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ANGOSCIA

(USA/1944) di G. Cukor (114')

Regia: George Cukor. Soggetto: tratto dall'omonimo testo teatrale di Patrick Hamilton. Sceneggiatura: John Van Druten, Walter Reisch, John L. Balderston. Fotografia: Joseph Ruttenberg. Montaggio: Ralph E. Winters. Scenografia: Cedric Gibbons. Musica: Bronisław Kaper. Interpreti: Charles Boyer (Gregory Anton), Ingrid Bergman (Paula Alquist Anton), Joseph Cotten (Brian Cameron), Dame May Whitty (Bessie Thwaites), Angela Lansbury (Nancy Oliver), Barbara Everest (Elizabeth Tomkins), Emil Rameau (Maestro Mario Guardi), Edmund Breon (Generale Huddleston), Halliwell Hobbes (Muffin), Tom Stevenson (Williams). Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer Corp. Durata: 114'

Introduce Andrea Meneghelli


Tornai alla Metro dopo il mio congedo e il mio primo lavoro là fu Angoscia. Penso che andammo piuttosto bene con quel film. Era un melodramma puro e semplice, ma molto ben fatto. Ingrid Bergman non aveva quel tipo di fragilità, di vulnerabilità, che la parte della moglie richiedeva, ma era un'attrice talmente splendida che poteva farvi credere nel suo personaggio. Vinse l'Oscar. Mi piace il fatto che lei non era di solito una donna timida; era coraggiosa. Ridurre qualcuno di questo tipo a una creatura impaurita, nervosa, è interessante e funziona drammaticamente. Si deve evitare di lasciare recitare a una persona una parte prima che tu l'abbia fatta entrare in lei. Sarebbe stato molto pericoloso scegliere il tipo di attrice che uno si aspetta che diventi matta. È un film nella migliore tradizione cinematografica e, dimentico sempre, quando penso a tutte le commedie che ho trasferito al cinema, che anche Angoscia lo è. È merito anche dell'abilità della sceneggiatura.

(George Cukor)

Ho sempre insistito con i miei registi perché non iniziassero a girare da una scena d'amore. Di solito un film è composto da sequenze che vengono girate senza alcun ordine, a seconda dell'ambiente in cui sono situate o dai set liberi. Quanto a me ho sempre dovuto abbandonarmi ad abbracci appassionati, prima ancora di essere stata presentata al mio partner. Con Charles Boyer poi fu davvero assurdo! La prima scena che girammo, che non aveva niente a che vedere con la scena di apertura del film, rappresentava il mio arrivo in una stazione ferroviaria, in Italia. Dovevo scendere dalla carrozza e correre verso Charles che mi aspettava sul marciapiede, pronto a prendermi tra le braccia, per abbracciarmi e baciarmi appassionatamente. Nessuna donna con la testa sulle spalle avrebbe sollevato la minima obiezione a essere baciata da Charles Boyer, ma io dovevo corrergli incontro e lui mi aspettava, appollaiato su una scatola in mezzo al marciapiede, perché non si vedesse che io lo superavo di qualche centimetro. Dovevo quindi recitare tutta la scena, stando ben attenta a non far cadere la scatola. Mi sarebbe stato molto più facile scoppiare a ridere che avere l'aria innamorata.

(Ingrid Bergman)

Per prepararsi ad Angoscia Ingrid Bergman fu accurata e precisa come sempre. Dopo aver letto un gran numero di pubblicazioni e articoli sugli stati allucinatori, le fobie e la schizofrenia genetica, Ingrid insistette che Cukor e la Metro le organizzassero una serie di visite in un ospedale psichiatrico. In qualche modo venne autorizzata a visitare più volte una paziente, una donna sola al mondo, che alternava periodi di lucidità a terribili attacchi di demenza. Ingrid osservava gli occhi della donna, alternativamente colmi di speranza e di terrore, i suoi modi, dapprima cordiali e poi improvvisamente turbati da un'inspiegabile angoscia. L'interpretazione di Ingrid nel film fu davvero ispirata: niente occhi spiritati e scene isteriche; distoglieva semplicemente lo sguardo e sbatteva le palpebre, smarrita, socchiudeva la bocca, simulando di averla riarsa, si umettava le labbra, incespicava sulle parole.

(Donald Spoto)

Proiezioni:
Mercoledì 5 agosto 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

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