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LA GRANDE GUERRA

(Ita-Fra/1959) di M. Monicelli (139')

Regia: Mario Monicelli. Soggetto e sceneggiatura: Age, Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Mario Monicelli. Fotografia: Leonida Barboni, Roberto Gerardi, Giuseppe Rotunno. Montaggio: Adriana Novelli. Scenografia: Mario Garbuglia. Musiche: Nino Rota. Interpreti: Alberto Sordi (Oreste Jacovacci), Vittorio Gassman (Giovanni Busacca), Silvana Mangano (Costantina), Folco Lulli (Bordin), Bernard Blier (capitano Castelli, detto Bollotondo), Romolo Valli (tenente Gallina), Livio Lorenzon (sergente Battiferri). Produzione: Dino De Laurentiis per De Laurentiis Cinematografica, Gray Film. Durata: 139'
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale

Introduce Giacomo Manzoli


La grande guerra è, tra le altre cose, un film impossibile da classificare. È un tardo fratello di Charlot soldato; l'immediatezza chapliniana sostituita da una visione sorprendentemente oggettiva, che riesce a evocare tutto quel che film più cupi e analitici ci avevano mostrato - restando allo stesso tempo una grande farsa e una ribalta per il genio di Sordi e Gassman. La più grande, la più sublime prova d'ironia arriva nel finale della Grande guerra, quando i due antieroi diventano persone nuove e veri cittadini capaci d'un gesto di nobiltà e coraggio. Monicelli ha sempre sostenuto che il suo film è antieroico, non antipatriottico - un film contro la retorica ufficiale del paese che ha combattuto eroicamente riportando vittorie immortali. Mentre quella guerra aveva spazzato via milioni di individui, senza che nulla restasse dei loro volti e dei loro nomi, qui troviamo - al di là degli snodi farseschi - gli esseri umani e il loro valore. Nelle parole del regista: "Ho raccontato la Grande guerra dal punto di vista dei soldati semplici, quei poveri diavoli che venivano trascinati sui campi di battaglia. Non c'era in loro niente di retorico, facevano una guerra e combattevano, come avrebbero fatto qualsiasi altra cosa". Dato il successo immediato (Leone d'Oro a Venezia, ex aequo con Il generale Della Rovere di Rossellini), è facile perdere di vista il rischio e la scommessa che la produzione del film rappresentò all'epoca. La commedia italiana era già nel pieno del suo vigore, con il suo rifiuto delle regole di gusto e dei tabù; tuttavia, un film antieroico sulla Guerra delle Guerre era ancora un atto oltraggioso. Fare La Grande guerra fu un poderoso gesto civile; farlo in modo così ispirato (lo stesso uso del CinemaScope e del suono sono assolutamente inventivi) sollevò Monicelli fino all'olimpo dei grandi registi italiani.

(Peter von Bagh)

L'impostazione satirica di La grande guerra faceva parte di mie precise convinzioni. Dal momento che mi ritrovavo per le mani quel soggetto non potevo che girarlo in quel modo, e non a caso scelsi Sordi e Gassman che aveva avuto un successo clamoroso in I soliti ignoti. Per questo lavoro ebbi delle grandi difficoltà perché era un film che doveva essere comico, malgrado i morti e tutto il resto, e la produzione, il noleggio e la distribuzione non volevano assolutamente accettare che i due protagonisti finissero fucilati, dato che nei film comici esiste la regola del lieto fine. Ci fu una lunga lotta per fare accettare questa innovazione. A ogni riunione tutti votavano pollice verso. Durante la lavorazione non ebbi difficoltà con gli attori, ma piuttosto con il produttore, che mi tempestava di telegrammi perché voleva che Sordi e Gassman emergessero di più. E devo dire che anche la campagna di stampa che si scatenò all'annuncio del film poi si placò, anche perché ci furono letture della sceneggiatura da parte di alti militari, iniziative varie di De Laurentiis, e i contrasti vennero messi a tacere da un'ala più ‘illuminata' che aveva capito il significato del finale. Ma ancora toccare Caporetto era un tabù, e la Grande guerra era avvolta nella retorica più fastidiosa e sciocca.

(Mario Monicelli)

Proiezioni:
Martedì 11 agosto 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

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