei campi e della giungla del Brasile rurale. La tavolozza di Abreu, fatta di pastelli colorati e di musica jazz, esplode sullo schermo, utilizzato come uno spazio in cui vagare a destra e a sinistra, su e giù. Poi, quando il bambino salta su un treno, unendosi ai migranti scheletrici che si dirigono verso la città in cerca di lavoro, il suo viaggio si immerge nelle profondità del reale.
Seguono disegni di città torreggianti e fabbriche meccanizzate che lasciano a bocca aperta e che introducono nel film un elemento di umorismo nero e di satira (e un sapiente collage) senza abbandonare la meraviglia dell'infanzia. Abreu e i suoi musicisti imbastiscono un duello tra due leitmotiv: la cacofonia della città marron-grigia, colta nel mezzo di una presa di potere fascista, contro una parata di musica folk accompagnata da una fenice colorata. 

(Nicolas Rapold)

Proiezioni:
Venerdì 8 luglio 2016
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

Cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 179.85 Kb