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GUARDIE E LADRI

(Ita/1951) di M. Monicelli e Steno (105')

Regia: Mario Monicelli e Steno. Soggetto: Piero Tellini. Sceneggiatura: Mario Monicelli, Steno, Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Ennio Flaiano, Ruggero Maccari. Fotografia: Mario Bava. Montaggio: Franco Fraticelli. Scenografia: Flavio Mogherini. Musica: Alessandro Cicognini. Interpreti: Totò (Ferdinando Esposito), Aldo Fabrizi (Lorenzo Bottoni), Pina Piovani (Donata), Carlo Delle Piane (Libero), Alida Cappellini (Bice), Ernesto Almirante (Carlo), Gino Leurini (Alfredo), Ave Ninchi (Giovanna), Paolo Modugno (Paolo). Produzione: Dino De Laurentiis e Carlo Ponti per Ponti-De Laurentiis, Golden Film. Durata: 105'
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale

Introduce Giacomo Manzoli


Guardie e ladri è uno dei primi film della Ponti-De Laurentiis, fondata dai due produttori dopo aver abbandonato la Lux; sembra che l'idea di mettere insieme Aldo Fabrizi (la guardia) e Totò (il ladro) sia proprio di Ponti. I due attori affrontano insieme un soggetto venato di malinconia, lontanissimo dagli schemi del cinema-rivista. Fabrizi, d'altronde, ha già dimostrato il suo talento drammatico con Roma città aperta e Vivere in pace; e Totò sembra ai più maturo per abbandonare le farse di Mattoli e Bragaglia e calarsi nei panni di un vero personaggio. Steno e Monicelli, con l'esperta complicità dello stesso de Curtis, operano un cambiamento prima di tutto visivo nella maschera di Totò. Per alcuni anni porterà sul set la stessa parrucca mossa e gli stessi inconfondibili baffetti: il burattino surreale diventa una realistica figura centro-meridionale, con una classe sociale collocabile tra il proletariato e la piccola borghesia. Con Guardie e ladri Totò viene acquisito alla professione d'interprete. Quando la pellicola passa alla commissione di censura, succede quello che Zampa aveva previsto: qualcuno considera inammissibile che un agente di pubblica sicurezza fraternizzi con un ladro di polli, un ‘pataccaro' che per sfamare la famiglia tira fregature all'americano di turno; e che il ladro si faccia mettere in prigione per aiutare la guardia, raccomandandogli pure la famiglia. Gli autori del film incontrano Scicluna Sorge, un ex fascista che dirige la censura: discutono, insistono, litigano. E passa parecchio tempo. Quando la commissione di censura, ottenuti alcuni tagli e qualche modifica, fornisce il suo nulla osta, siamo quasi nel ‘52. Il successo è immediato. Per la sua interpretazione Totò ottiene il Nastro d'Argento ‘52 e a Cannes il film viene premiato per la migliore sceneggiatura. Guardie e ladri è un successo internazionale. La critica, anche la più arcigna, manifesta ammirazione e insieme sorpresa: è la prima volta che un film di Totò raccoglie solo critiche positive.

(Alberto Anile)

Guardie e ladri riguardava temi e cose molto attuali, il dopoguerra, gli americani che venivano, il ladruncoli che rubavano i pacchi dell'Unrra, tutte cose che riguardavano il momento e la generazione che ci apparteneva. Quello tra Totò e Fabrizi per Guardie e ladri fu un rapporto stupendo. Si trattavano con grande civiltà, con molto rispetto reciproco, anzi fu proprio allora che capii come una delle grosse furbizie di un regista fosse quella di mettere assieme due grandissimi attori perché in quel caso ciascuno tende a dimostrare all'altro che è privo di meschinità e trabocca di fair play, con la conclusione che il tutto sfocia in una lavorazione liscia come l'olio, paradisiaca. La commedia degli anni Cinquanta era un'evoluzione della farsa, quella che io e Steno facevamo anche con Totò, che si è gradatamente tramutata in commedia di costume. Con Guardie e ladri già non era più farsa e cominciava a essere commedia di costume. I soliti ignoti era già commedia di costume. Ossia, in questi film subentrò un'analisi sociale che, abbandonati i nodi della farsa; cercava di prendere quelli della commedia. Noi vecchi ‘baroni', registi, attori e sceneggiatori abbiamo avuto la grande e straordinaria scuola della farsa. Chaplin, Buster Keaton, Totò, i De Filippo sono nati là e chi non ha fatto la farsa a mio avviso non può fare bene la commedia vera e propria.

(Mario Monicelli)

Proiezioni:
Lunedì 10 agosto 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

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