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I SOLITI IGNOTI

(Ita/1958) di M. Monicelli (102')

Regia: Mario Monicelli. Soggetto: Age, Furio Scarpelli. Sceneggiatura: Age, Furio Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico, Mario Monicelli. Fotografia: Gianni Di Venanzo. Montaggio: Adriana Novelli. Scenografia: Piero Gherardi. Musica: Piero Umiliani. Interpreti: Vittorio Gassman (Peppe), Marcello Mastroianni (Tiberio), Renato Salvatori (Mario Angeletti), Carla Gravina (Nicoletta), Claudia Cardinale (Carmela), Tiberio Murgia (‘Ferribotte'), Memmo Carotenuto (Cosimo), Gina Rovere (Teresa). Produzione: Vides, Lux Film, Cinecittà Italiana Stabilimenti Cinematografici. Durata: 102'
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale

Introduce Andrea Peraro


I soliti ignoti, grazie al nuovo incontro con Age e Scarpelli, inaugura l'era del racconto picaresco, della ‘chanson de geste' del mondo sottoproletario. L'idea eroicomica di un gruppo, costituito in apparenza secondo le leggi del racconto cavalleresco e fatto muovere lungo una serie di prove e di imprese che portano non alla conquista del Santo Graal, ma a un più modesto piatto di pasta e ceci, viene rubata alla letteratura tardo cavalleresca ed eroicomica. E non rimane isolata, ma si sviluppa dalla Grande guerra all'Armata Brancaleone (1 e 2) e alla sua variante più moderna di Vogliamo i colonnelli (1973). Monicelli si pone sul fronte più avanzato della commedia e dinamizza il sistema, consentendo anche agli altri suoi compagni di viaggio un aumento del potere contrattuale, della capacità di alzare il tiro e accostarsi al nuovo decennio con ben diverse ambizioni e possibilità di costruire un progetto reale di conquista e occupazione del livello medio della produzione.

(Gian Piero Brunetta)

Sia Age e Scarpelli che io eravamo ritenuti, all'epoca, degli autori di film di serie inferiore. I soliti ignoti segnò la svolta: ebbe un grosso successo anche di critica, per cui la nostra reputazione cambiò. Partì come una parodia di Rififi: infatti tra i vari titoli che gli volevamo dare c'era Rufufù. Mentre in Rififì c'era un colpo attuato in modo magistrale, con grande precisione, noi volevamo mostrare una banda di cialtronelli che tentava un colpo più grosso di loro e che poi falliva. Lo facevano nell'esaltazione per i film americani che vedevano: Giunga d'asfalto, eccetera. C'era il personaggio di Gassman che diceva sempre: "bisogna agire in modo scientifico! Siete pronti? Mettete a posto gli orologi!". I soliti ignoti era un contrappunto rispetto al genere di film poliziesco-gangsteristico, naturalmente fatto con attori nostri, con un'umanità spicciola che ci riguardava, che Age, Scarpelli ed io conoscevamo. L'intoppo arrivò quando mi incaponii nel volere come protagonista Gassman. Gassman era molto noto come attore di teatro, ma al cinema lo era soprattutto per i ruoli di vilain e pensare di fare un film comico con Gassman come protagonista era una follia. Finalmente la Lux disse: "facciamo il film, e se proprio dev'esserci Gassman, che porterà tutti alla rovina, almeno sosteniamolo con altri attori, in modo che il suo nome nel cast si confonda". Così furono ingaggiati Totò, Mastroianni, Salvatori. La Cardinale era una ragazzetta che stava a Tunisi e che non aveva fatto niente. Cercavo una ragazza molto giovane, con le caratteristiche della siciliana. Videro che stava a Tunisi e che era difficile farla venire, ma alla fine la prendemmo e così nacque la Cardinale. Nel film ci fu poi un'altra novità: l'ambientazione in una Roma di borgata, tutta grigia ed anonima. Una volta venne sul set il produttore: "ma non si vede Roma! E la fotografia è troppo drammatica, buia". Era invece una bellissima fotografia di Di Venanzo. C'è sempre della gente intorno, mentre giri un film, che vorrebbe fartelo fare in una maniera diversa: la più grande fatica del regista consiste nel difendersi dalle suggestioni.

(Mario Monicelli)

Proiezioni:
Sabato 15 agosto 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

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