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AMERICAN HUSTLE

(USA/2013) di D.O. Russel (138')

Regia: David O. Russell. Soggetto e sceneggiatura: David O. Russell, Eric Warren Singer. Fotografia: Linus Sandgren. Montaggio: Alan Baumgarten, Jay Cassidy, Crispin Struthers. Scenografia: Jesse Rosenthal. Musica: Danny Elfman. Interpreti: Christian Bale (Irving Rosenfeld), Bradley Cooper (Richie DiMaso), Amy Adams (Sydney Prosser), Jeremy Renner (sindaco Carmine Polito), Jennifer Lawrence (Rosalyn Rosenfeld), Louis C.K. (Stoddard Thorsen), Jack Huston (Pete Musane), Michael Peña (Paco Hernandez/ Sheik Abdullah), Shea Whigham (Carl Elway). Produzione: Megan Ellison, Jonathan Gordon, Charles Roven, Richard Suckle per Atlas Entertainment, Annapurna Pictures. Durata: 1 38'


Introduce Andrea Meneghelli


Nella storia del cinema, non si contano i film dedicati alle truffe e ai colpi gobbi. Anzi, deve essere uno dei pochi sottogeneri che accomuna tutte le cinematografie del mondo, da quella americana a quella europea, dall'Asia all'Australia. Evidentemente, c'è qualcosa di profondo che risuona nell'idea stessa di cinema, ovvero della sua natura più affascinante e mai del tutto sepolta (il trucco ottico, l'illusione, l'infingimento, l'inganno, che sono poi tutte forme di incanto). La truffa, in American Hustle, è la materia del contendere, e l'inganno si estende fino alle particelle più elementari dei protagonisti. Non siamo, cioè, di fronte a un classico caso di maghi del crimine che giocano a gatto e topo con i tutori dell'ordine, ma a personaggi che sembrano l'incarnazione stessa del falso e dell'illusorio. Fosse finito nelle mani dei fratelli Coen, uno script del genere avrebbe generato la classica, geniale commedia dell'assurdo dei due registi, piena di personaggi troppo stupidi per essere veri. Russell va in direzione contraria. Questa gente che inganna e si inganna, che continua a cambiare aspetto, abito e acconciatura nella vita vera così come durante le missioni, che combatte un vuoto di personalità sconcertante, lui la consacra, la comprende nel profondo, e la sostiene. Ecco perché da una parte il meccanismo non rischia mai di seminare lo spettatore (cosa che succede spesso con i film di truffa), e dall'altra il tema dell'illusione - verso se stessi, il mondo, e tutti gli altri - giunge al punto di toccare i sentimenti più profondi dei personaggi. Ma tutto questo ha senso, oggi, solamente se si investe il cinema del ruolo che sempre più sta assumendo, quello del catalogo di forme e stili, di archivio dell'immaginario, di evocatore del passato, che gli autori come David O. Russell evocano con l'atteggiamento dell'incantatore di serpenti: loro fanno vibrare certe corde e il cinema sorge, ipnotizzato e ipnotico al tempo stesso.

(Roy Menarini)

La storia è vera: è quella del ‘caso Abscom' che tra il 1 978 e il 1 98 1 smascherò un giro di mazzette e legami mafiosi grazie alla collaborazione del truffatore Melvin Weinberg. Ma, come dice una didascalia all'inizio del film solo "qualcosa di tutto questo è accaduto veramente" e scoprirlo non è neanche la cosa più importante. Perché quello che interessa a David O. Russell non è la ricostruzione in chiave realistica (o poliziesca) di un fatto di cronaca quanto, piuttosto, la possibilità di giocare con uno dei sottogeneri più popolari della new Hollywood - il poliziesco con ‘infiltrazioni' mafiose - per metterne in ridicolo i pilastri portanti, come se una tipica storia da bravi ragazzi ‘scorsesiani' fosse declinata con i ritmi e le ironie della commedia. Il risultato (dopo una serie di colpi di scena che ribaltano continuamente la situazione, tra scenate di gelosia, tradimenti, minacce mafiose e sogni di carriera) è quello di un film che si reinventa continuamente mentre prova a riflettere su quell'intreccio tra voglia di successo e compiacimento narcisistico (Cooper con i bigodini in testa per arricciarsi i capelli strappa l'applauso) che forse è la chiave più vera per capire l'America che stava elaborando i traumi del Vietnam e del Watergate mentre iniziava a cedere alle chimere dell' ‘edonismo reaganiano'.

(Paolo Mereghetti)

Serata promossa da Unipol Banca

Proiezioni:
Lunedì 20 luglio 2015
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

La cartolina della serata

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