Bookmark and Share

L’INFERNALE QUINLAN

(USA/1958) di O. Welles (110')

Regia: Orson Welles. Soggetto: dal romanzo Contro tutti di Whit Masterson. Sceneggiatura: Orson Welles. Fotografia: Russell Metty. Montaggio: Virgil Vogel, Aaron Stell, Edward Curtiss. Scenografia: Alexander Golitzen, Robert Clatworthy. Musica: Henry Mancini. Interpreti: Charlton Heston (Ramon Miguel ‘Mike' Vargas), Janet Leigh (Susan Vargas), Orson Welles (Hank Quinlan), Joseph Calleia (Pete Menzies), Akim Tamiroff (zio Joe Grandi), Marlene Dietrich (Tanya), Joanna Moore (Marcia Linnekar), Ray Collins (Adair), Zsa Zsa Gabor (proprietaria del night), Joseph Cotten (medico legale). Produzione: Albert Zugsmith per Universal. Durata: 110'


Preserved by the UCLA Film & Television Archive in cooperation with Paramount Pictures and The Film Foundation. Restoration funding provided by the Hollywood Foreign Press Association and The Film Foundation.


Introduce Cecilia Cenciarelli


Rapporto confidenziale e L'infernale Quinlan rappresentano l'apice del barocco wellesiano. Il barocco è perfetto per Welles per descrivere un mondo logoro, marcio, quasi giunto allo stadio ultimo della decomposizione alla fine del secondo millennio. Tecnicamente gli stili di Rapporto confidenziale e L'infernale Quinlan potrebbero sembrare opposti: montaggio rapido, una pioggia di inquadrature che crea un ritmo frenetico e ricco di sorprese da un lato, piani-sequenza la cui durata si gonfia fino ad esplodere. Eppure questi due stili opposti conducono a un risultato identico, che è quello di comporre il ritratto e il bilancio di un mondo in agonia di cui l'autore osserva con trasporto gli ultimi sussulti. Si intenda, Welles utilizza il piano-sequenza in una prospettiva opposta a quella di un Preminger, che vuole far dimenticare il découpage e il montaggio, inseguendo il sogno idealmente classico di un film composto da un'unica inquadratura. Il piano-sequenza in Welles si rivela e si dichiara come tale in ogni momento. È una prodezza destinata a togliere il fiato allo spettatore e a generare una suspense interna che riguarda tanto l'azione in sé quanto il virtuosismo del regista.

(Jacques Lourcelles)

Nell'Infernale Quinlan ho realizzato un'unica inquadratura che si spostava attraverso tre stanze, con quattordici attori, dove i piani di ripresa passavano dal primo piano al campo lungo, eccetera, e che dura per quasi un intero rullo. Ebbene, questa è stata di gran lunga la ripresa più costosa del film. Dunque, se lei ha notato che non utilizzo i piani sequenza, non è perché non mi piacciono, ma perché nessuno mi mette a disposizione i mezzi necessari perché li possa realizzare. È molto più economico girare un'immagine, e poi un'altra immagine e un'altra ancora, e cercare di coordinarle successivamente, nello studio di montaggio. Naturalmente preferirei controllare gli elementi di fronte alla macchina da presa mentre sto filmando, ma la cosa richiede soldi e fiducia da parte dei propri finanziatori.

(Orson Welles)

In L'infernale Quinlan, Welles offre una delle sue più riuscite prove d'attore: trasudante grasso da tutti i pori, Quinlan è un ispettore psicopatico, razzista, brutale, corrotto e omicida, che regna indisturbato su una cittadina di frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Un essere diabolico, che in nome della giustizia è pronto a fabbricare prove per incastrare i colpevoli, da lui riconosciuti grazie a un intuito tanto infallibile quanto eticamente osceno. Convinto che lo stato di diritto debba sempre prevalere sull'arbitrio, il regista Welles non ha tentennamenti nel tratteggiare la figura di un mostro; ma come attore, è tenuto a farsi avvocato di Quinlan, che un tempo era stato un poliziotto esemplare, onesto e coraggioso. Una contraddizione che fa di L'infernale Quinlan un'insuperabile riflessione cinematografica sul Bene e il Male. Accompagnato dal rock latino di Henry Mancini, Quinlan attraversa il film come un
bolide impazzito, facendo tremare con la sua mole gigantesca bodegas che spacciano droga e tequila, commissariati da dittatura sudamericana, squallide stanze d'albergo, vicoli oscuri e strade immerse nel sole abbacinante del deserto, succhiando caramelle e vomitando fiele, livore e odio contro tutti. L'infernale Quinlan non è un film poliziesco; è un'allucinazione morale.

(Altiero Scicchitano)

 

Proiezioni:
Giovedì 23 luglio 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

Tipo di File: PDF Dimensione: 873.46 Kb