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TRE AMICI, LE MOGLI E (AFFETTUOSAMENTE) LE ALTRE

(Vincent, François, Paul et les autres, Fra-Ita/1974) di C. Sautet (118')

Regia: Claude Sautet. Soggetto: dal romanzo La Grande marrade di Claude Néron. Sceneggiatura e dialoghi: Jean-Loup Dabadie, Claude Néron, Claude Sautet. Fotografia: Jean Boffety. Montaggio: Jacqueline Thiédot. Scenografia: Théobald Meurisse. Musica: Philippe Sarde. Interpreti: Yves Montand (Vincent), Michel Piccoli (François), Serge Reggiani (Paul), Gérard Depardieu (Jean), Stéphane Audran (Catherine), Marie Dubois (Lucie), Ludmila Mikaël (Marie), Antonella Lualdi (Julia), Umberto Orsini (Jacques), Catherine Allégret (Colette). Produzione: Lira Films, Presidente Produzioni. Durata: 118'

Copia proveniente da Studiocanal

Versione originale con sottotitoli italiani

 

Introduce Roberto Chiesi

 

Claude Sautet è testardo, Claude Sautet è selvaggio, Claude Sautet è sincero, Claude Sautet è possente, Claude Sautet è francese, francese, francese. Francese, francese, francese è Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre e tuttavia Claude Sautet fa parte di quei cineasti che hanno imparato il loro mestiere guardando i registi americani, in particolar modo Raoul Walsh e Howard Hawks. La prima volta che abbiamo pranzato assieme, Claude Sautet mi ha detto la sua ammirazione per questa definizione di Raoul Walsh: "Il cinema è azione, azione, azione, ma attenzione: sempre nello stesso senso!". Ripensavo a questa conversazione quando il vecchio regista di Her Man (La stella della taverna nera, 1930), Tay Garnett, mi diceva il mese scorso "Ho l'impressione che i giovani registi francesi abbiano ben compreso ciò che noi stessi avevamo capito cinquant'anni fa, che un film è run, run, run". Allo stesso modo in cui Jean Renoir ha attinto alla lezione di Stroheim e di Chaplin girando Nanà (1926) e Tire au flanc (1928), vale a dire rinforzando il lato francese dei suoi film impregnandosi di maestri hollywoodiani, così Claude Sautet ha capito, dopo l'inevitabile deviazione nel genere nero, che doveva essere, secondo l'espressione di Jean Cocteau: "Un uccello che canta nel suo albero genealogico".
Vincent, François, Paul et le autres
mi sembra il miglior film di Claude Sautet e, nello stesso tempo, il miglior film del tandem Dabadie-Sautet, perché si potrebbe riassumerlo in "Pariscop" o altrove in due parole: la vita. In effetti è un film sulla vita in generale e su ciò che siamo. Pascal amerebbe questo film, lui che diceva: "Ciò che interessa all'uomo è l'uomo". Alcuni spettatori scossi mi hanno detto: "è molto bello ma terribile, si riceve un gran colpo in testa". Io non ho visto il film in questo modo, l'ho trovato ottimista, esaltante e mi è sembrato - forse mi sono sbagliato - sentire Claude Sautet dirmi nell'orecchio: "La vita è dura nei dettagli, ma è buona nell'insieme". Ecco il messaggio che mi è sembrato di percepire e lo apprezzo perché corrisponde a verità. Ci imbattiamo in problemi quotidiani, familiari, materiali, sentimentali, affettivi, ma quando un dottore viene a dirci: "Eh, ecco, la carcassa tiene ancora ma è stata danneggiata, bisognerà ripararla", allora, improvvisamente, la nostra povera vita comincia a valere a peso d'oro, le cose assumono il loro esatto valore, la vita comincia a scorrere come tutto il resto sotto il segno del relativo. Abitualmente nei film, nella maggior parte dei film, si ingaggiano attori per far loro sostenere dei ruoli nei quali ogni rassomiglianza con i personaggi, se c'è, è puramente casuale. Ciò che mi ha colpito in Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre è la straordinaria adesione tra la gente che vediamo sullo schermo e le parole che pronunciamo, come se il vero soggetto del film fossero le loro facce. Montand, Piccoli, Reggiani, Depardieu: questo film è la storia della vostra fronte, del vostro naso, dei vostri occhi, dei vostri capelli, e, ora, so tutto di voi perché avete girato un grande documentario su di voi prima di tornare ai vostri film di finzione, cioè al vostro mestiere di attori che io rispetto e che non voglio assolutamente disprezzare. Stéphane, Ludmilla, Antonella, Marie, Catherine e le altre, sono al tal punto a vostra disposizione che mi sarei augurato che il film fosse stato cinquanta minuti più lungo per saperne di più su di voi ma, poiché le cose stanno come stanno, sono certo che siete fiere di questo film e avete ragione di esserlo. Ciascuna di voi meriterebbe di essere la donna della vita di uno qualsiasi di questi uomini ma oggi l'amore - e anche la passione - è come frantumato e ci si ritrova di fronte al provvisorio mentre tutto in voi - e in noi - aspira al definitivo. Ogni bel film è segretamente dedicato a qualcuno e mi sembra che questo potrebbe esserlo a Jacques Becker perché lo avrebbe profondamente commosso, come tutti quelli che privilegiano i personaggi rispetto alle situazioni, tutti quelli che pensano che gli uomini siano più importanti delle cose che fanno.

(François Truffaut)

 

Proiezioni:
Mercoledì 29 luglio 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 1.12 Mb